Il chiarimento del municipio sul divieto di dare cibo agli animali randagi e selvatici
“Colonie feline nutrite dai volontari che fanno richiesta e sono autorizzati da ATS”
LECCO – Nessuna intenzione di affamare i gatti randagi della città: l’amministrazione comunale di Lecco, interpellata sull’argomento, chiarisce i contenuti dell’ordinanza che ha fatto discutere negli ultimi giorni e che vieta di dare da mangiare ad animali randagi sul territorio comunale.
Il caso aveva fatto sussultare le associazioni animaliste e l’on. Michela Brambilla aveva annunciato un ricorso al Tar (vedi articolo) se il Comune non avesse ritirato il provvedimento, mentre l’ex assessore Ezio Venturini aveva auspicato fosse un “malinteso” la traduzione dell’ordinanza nella sua comunicazione al cittadino.
Di fatto, un ‘misunderstanding’ si è venuto a creare riguardo in modo particolare la cura delle colonie feline, non poche quelle presenti nel capoluogo e affidate all’impegno dei volontari.
Dal municipio fanno sapere che l’ordinanza non riguarda i gatti delle colonie feline, i quali sono tutelati da apposita normativa (il riferimento nel testo è nel passaggio “fatte salve specifiche autorizzazioni con fini sanitari o scientifici.”), i volontari che fanno richiesta e sono autorizzatati da ATS, chiariscono dal municipio, possono proseguire nella loro attività di cura e somministrazione di cibo, così come stabilito nel Regolamento Comunale per la Tutela degli Animali approvato nel 2007.
Perché dunque l’ordinanza? L’intento dell’amministrazione comunale è duplice: tutelare gli animali stessi, evitando che venga loro dato cibo non appropriato, nocivo o dannoso, e ridurre quelle occasioni di alimentazione incontrollate che vanno, invece, a generare un rischio igienico-sanitario. Le segnalazioni in aumento della presenza di topi in alcune zone della città è sintomo di un problema che, anche con quest’ordinanza, si starebbe cercando di porre freno.
Sul tema della tutela delle colonie feline, giusto domani verrà presentato a Villa Guzzi il progetto di riqualificazione della storica residenza che prevede anche la realizzazione di un gattile con percorsi di conoscenza e cura dedicati anche ai più piccoli.