Province, ripristinare il voto diretto dei cittadini? Il PD si smarca

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Elezione diretta. La sinistra a Lecco chiede all’UPL di farsi avanti con il Governo

D’accordo il centrodestra, il Partito Democratico difende la Legge Del Rio

LECCO – Tutti d’accordo sulla necessità di dare nuova forza all’ente Provincia, spolpato negli ultimi anni di risorse, personale e meno di competenze, non c’è unanimità invece sul ritorno ad un’elezione diretta di consiglieri e presidente da parte dei cittadini.

Così ha acceso il dibattito l’ordine del giorno presentato lunedì al Consiglio provinciale di Lecco da Paolo Lanfranchi (del gruppo “Democrazia è Partecipazione”) nel quale si chiedeva di integrare il documento, già approvato nella precedente seduta, e rivolto all’Unione Province Italiane.

Paolo Lanfranchi

Un documento che aveva l’obiettivo di rimarcare all’associazione di farsi portavoce delle istanze delle Province con il Governo. Tra le richieste, quella avanzata da Lanfranchi è il ripristino del voto dei cittadini per l’elezione degli organi politici delle Province. “E’ un’istanza che considero fondamentale per ridare libertà di scelta alle persone – ha commentato Lanfranchi  – rafforzerebbe le Province in termini di rappresentatività”

La richiesta ha trovato d’intesa il centrodestra: “Siamo favorevoli, a nostro parere bisognerebbe tornare a prima della legge Del Rio” è intervenuto il consigliere Matteo Manzoni  di “Libertà e Autonomia”.

Stefano Simonetti e Mattia Micheli

“Serve una riforma territoriale- ha sottolineato Stefano Simonetti della Lega – chi ha riformato le Province, come prima cosa, ha portato via le risorse. Auspico il ritorno in piena operatività delle Province, definendo chi fa cosa e con che soldi. Strade, scuole in primis, ma spero tornino nelle competenze provinciali Caccia e pesca in modo che i fruitori abbiamo di nuovo un rapporto diretto coi funzionari sul territorio”.

Simonetti chiede inoltre che si ripristini una giunta e un riconoscimento economico, “attualmente siamo tutti volontari, ognuno con i propri lavori e le proprie famiglie, lo facciamo perché amiamo il nostro territorio”.

“Come sono organizzate oggi le Province non va bene e non può essere motivo per non dare risposte ai cittadini. Serve una politica attenta ma anche i giusti strumenti – ha commentato Mattia Micheli (Libertà e Autonomia) – Non c’è soluzione migliore se non quella di restituire le risorse all’ente e il voto al cittadino, eliminando ogni scusa e creando meritocrazia”.

Il gruppo del Pd

Non la pensa allo stesso modo il Partito Democratico che ha espresso la propria astensione nel momento del voto. “Non buttiamo via l’acqua sporca con il bambino – ha detto il consigliere e vicepresidente Bruno Crippa –  se non si darà alle Province un ruolo vero, torneremo a parlare dei costi della politica e si alimenterà il pregiudizio verso questi enti. Ma non tutto di quanto fatto in questi anni è stato sbagliato”.

“Anche il Pd è per una Provincia autorevole e con pieni poteri – ha ribadito il consigliere Giuseppe Scaccabarozzi – Ci distinguiamo nelle modalità di elezione di chi rappresenta la Provincia. I consiglieri oggi sono espressione dei Comuni del territorio, nei loro Comuni sono stati eletti e votati dai cittadini”.