Regionali. I cattolici democratici a sostegno di Majorino

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Appello al voto dei cattolici democratici per Pierfrancesco Majorino

Raffaele Straniero (PD): “Per una società più giusta e inclusiva, per dare una svolta alla Lombardia”

 

LECCO – Anche Raffaele Straniero, consigliere regionale del Pd uscente e non ricandidato, ha sottoscritto l’appello dei cattolici democratici a sostegno di Pierfrancesco Majorino candidato presidente di Regione Lombardia alle elezioni regionali del 12 e 13 febbraio.

“Ho firmato convintamente la lettera che spiega quali sono i motivi che ci spingono a sostenere questo candidato. E non è solo una questione di appartenenza partitica o di area: riteniamo davvero che Majorino sia la persona giusta per governare la Lombardia del futuro. Per le sue posizioni, per l’idea che ha di società, più giusta e inclusiva, per il programma che vuole finalmente dare una svolta a un modo di governare escludente e sempre più rivolto a pochi, e certamente non ai più deboli”, spiega Straniero.

Nel testo dell’appello i cattolici democratici parlano di “scelta logica e naturale” e spiegano: “Centralità della persona, attenzione alla dimensione comunitaria, sguardo attento ai più fragili e alle loro necessità e promozione del rispetto di tutti, nella convinzione che le differenze non siano un limite, ma una ricchezza: crediamo che questi elementi, che qualificano la dottrina sociale della Chiesa, siano importanti per il futuro della nostra regione, a partire dalle diverse sensibilità religiose e culturali che vanno riconosciute e valorizzate. Sono tutti temi che troviamo espressi nel programma della coalizione che sostiene la candidatura di Pierfrancesco Majorino a presidente di Regione Lombardia”.

“Per troppi anni – si legge ancora – nella nostra regione la sussidiarietà è stata utilizzata come pretesto per promuovere e giustificare un atteggiamento predatorio di un certo privato profit, soprattutto in sanità, finendo per non garantire, nei fatti, l’universalità e la gratuità della cura, sepolta sotto il totem di una libertà di scelta che viene riservata solo a chi ha risorse a disposizione. La solidarietà, nella visione di chi ha governato in questi decenni, è diventata un insieme di provvedimenti mirati a difendere presunti diritti basati su criteri di residenza e cittadinanza anagrafica, che nulla hanno a che vedere con la necessaria attenzione ai reali bisogni di chi ha scelto di vivere in Lombardia”.