La commemorazione dell’11 settembre a Dervio, intitolata la piazza del mercato al ricordo
Cassinelli: “Per non dimenticare e per costruire qualcosa di meglio”
DERVIO – “Non ci saranno inni, benedizioni e corone di fiori, non vuole essere un momento di patriottismo ma un momento di riflessione e di fratellanza tra popoli. Fratellanza tra quello statunitense e quello italiano ma più in generale tra tutti i popoli perchè solo l’11 settembre morirono cittadini di 90 diverse nazioni, tra cui molti italiani a cui si aggiungono tutti i morti per gli eventi provocati in seguito agli attacchi dell’11 settembre”.
Così il sindaco di Dervio, Stefano Cassinelli, è intervenuto sabato mattina all’intitolazione in paese di Piazza 11 Settembre 2001 e dl monumento commemorativo che raffigura le Torri Gemelle, abbattute nell’attentato di quella tragica data.
Alla celebrazione hanno preso parte i sindaci del territorio, il prefetto e il vice console degli Stati uniti d’America Thomas Chidiac.
“Questo monumento è stato fatto grazie a persone che hanno donato, non è costato nulla alla comunità, è fatto dalla gente per la gente: Raffaele Rubini ha donato la putrella che rappresenta il World trade center distrutto, Natta Graniti ha donato le Torri gemelle in granito realizzate in scala e la ditta Bonazzola che ha donato il lavoro per costruire il monumento e Vivai Fiordelmondo per aver donato le decorazioni floreali” ha sottolineato Cassinelli.
Hanno portato il loro saluto il prefetto di Lecco Castrese De Rosa che ha ricordato il profondo legame tra i nostri governi. Anche il vice console Thomas Chidiac ha ribadito la fratellanza tra Italia e Usa. Chidiac ha inoltre apprezzato il monumento realizzato in occasione del ventennale: “Si tratta di un’opera molto evocativa e apprezziamo tantissimo che sia stato realizzato con la collaborazione della comunità di Dervio. Questa cittadina è splendida e certamente ritornerò”.
“Perchè fare una piazza per l’11 settembre? Non serve spiegare cosa è l’11 settembre, serve usare l’11 settembre per non dimenticare e per costruire qualcosa di meglio – ha spiegato il sindaco – Sono passati vent’anni e la cura è stata forse peggio della malattia. Abbiamo fallito, abbiamo sprecato vent’anni e non abbiamo onorato le vittime di quei vili attentati. Noi occidentali non sappiamo comprendere, non capiamo cosa è successo nel mondo arabo dopo il fallimento del panarabismo e il ritorno violento dell’islamismo, non ci facciamo le domande giuste. Passiamo dai bombardamenti alla sottomissione, dal praticare azioni militari per vincere una guerra asimmetrica che non si potrà mai vincere all’accettare compromessi che vanno contro la nostra cultura e la civiltà che abbiamo costruito in migliaia di anni”.
“Prima di dare le risposte – ha aggiunto – dovremmo porci le domande giuste e ancora non siamo riusciti in questo. Intitolare una piazza, mostrare un monumento, porre domande e non dimenticare è quello che dobbiamo ai tanti morti e alle future generazioni. Dobbiamo avere l’orgoglio di difendere la nostra civiltà e il nostro stile di vita, ci siamo arrivati attraverso peripezie, balzi intellettuali straordinarie e anche barbarie indicibili, ma siamo arrivati a valori sanciti con delle Costituzioni: valori inviolabili come uguaglianza, parità e libertà d’espressione. Valori da cui non dobbiamo retrocedere davanti ai terroristi ispirati da principi che non conoscono uguaglianza, diritti civili, democrazia e libertà di pensiero. Per questo il monumento del 11 settembre riporta una frase di Michael Moore: ‘Voglio farvi una domanda: credete in qualcosa con tanta forza da lanciarvi con un aereo contro un edificio a 750 chilometri all’ora? No, e non ci credo nemmeno io’. Ma il vostro nemico ci crede. E se ci crede, chi vincerà, alla fine? Questa è una domanda raggelante che non vogliamo affrontare.“