Cambia Merate: “Troppo disordine in centro nel primo giorno di zona gialla”

Tempo di lettura: 3 minuti

La minoranza contesta la mancanza della Polizia locale ieri, domenica, in piazza a Merate

“C’è anche una responsabilità politica: l’affollamento di ieri era facilmente prevedibile e andava gestito”

MERATE – “Non serviva certo la sfera di cristallo per considerare che nella giornata di domenica si sarebbe verificato quanto abbiamo visto, specie in corrispondenza di alcuni esercizi pubblici. Eppure dall’Amministrazione comunale non c’è stato neppure questo minimo di attenzione“. E’ il duro attacco sferrato dal gruppo di minoranza Cambia Merate dopo che ieri, domenica, durante il primo giorno in cui la Lombardia è diventata zona gialla in centro città si sono registrati parecchi assembramenti.

Per il gruppo di opposizione, guidato da Aldo Castelli, l’amministrazione comunale avrebbe dovuto fare di più per contrastare quello che è successo, visto che era ampiamente prevedibile.

Quanto si è verificato nella giornata di domenica, in centro città, è poco edificante. Anzi, pericoloso. Se la maggioranza di persone, tra cui tante famiglie che hanno riempito le vie e le piazze di Merate, ha rispettato con scrupolo e attenzione le ormai arcinote regole che ci preservano dal Coronavirus, minoranze non poi così esigue se ne sono bellamente fregate. E, purtroppo, come ormai sappiamo, bastano pochissime persone, inconsapevoli diffusori del virus, a creare focolai”.

Nel mirino di Cambia Merate ci sono soprattutto i più giovani: “Non tacciamo i dettagli: a fregarsene delle regole di salute pubblica, sebbene non fossero i soli, erano parecchi giovani e giovanissimi. Quelli nel pieno della scolarizzazione, che più tutti accedono alle informazioni scientifiche, e non alle scemenze negazioniste che la didattica, seppure a distanza, dovrebbe aver contrastato. Non si tratta di essere bacchettoni, dimentichi di cosa significhi avere vent’anni o giù di lì, ma di ricordare anche a tutti che occorre solidarietà e rispetto per le fasce della popolazione più vulnerabili. Tutti abbiamo bisogno di normalità, desiderio di socialità; di vedere familiari, amici e conoscenti. Di una chiacchiera. Ma non per questo dobbiamo, con il maggior numero di morti su abitanti in Europa, permetterci di fare potenzialmente del male agli altri. Occorre ricordare che ciascuno di noi deve fare la propria parte. Ora che sappiamo cosa si deve e cosa non si deve fare”.

Una considerazione da cui segue la stoccata all’amministrazione comunale: “Chi scrive non apprezza toni etici e ancor peggio paternalistici da parte di chi ha responsabilità di governo a qualunque livello, ma forse, considerato quel che si verifica, viene forse da dire che qualcuno merita di essere trattato come fosse un bambino. In aggiunta a quelle individuali, esistono le responsabilità politiche. Perché mai, in una immaginabile e prevedibile situazione di assembramenti, non si è visto un agente della Polizia locale di Merate, per le vie del centro?”.

Una domanda a cui segue una lapidaria conclusione: “Non serviva certo la sfera di cristallo per considerare che nella giornata di domenica si sarebbe verificato quanto abbiamo visto, specie in corrispondenza di alcuni esercizi pubblici. Eppure dall’Amministrazione comunale non c’è stato neppure questo minimo di attenzione. Non ci sono vigili per contrastare i furti, non per ricordarci che che occorre tenere alta la guardia contro il Covid. Se ciascuno non fa la propria parte, non se ne esce”.