Nove candidati sindaci hanno sottoscritto un manifesto di intenti per guardare al futuro della Brianza collinare
Focus su molti temi, tra cui ambiente, trasporti, lavoro, cultura, welfare e sanità: “Il Pronto Soccorso del Mandic deve restare Dea di 1° livello”
MERATE – “Non siamo isole”. Ne sono convinti i nove candidati sindaci e i sette primi cittadini che hanno sottoscritto un impegno a promuovere politiche sempre più integrate nella Brianza meratese e casatese. Ieri pomeriggio, la sede elettorale di Cambia Merate ha ospitato l’incontro di presentazione di quello che più che un progetto, vuol essere un atteggiamento costruttivo e propositivo per il futuro.
Ne hanno parlato confrontandosi e credendoci i candidati Aldo Castelli (Cambia Merate), Filippo Galbiati (Persone e idee per Casatenovo), Adele Gatti (Airuno Aizurro Progetto Comune), Cristina Citterio (Impegno Civico Lomagna), Paolo Brivio (Progetto Osnago), Gianpaolo Torchio (Vivere la piazza Paderno), Robertino Ettore Manega (Siamo Verderio), Mirko Ceroli (Il Paese – Barzago) e Sergio Pini (Progetto Cassago Democratica). Il manifesto ha ricevuto il sostegno anche di diversi sindaci (alcuni dei quali ieri presenti a Merate), ovvero Daniele Villa (Robbiate), Davide Maggioni (Sirtori), Stefano Motta (Calco), Franco Carminati (Montevecchia), Roberta Trabucchi (La Valletta), Bruno Crippa (Missaglia) e Giancarlo Aldeghi (Barzanò).
Castelli: “Bisogna uscire dai campanilismi”
“L’ho sempre sostenuto e lo ribadisco a gran voce – ha esordito Aldo Castelli nelle vesti di padrone di casa -. E’ necessario uscire dai campanilismi e approcciarci ai problemi in un’ottica sovracomunale”. Opinione ribadita da Filippo Galbiati, sindaco uscente di Casatenovo, pronto a confrontarsi per la seconda volta con le urne il prossimo 26 maggio. “In questi anni il sistema degli enti locali ha subito molti attacchi. Per superare questi momenti di crisi, è importante avere uno sguardo bypartisan. Ho notato con piacere che negli ultimi 15 anni negli amministratori locali è maturata la volontà e la capacità di lavorare insieme”.
Galbiati si è spinto oltre, pensando già a una nuova identità, quella della Brianza collinare su cui lavorare. “La nostra non è la Brianza del mobile, è una Brianza che ha ragioni anche di attrattività turistica su cui si può lavorare insieme”. Fondamentale per raggiungere questo obiettivo la capacità di arrivare a una pianificazione condivisa, forti del fatto di poter partire da un tessuto omogeneo, non solo a livello ambientale ma anche sociale. “Questa è la sfida che lanciamo oggi come centrosinistra e che allarghiamo a tutti gli schieramenti – ha continuato il sindaco di Casatenovo -. Deve nascere dal territorio la voglia di far nascere questa Brianza collinare in un contesto di area vasta o omogenea”. Galbiati ha puntualizzato: “Questo documento non equivale a voler tradire il contesto provinciale con cui e in cui ben lavoriamo, ad esempio per la raccolta dei rifiuti. Ma è indubbio che abbiamo specificità nostre che ci interrogano”.
Brivio: “I problemi travalicano i confini dei nostri Comuni”
Convinto della necessità di compier questo passo in avanti anche il sindaco uscente di Osnago Paolo Brivio, anche lui candidato per il secondo mandato.
“Penso che ognuno di noi si renda conto, amministrando, che i problemi con cui ci confrontiamo ogni giorno vanno ben al di là dei confini territoriali. Ogni giorno siamo posti di fronte a problemi e sfide di area vasta. In questi anni i Comuni della Brianza meratese e casatese hanno dato prova di capacità di coordinamento, perseguendo obiettivi unitari. Bisogna fare però di più, non accontentandosi di collaborazioni saltuarie e geometrie territoriali variabili e improvvisate”.
Tanti temi da affrontare in un’ottica sovracomunale
Tra i temi più indicati per essere analizzati in un’ottica sovracomunale, quello del trasporto pubblico locale (“il mondo giovanile soffre molto questo limite del trasporto verso la città”), della cultura (significativo il ruolo riconosciuto al Consorzio Villa Greppi per la predisposizione del piano culturale), dell’ambiente, del lavoro, del territorio. Non da ultimo quello della salute e del welfare con la difesa di retesalute e dell’ospedale.
La questione del Mandic
Medico di professione, Galbiati ha dedicato un inciso alla situazione del Mandic, ribadendo che la vera battaglia la si sta combattendo ora con il riconoscimento del Pronto Soccorso come Dea di primo livello. “Il Mandic ha problematiche importanti che derivano dalla situazione generale contrassegnata da una progressiva assenza di medici, soprattutto nei reparti dell’emergenze urgenza. Ed è proprio dal mantenimento del dipartimento di emergenza che dipende il futuro del Mandic perché a esso è legata la permanenza di dipartimenti importanti, come la stroke unit e la rianimazione”. Galbiati ha esortato a non ridurre tutto a una mera questione di numeri, perché riuscire a contingentare gli accessi al pronto Soccorso è un indice di qualità e buon lavoro di tutte le strutture che operano intorno e in maniera complementare all’emergenza”.