La carica ricoperta dal presidente uscente contesa dal coordinatore delle Gev, le guardie ecologiche volontarie
I Comuni soci sono spaccati a metà: nell’incontro di lunedì scorso Olgiate Molgora e la Provincia non hanno sciolto le riserve
MONTEVECCHIA – Una poltrona per due. Sono infatti due le persone che hanno manifestato interesse per ricoprire la carica di presidente del Parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone. I cinque anni del mandato ricoperto dall’attuale numero uno dell’ente sovracomunale con sede a Cascina Butto sono in scadenza in queste settimane e Marco Molgora ha già manifestato ai sindaci la disponibilità a continuare per un altro lustro a ricoprire l’incarico. A contendergli lo scettro è il coordinatore delle Gev, le guardie ecologiche volontarie, Giovanni Zardoni.
Lunedì sera i due hanno presentato ai sindaci della comunità del Parco quello che potrebbe essere definito come una sorta di programma elettorale, definendo priorità e obiettivi da raggiungere per i prossimi anni. Molgora ha sottolineato gli interventi effettuati dal 2019, anno in cui rilevò l’eredità dallo storico presidente Eugenio Mascheroni a oggi, rimarcando la necessità di rispettare e muoversi all’interno delle normative vigenti in tema di aree verdi e parchi regionali in continuità con quanto promosso finora. Zardoni ha posto invece l’accento sulla necessità di valorizzare le attività agricole e ricettive presenti all’interno del Parco, snocciolando, in 19 punti, iniziative e proposte per rendere ancora più fruibile l’oasi verde brianzola.
Due linee di pensiero che hanno polarizzato i sindaci in due schieramenti con i primi cittadini, tutti riconducibili al centrosinistra, che hanno confermato fiducia a Marco Molgora, storico sindaco di Osnago, tre di centro destra (Cernusco, Montevecchia, Sirtori) a cui si aggiunge, come battitore libero, La Valletta Brianza, che hanno anticipato la volontà di sostenere Zardoni e Olgiate Molgora e la Provincia di Lecco che si sono infine riservati la facoltà di analizzare i programmi prima di esprimersi in merito.
La data delle elezioni, con il rinnovo della comunità del Parco, resta ancora da definire: si aspetta infatti la pubblicazione sul Burl, il bollettino regionale, del nuovo Statuto del Parco del Curone, rivisto a seguito a seguito dell’ingresso di Airuno e Valgreghentino come Comuni soci. Con l’allargamento dei confini diventato operativo dal maggio scorso, sono cambiate anche le quote dei soci visto che Olgiate Molgora e Merate, già presenti nel Parco, hanno visto aumentare la superficie di aree entrate nel Parco, potenziando di fatto anche il proprio peso di voto (ponderato in base al numero di abitanti e la superficie di aree).
Ed è proprio sulle percentuali di voto che si sono concentrate le analisi degli amministratori. Allo stato attuale, confermato dall’incontro di lunedì, Marco Molgora potrebbe contare sul 45,2% dei voti con Missaglia a farla da padrone con il 14,39%, seguita da Valgreghentino (8,54%), Merate (8,43%), Osnago (4,86%), Lomagna (4,5%), Airuno (3,95) e Viganò (1,58%).
Zardoni avrebbe incassato il sostegno di La Valletta Brianza (10,39%), Montevecchia (9,9%) Cernusco (4,3%) e Sirtori (4,28%).
Indecisi Olgiate Molgora (9,94%) e la Provincia di Lecco (15%) che potrebbe astenersi come fatto 5 ani fa per non incidere con il proprio voto sulle scelte dei Comuni.
I bene informati sono convinti che Alessandra Hofmann potrebbe però non confermare la scelta effettuata dal suo predecessore 5 anni fa schierandosi apertamente per Zardoni mentre Olgiate Molgora si troverebbe a un bivio tra il sostengo a un candidato sponsorizzato da Comuni “amici” i buoni rapporti intessuti finora con Molgora.
Ragioni per cui non è escluso che si possa cercare di ragionare, anche se i margini, anche dopo l’incontro di lunedì, sembrano pochi su una sintesi che porti a una candidatura unica e condivisa (pur tra qualche mal di pancia) con pesi e contrappesi gestiti all’interno della comunità del Parco.