Il tema è il nuovo viadotto viario e ferroviario accanto allo storico Ponte San Michele
“Siamo convinti che la partita del Ponte di Paderno sia rilevantissima per l’intero territorio lecchese e delle provincie limitrofe”
PADERNO D’ADDA – Le infrastrutture non vanno in “vacanza”. Anzi, sembrerebbe che proprio durante la stagione estiva la progettazione di alcune delle più importanti infrastrutture del territorio stia avendo un’accelerazione, come nel caso del Ponte di Paderno.
Proprio qualche giorno fa, nella riunione del 24 luglio scorso tra Regione Lombardia, MIT, RFI e gli enti locali, il Ministero dei Trasporti ha riferito di aver deciso di procedere alla progettazione un unico viadotto (per auto e treni) a sud del Ponte San Michele, per un costo di circa 350 milioni di euro.
L’ipotesi presentata, tuttavia, risulta qualitativamente incompatibile non solo con la candidatura a sito Unesco ma, soprattutto, con la qualità ambientale e paesaggistica della valle dell’Adda.
Per questo, dopo un colloquio con gli amministratori locali del territorio meratese, in primis con il sindaco di Paderno, Gianpaolo Torchio, in prima linea sulla questione, l’On. Fabrizio Benzoni di Azione, segretario regionale del partito guidato da Carlo Calenda, ha presentato un’interrogazione al Ministro Matteo Salvini per chiedere tre chiarimenti fondamentali.
Tre i chiarimenti richiesti: quali iniziative intende adottare al fine di sollecitare i passaggi necessari a garantire l’avvio, l’esecuzione e la consegna dell’opera entro i termini; secondo quali procedure intenda coinvolgere i Comuni del territorio compromessi dal futuro incremento di traffico ai fini della mitigazione dello stesso; se non ritenga opportuno intervenire affinché la soluzione progettuale considerata venga riesaminata al fine di tutelare la candidatura transnazionale del Ponte San Michele a patrimonio dell’UNESCO.
“Dal dialogo con gli amministratori locali e con la sezione provinciale del Partito è emersa l’urgenza di interrogare il Ministro sulle scelte che intende adottare per arrivare a sostituire il Ponte San Michele entro la scadenza del 2030 senza danneggiare un territorio di particolare pregio come quello della Valle dell’Adda. Scelte oculate anche in termini di impatto viabilistico devono essere al centro delle valutazioni sulla nuova infrastruttura” spiega Benzoni.
Soddisfatto il Direttivo provinciale di Azione Lecco: “Siamo convinti che la partita del Ponte di Paderno sia rilevantissima per l’intero territorio lecchese e delle provincie limitrofe. Pungolare gli enti di competenza è, quindi, doverosa per chi, come noi, ha fortissimamente a cuore la buona amministrazione della cosa pubblica. Un ringraziamento sentito all’On. Benzoni che ha dimostrato massima attenzione e disponibilità. È grazie a questo lavoro sinergico che si capisce il valore di far parte di un partito che ha voglia di entrare in Azione” commenta Eleonora Lavelli, segretaria provinciale.
Di seguito il testo integrale dell’interrogazione:
“Al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti – Per sapere – premesso che: il Ponte di Paderno, conosciuto anche come Ponte San Michele, è un famoso ponte ad arco che collega le province di Lecco e Bergamo e attraversa il fiume Adda tra i comuni di Paderno d’Adda e Calusco d’Adda.
Di proprietà di Rete Ferroviaria Italiana (RFI), si tratta di una infrastruttura innovativa se si considera il periodo della sua realizzazione. Si caratterizza per consentire il transito su due livelli con la linea ferroviaria Bergamo-Carnate Milano e il sovrastante collegamento viabilistico tra le province di Lecco e di Bergamo.
Per le sue caratteristiche, l’opera è vincolata sotto il profilo monumentale e paesaggistico e si colloca nel parco regionale Adda Nord e nell’Ecomuseo di Leonardo da Vinci.
Ulteriore rilevante aspetto riguarda il Piano regionale della mobilità ciclistica del 2016, il quale ha individuato nella struttura del ponte lo snodo di connessione tra l’itinerario cicloturistico 2 “Pedemontana Alpina” e l’itinerario turistico 3 “Adda”;
RFI ha definito indicativamente al 2030 l’orizzonte temporale di dismissione sia della linea ferroviaria sia del traffico su gomma. Pertanto, RFI sta valutando la progettazione di nuove infrastrutture che consentano di assicurare la continuità sia della linea ferroviaria che della mobilità su gomma tra le due province interessate.
Questa importante infrastruttura era, fino allo scorso 24 luglio, candidata a diventare uno dei ponti europei patrimonio dell’UNESCO. Nel 2021, assieme ad altri cinque ponti europei costruiti prima del 1900 con la tecnica dell’arco unico in ferro, fu deciso di realizzare una proposta di candidatura transnazionale coinvolgente una serie di strutture con le stesse caratteristiche situate in Portogallo, Francia e Germania.
In tale data, tuttavia, a seguito di una riunione tra Regione Lombardia, MIT, RFI e gli enti locali, si è deciso di procedere alla progettazione di un’opzione che vede un unico viadotto (per auto e treni) a sud dell’attuale struttura viaria, del costo di circa 350 milioni di euro.
Tale scelta risulta incompatibile con le linee guida UNESCO e quindi il capitolo candidatura appare da archiviare. Tale esito è fonte di grande delusione per il territorio trattandosi di un disegno a cui la collettività lavorava da anni attraverso una filosofia di sviluppo territoriale con al centro le risorse ambientali e storiche del territorio. Questa decisione potrebbe non solo avere ripercussioni sull’intera candidatura transnazionale, potenzialmente pregiudicando il lavoro svolto anche da altri Paesi, ma va contro la tutela e la valorizzazione del patrimonio architettonico italiano così famoso e celebrato nel mondo.
Avendo l’attuale struttura del ponte vita utile fino al 2030, è necessario giungere celermente a una definizione completa del progetto, alla sua programmazione oltre al recupero delle risorse.
Le maggiori problematiche da considerarsi, nel corso della progettazione, hanno ad oggetto il traffico, la mobilità sia pubblica che privata nonché quella riguardante il passaggio di mezzi pesanti. Quella che sarà la nuova viabilità della zona necessita di essere raccordata minuziosamente così da mitigare gli effetti sul tessuto urbano. È stato stimato, infatti, che con il nuovo ponte il traffico sarà moltiplicato per quasi tre volte nei piccoli Comuni contigui a causa dell’arrivo di più di duemila mezzi pesanti.
La celere finalizzazione di una soluzione progettuale e viabilistica, coinvolgendo attivamente, come annunciato, le autorità locali, è quanto mai inderogabile visti i ridotti tempi a disposizione: quali iniziative intenda adottare al fine di sollecitare i passaggi necessari a garantire l’avvio, l’esecuzione e la consegna dell’opera entro i termini; secondo quali procedure intenda coinvolgere i Comuni del territorio compromessi dal futuro incremento di traffico ai fini della mitigazione dello stesso; se non ritenga opportuno intervenire affinché la soluzione progettuale considerata venga riesaminata al fine di tutelare la candidatura transnazionale del Ponte San Michele a patrimonio dell’ UNESCO”.