LECCO – Giovedì mattina a Milano, nell’ambito dei lavori della Commissione Ambiente della Regione Lombardia, il Comune di Lecco ha ribadito le osservazioni e le richieste di modifiche al “Piano Cave” adottato dal Consiglio Provinciale lo scorso anno.
“Le linee di indirizzo formulate ed approvate dal Consiglio Comunale vanno in una direzione ben determinata – spiega il Consigliere Alberto Invernizzi, presente oggi a Milano con il Sindaco Virginio Brivio, e i consiglieri Antonio Pattarini e Stefano Parolari – Chiediamo lungimiranza, ovvero che venga prestata un’attenzione particolare alle costruzione degli schemi di convenzione, che caratterizzeranno la portata e la bontà degli interventi sul nostro territorio e sulle nostre montagne nei prossimi anni. Il Comune di Lecco ha concretamente richiesto di ridurre il consumo del suolo programmato dal Piano e lo ha fatto entrando nel merito dei singoli progetti di ampliamento previsti sul territorio comunale lecchese, che da soli si avvicinano al 90% degli interventi complessivi descritti dal Piano Cave provinciale”.
Ridimensionare la portata degli interventi, ma anche riqualificare prontamente le aree interessate:
“Abbiamo chiesto – prosegue il Consigliere Invernizzi – che per la cava del Cornello, piccola, ma distante solo un centinaio di metri dall’Ospedale di Lecco, l’intervento sia rapido e consenta un immediato ripristino; abbiamo suggerito di non ampliare, come invece prevede il Piano, la cava del Vaiolo Bassa, che procurerà materiale per ancora 10 anni e, dunque, se allargata ulteriormente, determinerebbe una portata di durata perfino superiore alla valenza temporale del Piano stesso e intaccherebbe una volta ancora il territorio e abbiamo caldeggiato una collaborazione tra i cavatori per ottimizzare lo sfruttamento del suolo”.
In relazione alle storiche cave del Magnodeno, già in grado di modificare il profilo idrogeologico del rilievo cittadino, intervenendo perfino sulla portata dei 4 torrenti che lo attraversano e scendono a valle, il Comune ha chiesto di prevedere nel Piano la definitiva interruzione di un’estrazione a scopo industriale che dura da oltre 60 anni.