M.P. – RUBRICA – Il titolo vuole essere un controsenso provocatorio per individuare ai giorni nostri una categoria di immobili che non generano reddito e non hanno, nel breve periodo, la possibilità di essere collocati sul mercato.
Gli anni che stiamo vivendo sono molto particolari, lasciano intravedere la fine di un tunnel durato molti anni, ma che dobbiamo essere consapevoli sfocerà in un mercato radicalmente diverso da quello da dove è partito.
Sfortunatamente la nostra memoria e la nostra routine, soprattutto quella dei risparmiatori, ma anche quella di qualche operatore qualificato, ci lega a un mercato che non esiste più e, anche con l’attesa, non ci sarà più.
Gli operatori, ma forse anche quelli che dieci anni fa hanno cambiato lavoro alla rincorsa dei soldi facili nell’immobiliari, ricordano che un tempo qualsiasi cosa posta sul mercato trovava una sua collocazione e questo portava a vedere la conversione o la rivalutazione di qualsiasi cosa, i box si trasformavano in negozi, i solai in sottotetti abitabili, tuguri senza finestre e quasi inabitabili convertiti in appartamenti o più semplicemente immobili con poco pregio con un imbiancata venivano ricollocati sul mercato e trovavano un acquirente anche ad un valore superiore rispetto a quello che un saggio estimatore avrebbe periziato.
Il mercato gonfiato o la bolla immobiliare viene sicuramente da un’iper domanda data dalla facilità di accesso al credito, dal pensiero che gli immobili si rivaluteranno sempre, da una spinta degli operatori immobiliari e da tanti altri fattori di cui non ci si preoccupa quando si pensa che tutto andrà per il verso giusto.
Gli anni trascorsi ci hanno fatto capire che le basi della stima immobiliari sono ben altre rispetto a quelle emozionali, speriamo che gli anni di profonda crisi lascino il giusto segno e non ci facciano commettere gli stessi errori in un futuro mercato analogo.
Oggi c’è più offerta che domanda e quindi quegli immobili che un tempo avrebbero riscontrato l’interesse per una valorizzazione non hanno mercato, un box in periferia non viene trasformato in negozio visto che a fianco c’è probabilmente un negozio all’asta ad un valore inferiore a quello del semplice box e così via pensando che oggi il mercato propone beni a valori inferiori di quelli di costruzione.
Ci sono quindi beni che generano meramente costi e nell’attuale condizione non possono far prevedere che il mercato li recepisca in tempi brevi poichè i tempi saranno prolungati dal fatto che il mercato dovrà prima assorbire immobili più interessanti.
COSA FARE ?
Il secondo consiglio che diamo sempre è entrare nell’ottica di consolidare le perdite, al di fuori di alcuni casi in cui veramente non esiste una collocazione sul mercato, spesso per incrociare la domanda bisogna retificare il prezzo di vendita.
Il valore di un immobile si può trovare grazie ad un bravo esperto estimatore, professionista tecnico, o grazie agli agenti immobiliari che lavorano nella zona in cui il bene è posto in vendita.
Consolidare le perdite vuole dire potenzialmente perdere meno di cio che si potrà perdere o spendere causa spese e tempo.
Il primo consiglio è trovare metodi per valorizzare l’immobile in questione e di questo parleremo nel prossimo articolo “valorizzare un immobile”.
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Paramatti&Associati
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Amm. unico geom. Simone Paramatti
Paramatti & Associati s.r.l.
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