Il farmacista risponde. Vaccino antinfluenzale: domande e risposte

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RUBRICA – Come ogni anno, con l’avvicinarsi della stagione invernale arrivano puntualmente i tipici malanni: le sindromi influenzali e para-influenzali. La maggior parte di questi disturbi sono di origine virale, cioè provocati da virus nei confronti dei quali l’uomo possiede da solo scarse armi di difesa. Per tal motivo il virus influenzale colpisce ampie fasce della popolazione, assumendo carattere epidemico, come nel caso dell’influenza. Il primo aiuto efficace per evitare di ammalarsi è rappresentato dal vaccino.

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Dott. Alberto Ghisellini

In Italia ogni anno in media 6-9 milioni di persone vengono colpite dal virus dell’influenza e 8000 trovano la morte per complicanze della malattia, come la polmonite. Nel mondo, invece, l’influenza invernale uccide ogni anno tra 250000 e 500000 persone e l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) calcola che la vaccinazione riduce del 60% la morbosità e dell’80% circa la mortalità correlata all’influenza.

“Che cos’è il vaccino antinfluenzale?”
L’influenza è provocata da un virus che prende il nome di Ortomixovirus, la cui infezione può essere prevenuta mediante vaccinazione, attraverso la quale vengono iniettate sottocute frazioni del virus o virus attenuati (cioè non in grado di scatenare infezione) provocando nell’individuo vaccinato la produzione di anticorpi necessari per neutralizzare il virus quando attaccherà l’organismo. La composizione del vaccino è conforme alle raccomandazioni dell’OMS e alle decisioni dell’Unione Europea adottate per la stagione influenzale in corso. Nessuno dei componenti contenuti nel vaccino può causare l’influenza.

L’effetto del vaccino protegge a partire da circa 2-3 settimane dopo la vaccinazione: tempo necessario all’organismo per produrre gli anticorpi. Poiché le strutture virali di superficie, chiamati “antigeni”, contro cui il soggetto si immunizza attraverso la vaccinazione, possono variare da un anno all’altro, ogni anno la vaccinazione antinfluenzale deve essere ripetuta con un nuovo vaccino.

“Vaccinarsi è sicuro? Funziona?”
I vaccini antinfluenzali vengono sottoposti a una serie di controlli prima e dopo l’immissione in commercio. I controlli prima della commercializzazione riguardano la qualità e gli studi clinici volti alla verifica degli standard previsti dalle autorità nazionali e internazionali (Organizzazione mondiale della sanità e Agenzia Europea valutazione medicinali). Nel frattempo l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) cura l’attività di gestione tecnico/amministrativa dei Certificati di controllo di stato e dei relativi casi di non conformità dei lotti sottoposti al controllo di stato. Successivamente, una volta immessi sul mercato, i vaccini sono sottoposti ad una verifica dei requisiti di Farmacopea posseduti al momento del rilascio e al monitoraggio delle segnalazioni relative a difetti di qualità, effetti collaterali, reazioni avverse.

“Nonostante la vaccinazione ho preso l’influenza”: raro, ma può succedere. Questo perché la capacità del vaccino antinfluenzale di prevenire l’influenza deve tener conto di due variabili: le caratteristiche della persona vaccinata (età, stato di salute) e la somiglianza tra i virus contenuti nel vaccino e quelli circolanti (questo spiega il perché degli studi e controlli meticolosi prima di immettere in commercio il vaccino).

Perciò, anche negli anni in cui l’efficacia del vaccino è ottimale, i benefici della vaccinazione possono tuttavia variare all’interno della popolazione a seconda delle caratteristiche delle persone vaccinate. Questo non significa che il vaccino “non funzioni”: la letteratura internazionale ci dice che la vaccinazione è sicura ed è in grado di arrecare importanti benefici per la salute pubblica.

“Quando ci si deve vaccinare?”
Il rischio maggiore di contrarre l’influenza è nei mesi freddi, soprattutto se c’è una variabilità climatica continua “caldo-freddo”, come in questo periodo, quindi tra Ottobre e Marzo. In genere in questi mesi partono, differentemente Regione per Regione, delle Campagne vaccinali antinfluenzali, volte a sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione dell’influenza. Se ci si attarda e non ci si è vaccinati in autunno è ancora ragionevole procedere con la vaccinazione fino alla stagione primaverile, poiché c’è ancora il rischio di contrarre l’influenza fino a questo periodo dell’anno. L’intervallo ottimale per l’antinfluenzale è comunque tra novembre e dicembre. Al momento della vaccinazione il paziente non deve avere febbre o altra malattia acuta, ma dovrà essere rimandata fino a quando il soggetto non sarà guarito. La vaccinazione antinfluenzale è raccomandata alle donne che si trovano nel secondo e terzo trimestre di gravidanza durante il picco epidemico, a tutti i soggetti a rischio di complicanze per patologie pregresse o concomitanti, ai soggetti di età pari o superiore ai 65 anni e agli operatori sanitari che si trovano a diretto contatto con i pazienti.

Tutti coloro che desiderano evitare di contrarre il virus possono comunque vaccinarsi, e il vaccino può essere acquistato nelle farmacie con ricetta medica.

“Nonostante la vaccinazione antinfluenzale mi sono ammalato: come intervenire?”
La variabilità delle caratteristiche delle persone, come accennato prima, può determinare, nonostante la vaccinazione, la comparsa di sintomi attribuibili all’influenza. Nella maggior parte dei casi si tratta di sindromi di natura respiratoria, più leggere, provocate da altri tipi di virus non influenzali, questo perché il vaccino antinfluenzale protegge da uno specifico tipo di virus, più potente e quindi più nocivo.

In tali casi il decorso della patologia, solitamente benigno, tende a regredire, ad esclusione di sovra-infezioni batteriche, nel giro di 4-5 giorni.

In aggiunta ai classici “riposo a letto”, eventualmente antipiretici per la febbre (oltre i 38°) e decongestionanti per eccesso di muco e catarro, si possono abbinare dei prodotti di origine vegetale per contrastare i fastidiosi sintomi. A titolo di esempio: l’estratto secco dei germogli fogliari di Olivello Spinoso contiene flavonoidi antiossidanti e diversi tannini in grado di ostacolare lo sviluppo di alcuni virus e batteri. Un altro esempio che vale la pena citare è la propoli, che possiede attività benefiche del cavo orale, grazie alla sua azione antibatterica e quindi di prevenzione nelle affezioni respiratorie. Le proprietà della propoli sono tuttavia influenzate dalla concentrazione dei suoi principi attivi. Anche in ambito omeopatico ci sono in commercio prodotti in grado di aumentare le difese immunitarie, attraverso la somministrazione settimanale di globuli da sciogliere in bocca, lontano dai pasti. Se si hanno dei dubbi ci si può rivolgere al farmacista, che saprà consigliare al paziente il prodotto più adatto alla cura dei sintomi.

Concludendo possiamo dire che accanto alla vaccinazione, oltre ai farmaci sintomatici disponibili non dobbiamo dimenticare le buone norme utili per prevenire il contagio dell’influenza, attraverso semplici gesti quotidiani, dettati dal buon senso: ad esempio lavarsi spesso e bene le mani, non toccarsi il viso se queste non sono pulite e coprirsi naso e bocca quando si starnutisce.

Con queste raccomandazioni: una buona e sana stagione invernale a tutti!

Dott. Alberto Ghisellini
(Agifar)

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