Anziani e disabili: crescono le richieste di sostegno, non le risorse

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LECCO – L’invecchiamento della popolazione è una caratteristica del nostro Paese e riguarda in modo sensibile anche il territorio di Lecco. Non si tratta solo di un fattore sociologico ma costituisce uno dei principali elementi che determinano la spesa in ambito sanitario, sociosanitario e sociale.

Lo precisa l’ATS che ha stimato nell’area lecchese, dal 2003 al 2017, l’incremento degli over 65 sulla popolazione in media del 4,5%; l’Ambito di Bellano registra un più 5,10% (23,6% della popolazione), l’Ambito di Lecco più 4,2% (22,6% della popolazione ), l’Ambito di Merate più 4,80% (21,5% dei residenti). Nello stesso periodo gli ultraottantenni sono aumentati mediamente del 2,4%.

“Questi dati – spiegano dall’Ufficio d’Ambito di Lecco – determinano un incremento delle patologie croniche, invalidanti e della non autosufficienza, con effetti rilevanti sulla qualità della vita delle persone e dei nuclei e sulla capacità del sistema dei servizi di dare una risposta adeguata ai bisogni. Il sistema d’offerta regionale che riguarda la fragilità, in particolare per quanto riguarda anziani e disabili, è caratterizzato da modelli che rispondono ormai solo parzialmente ai bisogni e dal costo molto elevato”.

Nel 2016, la provincia di Lecco si è vista assegnare risorse inferiori rispetto al 2015 nell’ambito del programma operativo regionale a sostegno delle persone in condizioni di non autosufficienza, (DGR 5940/2016), in totale 854 mila rispetto all’oltre un milione di euro del 2015. Un ridimensionamento compensato dall’incremento del fondo relativo alla misura B1 (a favore di soggetti in disabilità gravissima), erogato direttamente dalle ATS.

Complessivamente, nell’anno 2017 sono state presentate 729 istanze di cui 296 per la prima volta, confermando il dato di mobilità già evidenziatosi gli scorsi anni, di più nel distretto di Lecco (374) a Merate (265) e poi Bellano (90). Scomponendo il quadro della domanda fra anziani e disabili si rileva la prevalenza delle richieste relative al sostegno della disabilità. “Il complessivo maggior numero delle istanze per disabili non è solo determinato dalla ovvia continuità delle stesse nel tempo rispetto agli anziani – spiegano dall’Ufficio d’Ambito – Infatti anche il dato delle nuove istanze è comunque superiore nell’area disabili, principalmente per l’aumento delle domande relative ai minori”.

 

Nell’area anziani/non autosufficienza quasi il 64% delle risorse è destinato al cosiddetto autosoddisfacimento, cioè al riconoscimento delle prestazioni rese dal caregiver familiare. A questo si aggiunge una quota superiore al 29% delle risorse impiegate per il buono sociale a riconoscimento delle prestazioni rese dall’assistente familiare.

Complessivamente, quindi, il 93% delle risorse si traduce in trasferimenti monetari il cui esito non necessariamente produce un incremento della qualità della prestazione in favore del beneficiario.

“Per carenza di risorse – proseguono  – quest’anno non è stato possibile attivare i voucher di sostegno e monitoraggio al caregiver, introdotti lo scorso anno, per accompagnare, in alcuni momenti, il familiare o la badante nell’evoluzione del compito di cura attraverso il supporto di una persona qualificata”.

Il problema è che “le risorse assegnate agli Ambiti non coprono il fabbisogno, in parte per la riduzione avvenuta nel 2017, in parte per i criteri previsti dalla DGR regionale che determinano una impostazione precisa e vincolante, in alcuni casi, nell’utilizzo delle stesse”.

Nelle tabelle a seguire vengono evidenziati i valori medi delle risorse assegnate per ogni intervento, in relazione alle richieste presentate; si evidenzia una certa differenza fra gli Ambiti. Il dato dell’Ambito di Bellano, grazie a risorse residue dell’anno precedente, porta in realtà, la spesa media a circa €2.400 per beneficiario. Il dato dell’Ambito di Merate è fortemente condizionato da alcuni interventi sulla disabilità grave che hanno richiesto un importante investimento di risorse specifiche. Nella seconda tabella il fabbisogno stimato e la differenza rispetto alle risorse assegnate.

Più articolata l’offerta nell’area della disabilità, poiché abbraccia uno spettro di bisogni più ampio e fasce d’età differenziate. Il riconoscimento delle prestazioni del caregiver familiare impegna il 46,5% delle risorse assegnate e solo il 2% circa è destinato all’assistente familiare. Il 7% della spesa è invece orientato a sostenere i progetti di vita indipendente di persone che si avvalgono di un assistente personale per vicariare i deficit e per condurre una vita il più possibile autonoma.

Le spese per periodi residenziali che offrono occasioni di sollievo alle famiglie rappresentano solo poco più del 4% dell’investimento, non perché sia calato il bisogno quanto piuttosto per la carenza dell’offerta, soprattutto nel periodo estivo (strutture sature).

Il 37% delle risorse è invece destinato a progettualità specifiche e differenziate a sostegno della vita di relazione, per la realizzazione di interventi sostitutivi e/o complementari all’offerta dei servizi. Va infatti segnalato che è in costante crescita l’esigenza di offerte personalizzate, di servizi diurni, di progettualità specifiche e flessibili che non sono presenti nel sistema regionale dell’offerta per la disabilità.