Sempre più soci per l’Avis lecchese ma calano le donazioni

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LECCO –  Sempre più soci per l’Avis provinciale: nel 2013 il popolo dei donatori di sangue lecchesi ha raggiunto la soglia dei 15000 donatori (per la precisione 15098) con un incremento del 2,28% rispetto al 2012; sommandoli ai soci collaboratori, gli associati ad Avis Provinciale Lecco sono  15.352.

Queste le statistiche diffuse nei giorni scorsi dai vertici dell’associazione lecchese e dal presidente Bruno Manzini. Nonostante l’incremento degli iscritti, l’Avis ha rilevato una riduzione delle donazioni da 31795 a 30006, dovuta in buona parte ai continui “stop and go” richieste dal centro trafusionale per far fronte alle eccedenze dei gruppi  0+, A+, B+.

Le donazioni di sangue intero hanno registrato la cifra di 24326 con una sensibile riduzione rispetto al dato 2012 mentre le donazioni di plasma (5680 nel 2013) hanno registrato un incremento dell’ 2,1% (5566 nel 2012).

“Le rilevanti variazioni donazionali che si verificano di anno in anno trovano spiegazione nelle necessità contingenti del sistema trasfusionale lombardo che, a nostro avviso, abbisognerebbe di una migliore messa a punto – spiegano dall’Avis –  Infatti, il DMTE di Lecco, raccogliendo quasi il doppio del sangue necessario per gli utilizzi locali e quindi cedendo all’esterno il maggior quantitativo di unità di sangue, risente delle incongruenze attinenti il sistema di flussi compensativi in ambito regionale messo in atto fra i DMTE, CRCC (Centro Regionale di Coordinamento e Compensazione), AREU, per gli scambi intraregionali e per quelli extraregionali” Di qui la riduzione l’ulteriore riduzione delle donazioni (1,99% contro il 2,15% del 2012).

AVIS - pres. Bruno ManziniIl dato relativo alle fasce di età dei donatori con  età fino ai 35 anni conferma la presenza fra i soci di molti giovani; essi rappresentano quasi un terzo dei 15000 donatori della provincia, mentre per i rimanenti due terzi i dati evidenziano una sostanziale stabilità nella fascia d’età da 36 a 45 anni e un leggero incremento nella fasce da 46 a 65 anni rispetto agli anni precedenti.

Si registra anche un lieve incremento della componente femminile (+0,20%) sia in termini di suddivisione uomini/donne che in termini di nuove donatrici.

Il numero dei soci collaboratori si è attestato sui livelli degli scorsi anni. “Sarebbe auspicabile l’inclusione nella categoria di qualche persona nuova per acquisire energie fresche e contribuire al rinnovamento dell’associazione – proseguono dall’AVIS –  Dobbiamo avviare una seria riflessione in proposito come si propone più avanti al punto “adeguamenti normativi”, nella consapevolezza dei grandi cambiamenti intervenuti nella concezione stessa di volontariato”.

Riguardo ai progetti di Avis Provinciale Lecco, nel corso del 2013 l’associazione ha agito  nell’ottica di dare continuità ad iniziative già avviate senza trascurare altre  attività.

Il “Progetto Avis in tempo” iniziato nel gennaio 2011 con l’avvio della collaborazione libero professionale del dr. Invernizzi, si è concluso lo scorso 31 dicembre e ha centrato gli obiettivi previsti. I tempi d’attesa per le visite di idoneità agli aspiranti donatori  sono passati dagli iniziali tre mesi per il C.T. di Lecco e dai cinque mesi per il C.T. di Merate ai 15 giorni degli ultimi mesi. Ciò ha consentito, nel triennio,  a 3828 cittadini di diventare nuovi donatori, facendo registrare un incremento dei soci donatori pari al 15,2% (circa 2000 unità quale somma algebrica fra nuovi donatori e cessazioni).

Nel corso del 2013, grazie all’avvenuto smaltimento delle code per le visite agli aspiranti donatori, il progetto è stato focalizzato anche sulle donazioni periodiche, permettendo di consolidare i significativi risultati donazionali del triennio. Nel 2013 il medico incaricato – oltre a n. 587 visite di idoneità programmate – ha effettuato 2452 visite annuali e 4197 visite brevi a donatori periodici che si sono poi tradotte in altrettante donazioni (circa il 22% del totale donazioni 2013).

“Complessivamente, si può tranquillamente affermare che senza l’apporto del medico incaricato le donazioni avrebbero registrato un assestamento sui livelli 2009, con una flessione sensibilmente maggiore rispetto a quella verificatasi per i motivi che più avanti cercheremo di analizzare – concludono dall’associazione –  D’altra parte i Centri Trasfusionali di Lecco e Merate, a causa delle note difficoltà riconducibili al patto di stabilità, non avrebbero potuto garantire le risorse umane sufficienti al sostegno dei livelli di donazione raggiunti”.