CALOLZIO – E’ quando si spengono i riflettori, quando i giornalisti, i politici, tutti i sostenitori tornano a casa e si rimane da soli sotto un gazebo per ripararsi dalla pioggia improvvisa, che emerge la determinazione e la costanza di un padre che sta portando avanti una battaglia che non è solo per sua figlia.
“Ci vuole coraggio sai?” e questo papà ha tutto il coraggio del mondo. Stiamo parlando di Elio Canino e della sua protesta per garantire il diritto allo studio alla sua bimba, con sindrome di down, di cui mostra la foto con gli occhi pieni d’orgoglio.
Lunedì mattina , alle 8.30, dopo aver accompagnato la piccola, di quasi 10 anni, al primo giorno di scuola e aver atteso che tutti i bambini fossero già seduti fra i banchi, ha appeso striscioni e si è incatenato alla ringhiera dell’istituto “Mondo Giusto” del Pascolo, a pochi passi dal cancello, ma abbastanza distante per non disturbare le lezioni.
“La maestra di sostegno non c’era, era garantita solo la presenza di un educatore comunale, ma dopo appena un’ora l’insegnate è stata assegnata… – dice- però la mia protesta continua perché purtroppo in Italia ci sono tantissime famiglie con bambini affetti da sindrome di down nella mia stessa situazione! E domani in qualche altra città italiana, qualche altro genitore farà la stessa cosa che ho fatto io, vogliamo far cambiare questa legge, non so se ci riusciremo per ora abbiamo smosso un po’ le acque”. I cancelli sono chiusi dall’ultimo squillo della campanella, ma la protesta va avanti fino a sera.
Non basta aver ottenuto il necessario per sé, così, l’uomo si fa portavoce di un problema che non è limitato alla ristretta realtà di Calolzio, ma ha più ampio respiro, su scala nazionale, diremmo. “Io non ce l’ho con la scuola, non ce l’ho con l’amministrazione comunale e non voglio fare politica, non è questo il mio problema…”. Il vero problema riguarda, infatti, le nomine degli insegnanti di ruolo; le cinque maestre di sostegno individuate, residenti fuori provincia, si sono avvalse della possibilità di rinunciare al trasferimento come prevede la Riforma della Buona Scuola.
Inoltre “mia figlia ha bisogno di continuità e questa maestra è assunta solo fino a fine giugno, a settembre del prossimo anno ci troveremo nella stessa situazione”. I bambini con problemi cognitivi hanno bisogno di apprendere un metodo e mantenerlo, ci spiega, altrimenti si rischia di peggiorare la situazione anziché aiutarli.
“Si aspettava reazioni di solidarietà diverse vista l’attenzione mediatica iniziale?” chiediamo, “ Mi aspettavo più solidarietà da parte dei genitori, non sono molti quelli che mi ha detto di continuare, di non mollare. Mi sarei aspettato di più anche da Calolzio, lì ci sono 82 bambini disabili e alcuni hanno gli stessi problemi. La mia volontà di protestare si sapeva, dai giornali e dalla TV, l’ho fatto di proposito nella speranza di avere tutto l’appoggio possibile! Ma vado avanti lo stesso, anche da solo, ma so di non essere solo”.
“C’è un gruppo che la sostiene?” “ Sì, siamo un gruppo -presente su Facebook con oltre 1500 iscritti- di genitori con bambini e ragazzi affetti da sindrome di down, l’amministratrice ha preparato una lettera firmata da tutti, che è stata mandata alle istituzioni… Ci siamo rotti le scatole, non chiediamo qualcosa in più, ma solo quello che spetta ai nostri bambini; il loro diritto allo studio, che viene negato dalle istituzioni, dalla nuova riforma sulla scuola, questo problema c’è da anni però adesso siamo in una situazione davvero insopportabile”.
“Passerà qui la notte?” “No, alle otto andrò via, la mia idea era di montare una tenda, ma ho parlato, poco fa con i carabinieri e mi hanno spiegato che sarebbe poco sicuro, sarei comunque sul ciglio di una strada… andrò a casa, ma domani mattina alle 8 sarò qua sino alle 20… prima di tutto la sicurezza- e dopo un attimo di silenzio aggiunge- e soprattutto c’è mia figlia che mi aspetta!”.
Tutte le bambine, da piccole, vedono il proprio papà come un super-eroe, ma la piccola G. ha sicuramente un motivo in più per esserne orgogliosa, ed ora, chissà, se gli sta proprio raccontando entusiasta del suo primo giorno di scuola?