Nelle parole del parroco don Angelo il racconto del ciclo-pellegrinaggio
“Siamo arrivati tutti insieme alla meta, senza lasciar nessuno indietro da solo”
MONTE MARENZO – Anche Monte Marenzo ha partecipato, domenica scorsa, alla cerimonia organizzata in occasione della beatificazione di suora Maria Laura Mainetti che si è svolta a Chiavenna. La suora era legata alla comunità di Monte Marenzo, nel 2006 le era stato intitolato l’oratorio, poiché apparteneva e frequentava la parrocchia del paese della Val San Martino, durante le vacanze, dopo che la famiglia vi si era trasferita. E così una delegazione di cittadini, tra cui c’era anche il sindaco Paola Colombo, ha partecipato alla cerimonia di Chiavenna.
In particolare, il parroco don Angelo Roncelli insieme ad altre 11 persone ha raggiunto Chiavenna in biciletta dopo una pedalata di 88 chilometri. La bici, quindi, può diventare anche uno strumento di pellegrinaggio come ha raccontato il parroco al termine di questa esperienza in uno scritto che riportiamo di seguito.
“Il mezzo a due ruote più antico e più famoso, quello che per essere mosso ha bisogno di gambe, e che in questi ultimi tempi sta riscuotendo un grande successo di pubblico, grazie anche alla pandemia di coronavirus, è un mezzo molto versatile. Si può utilizzare per fare sport, per mantenersi in forma, per evitare il traffico, per essere ecologici, per gareggiare, per un’uscita in famiglia. Ma, attenzione! Può essere anche strumento per un pellegrinaggio…
Se dopo una bella pedalata, magari in un gruppo numeroso, magari per una giornata intera, la meta è una chiesa o un santuario o una celebrazione ecco che diventa ciclo-pellegrinaggio. Ma non basta la meta. Per essere un pellegrinaggio deve avere anche altri elementi: essere ben preparato da tutti i componenti, creare unità e affiatamento, avere uno spirito di preghiera e di unità che lo contraddistingue. Questo non vuol dire che se prendi una buca o ti tagliano la strada invece di bestemmiare dici un Gloria… No! Vuol dire che pedalando insieme ad altri ci si allena a stare insieme, a sentire i bisogni e le difficoltà degli altri, ma anche le loro potenzialità e le loro qualità. Vuol dire che cerco di adeguarmi al gruppo perché si possa arrivare tutti insieme alla meta, senza che nessuno resti
indietro da solo. Per questo può benissimo essere una metafora della vita.
Ecco quello che è successo (e che spero succeda ancora e meglio in altre occasioni) domenica 6 giugno, quando 11 ciclisti con altre persone e auto al seguito sono partiti il mattino presto da Monte Marenzo per raggiungere Chiavenna per la celebrazione della beatificazione di Suor Maria Laura Mainetti. Può succedere che qualcuno si stanchi, che qualcuno si stacchi perché poco allenato, che qualcuno buchi la ruota, ma l’importante è che dopo circa 4 ore e 90 km percorsi si sia arrivati alla meta e ci possa ritrovare attorno a un doppio tavolo: quello dei pizzoccheri chiavennesi (differenti da quelli della
Valtellina) e quello dell’Eucarestia (S. Messa nel campo sportivo alle ore 16.00).
Avevo già fatto esperienze di questo tipo, durate anche vari giorni con i parrocchiani di Villongo o con miei amici, e sono davvero contento di aver pedalato con Mauro, Giovanni, Andrea, Nicola, Ernesto, Fabrizio, Roberto, Sergio, Ulisse e Roberto per questa occasione unica. Grazie a chi ha organizzato il tutto e chi ha fatto da supporto al pellegrinaggio, specialmente Angelo, Giulio e Luigi.
Non dimenticheremo la fatica fatta ma neanche lo spirito che ci ha unito e la celebrazione sotto il sole e il vento; condividiamo tutti la passione educativa e l’amore per il nostro oratorio che dal dicembre 2006 è dedicato a Suor Maria Laura, ora Beata della Chiesa universale. Speriamo che questo ciclo-pellegrinaggio abbia accresciuto questa passione e questo amore”.
Don Angelo Roncelli