Un momento di gioia e affetto con i parenti e gli amici
CALOLZIO – Una giornata ricca di emozioni, ricordi e affetto ha celebrato il 101° compleanno di Luigi Bolis, classe 1924, affettuosamente conosciuto come “Luisì de la Roca”, soprannome che richiama le sue radici: la madre, infatti, era originaria di Somasca.
“All’arrivo alla festa, il primo pensiero è stato incredulo” spiega l’assessore Tina Balossi che ha preso parte al sentito momento: “Ma è già passato un anno?” “La risposta è arrivata dal sorriso di Luigi, lo stesso luminoso e gioioso di sempre. Mi sono presentata e, con un guizzo negli occhi, mi ha subito riconosciuta”.
Accanto a lui, come ogni anno, la famiglia al completo: la sorella Maria – lui è il primogenito di sei figli, lei la penultima – e i figli Giovanna, Giuseppe e Renato, quest’ultimo sempre presente e premuroso, un vero custode del benessere del padre. Insieme a loro anche la nuora Lucia, il genero Guido e i nipoti Fabrizio, Mavi, Luca e Dario.
A rendere ancora più speciale la giornata, la presenza musicale del gruppo “Gabriele e i suoi Amici”, che ha regalato un momento di “musicoterapia” eseguendo brani del passato, tanto cari agli ospiti della Casa di Riposo. Luigi, da sempre amante del canto (anche se ammette di non essere proprio intonato), non ha resistito: si è unito ai canti, accompagnato dalla chitarra del figlio Renato, chiedendo alcuni dei suoi pezzi preferiti.
Nonostante l’anno trascorso abbia lasciato qualche segno sul piano fisico, l’animo di Luigi è rimasto sveglio, vigile, colmo di ricordi vividi e desideroso di condividerli. Come quello – “più unico che raro”, lo definisce – di quando, a soli 8 anni, servì come chierichetto al battesimo di una bambina chiamata Fulviana, che 22 anni dopo sarebbe diventata sua moglie.
Con orgoglio mostra ancora oggi lo stemma del Battaglione San Marco, dove fu arruolato come ultimo contingente chiamato alla guerra per la leva del 1924. Tra gli aneddoti più preziosi, racconta la sua esperienza da militare a Novara e di quando, nel 1944, assistette a una partita del mitico Grande Torino di Valentino Mazzola. Ancora oggi ricorda perfettamente i risultati: 3 a 1 all’andata e 8 a 2 al ritorno, e cita con affetto i suoi idoli di allora: Loik e Gabetto.
Tifoso appassionato del Bologna, Luigi custodisce con cura la sciarpa che la nipote Mavi gli ha regalato per la vittoria della Coppa Italia, segno di una fede calcistica mai spenta.
Anche a tavola non rinuncia ai piaceri della vita: ama il buon vino, il buon cibo e ogni giorno desidera un menù diverso. Le sue preferenze? Pappardelle all’amatriciana, crespelle, cannelloni e, soprattutto, le patate.
Il momento delle candeline è stato il più toccante: circondato da familiari e amici, Luigi ha soffiato sulle fiamme con l’emozione negli occhi. Si sente fortunato, protetto, custodito. E guarda con affetto al figlio Renato, il “dono più bello” che la moglie Fulviana gli abbia lasciato. “Questo l’ho fatto per te!”, gli disse alla nascita del loro terzogenito. E quella promessa, oggi, è viva più che mai.
“A nome dell’Amministrazione comunale e di tutta la cittadinanza, porgiamo a nonno Luigi i più sentiti e calorosi auguri per un compleanno sereno, colmo di salute, affetto e ricordi preziosi”.

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