Caso treni, il Comitato pendolari: “Non eliminare le fermate negli orari di punta”

Tempo di lettura: 3 minuti

La richiesta dei pendolari a seguito dell’incontro di ieri con l’assessore regionale ai Trasporti

L’obiettivo è salvaguardare le fasce orarie maggiormente utilizzate dai pendolari per recarsi a scuola o al lavoro

AIRUNO / OSNAGO – Rivedere la decisione presa nelle scorse ora, salvaguardando le fasce di punta del mattino, della pausa pranzo e della sera, rimodulando la soppressione delle fermate negli orari morbidi. E’ la richiesta avanzata dal comitato dei pendolari del Meratese alla luce dell’incontro tenuto ieri, martedì, in Regione con l’assessore regionale a Trasporti Franco Lucente.

“Durante questo appuntamento abbiamo appreso che la soluzione proposta inizialmente da Trenord (ovvero andare alla stazione successiva e poi tornare indietro) non veniva più attuata e che sarebbero stati istituiti dei bus sostitutivi – precisa Francesco Ninno, rappresentante dei Viaggiatori alla Conferenza regionale del TPL -. Devo constatare, che anche questa soluzione non è stata condivisa prima con i sindaci e i rappresentanti dei viaggiatori, impedendo di fatto di trovare una via che avrebbe soddisfatto i pendolari”.

Non solo. Ninno analizza le motivazioni addotte per la soppressione temporanea delle fermate di Airuno e Osnago in alcune corse della linea S8 dal 18 marzo al 24 aprile (durante questo periodo di tempo nelle stazioni di Osnago e Airuno i treni fermeranno una volta ogni ora anziché ogni mezz’ora): “Continua a non essere chiaro perché togliere due fermate per recuperare tre minuti di viaggio, quando poi alla fermata successiva il maggior afflusso di viaggiatori rallenterà di fatto la fermata del treno”.

Nel mirino anche la scelta della sostituzione con i bus: “Non la si può ritenere una adeguata sostituzione in un momento in cui si fatica a reperire mezzi e uomini per condurre i bus e che non si riescono a fornire in modo adeguato per la tratta punto-punto da Bergamo a Paderno sulla Milano Bergamo via Carnate. Non è una soluzione adeguata perché i tempi di viaggio, per esempio, per un pendolare diretto da Osnago a Lecco, aumentano da 30 minuti a circa 60 minuti: tale enorme aumento è dato anche dal fatto che la fermata del bus è stato scelto di effettuarla a circa un chilometro dalla stazione, in un posto in cui certamente non potrebbero trovare posto tutte le auto che oggi sostano nel parcheggio della stazione. Senza contare che potrebbe succedere di parcheggiare al mattino al cimitero per prendere il bus e poi di tornare la sera e scendere dal treno in stazione e poi di dover andare a piedi a recuperare l’auto… Senza tralasciare che non si capisce perché a questi autobus sostitutivi, anziché fargli percorrere, come detto, nel traffico, solo le tratte oggetto delle soppressioni parziali, gli si faccia inutilmente percorrere il tragitto
parallelo al treno sino alla stazione di Calolziocorte. Ci pare veramente un inutile spreco di tempo e di risorse”.

Senza considerare il disagio per l’abbonato che ha già comprato “un servizio e che con questa soluzione non viene attuato ed avrebbe pertanto diritto ad un rimborso”.

Da qui la considerazione: “Pur apprezzando comunque lo sforzo sin qui fatto, riteniamo assolutamente opportuno e imprescindibile che anche questa soluzione prospettata da Trenord venga rivista fin da subito e che, almeno nelle fasce di punta del mattino e della sera, nonché in quelle dopo pranzo del rientro degli studenti, si mantenga il servizio ferroviario attuale e che i tagli delle fermate (coi relativi bus sostitutivi) avvengano solo negli orari di morbida”.

Una richiesta che va di pari passo con un’altra presa d’atto “Avremmo infine auspicato che, senza provocare particolari disagi, questi lavori (tratta Monza – Calolziocorte: ma di cosa si tratta esattamente??) potessero essere fatti nel periodo estivo (luglio ma soprattutto agosto), in concomitanza con gli altri lavori già previsti in quel frangente o aumentando di pochissimo il tempo di percorrenza (cosa già sperimentata gli scorsi due mesi che aveva comunque funzionato nonostante il disagio creato)”.
Da qui la conclusione: “Siamo certi che ci sia ancora il tempo per trovare, tutti insieme, una miglior soluzione per il problema delle stazioni di Osnago e Airuno (ma anche di Mandello e Arcore) che certamente non meritano di essere sacrificate per pochi minuti di sosta alla fermata”.