Introbio. Recupero Via Crucis, illustrati ai cittadini i possibili problemi e le soluzioni

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Venerdì scorso l’incontro pubblico. L’amministrazione ha garantito il proprio impegno

Presentato anche il Fondo della Comunità di Introbio a cui è possibile fare donazioni da destinare a opere comunitarie

INTROBIO – Venerdì sera, presso il salone dell’oratorio, è stato presentato alla popolazione il progetto di restauro delle cappellette della via Crucis che dalla chiesa di San Michele sono poste lungo la strada che conduce a Santa Caterina. A presentare la serata il sindaco di Introbio Adriano Stefano Airoldi e il parroco della Comunità Pastorale Madonna della Neve Marco Mauri.

Un progetto ancora in fase embrionale, che prevede diversi passi e decisioni da valutare da parte dell’Amministrazione Comunale. Durante la serata sono infatti emersi alcuni ostacoli burocratici e riguardanti le proprietà, problemi che si dovranno affrontare per procedere al fine di stilare un un programma dei lavori. Lo storico Marco Sampietro, grazie alle sue ricerche, ha tracciato un quadro storico e artistico dell’opera sacra.

La Via Crucis è un’opera votiva voluta dagli introbiesi nel 1836 dopo essere stati risparmiati dalla diffusione del Colera Morbus. I fedeli, oltre al voto alla Madonna della Neve in Val Biandino e alla processione che ancora si svolge il 5 agosto, hanno pensato di realizzare queste cappelle lungo via Santa Caterina. Ad occuparsi degli affreschi un stimato pittore locale, Ambrogio Ticozzi. L’opera è stata benedetta nel 1838, seguì un primo restauro nel 1910 per mano di Carlo Colombo e uno successivo nel 1960 per mano di Amedeo Cornali. L’ultimo intervento, che ha riguardato sia sulla parte di strutturale sia gli affreschi, risale al 1986 a opera di Francesco Muttoni. Da allora il tempo e le intemperie hanno lasciato traccia sulle parti strutturali e sui dipinti, danneggiati in alcuni tratti anche in maniera importante.

Lo storico Marco Sampietro

Durante la serata sono state illustrate anche le peculiarità del Fondo della Comunità di Introbio, a cui si potrebbe attingere. E’ infatti intervenuta la presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese Maria Grazia Nasazzi: “Il nostro è uno spazio che ha a cuore le comunità e il territorio, dove bisogna pensare insieme e dove si impara a occuparsi e preoccuparsi delle persone, dei bisogni, dell’arte, della cultura e della vita di un territorio. Solo mettendoci insieme si possono trovare soluzioni e risolvere problemi, questo è l’obiettivo per mantenere vivi i beni e i bisogni comuni. La fondazione è sinonimo di trasparenza e garanzia, con l’unico scopo di aggregare, discutere e trovare soluzioni come spero accada per il vostro progetto. Voi, come comunità, disponete già di una base da cui partire e spesso vengono indetti dei bandi a cui è possibile accedere”.

Il sindaco di Introbio Airoldi
Il sindaco di Introbio Airoldi

L’amministrazione comunale ha annunciato l’impegno per valutare con i tecnici le soluzioni riguardo le proprietà sui cui insistono le cappelle e per intraprendere il percorso migliore di tutela del bene di valore storico e artistico. Resta sempre aperta la possibilità di effettuare donazioni di qualsiasi entità al Fondo di Comunità di Introbio tramite  la Fondazione Comunitaria Lecchese. Presenti alla serata i referenti del Fondo: Elsa Buzzoni, Michelina Buzzoni, Antonia Selva, Teresa Tantardini e Silvano Ciresa.