Il ricavato verrà destinato al reparto di Cardiologia dell’ospedale Mandic di Merate
“E’ un messaggio di speranza e positività che vogliamo lanciare a tutti. In questo ospedale abbiamo trovato un’umanità rara e preziosa”
MERATE – Lo ha scritto nei lunghi mesi di ricovero al Niguarda in attesa che arrivasse il cuore “giusto” per il suo Saverio. E lo ha arricchito con i pensieri e i timori che hanno costellato gli altrettanti lunghi mesi del post trapianto, in cui le complicazioni e gli ostacoli hanno fatto spazio, passo dopo passo, a un bellissimo sentimento di speranza e di un’altrettanto grande sensazione di rinascita. Ora quel libro, “Fra i battiti del tuo cuore”, scritto da Beatrice Proserpio per raccontare l’esperienza di vita e la storia d’amore che l’ha vista protagonista insieme a Saverio Lamari, vuole diventare anche uno strumento di beneficenza. Beatrice ha allestito questo pomeriggio, venerdì, e lo farà anche in altre occasioni un banchetto nella hall del Mandic per raccontare la storia di Saverio e raccogliere, attraverso la vendita del libretto, delle offerte dal destinare al reparto guidato dal dottor Stefano Maggiolini.
Il Mandic, una seconda casa
“Per noi questa è diventata una seconda casa” ha sottolineato commossa che, mettendo in fila una dietro l’altra le pagine di questo piccolo volume, ha trovato la forza, il coraggio e la determinazione per affrontare insieme a quello che sarebbe diventato suo marito un percorso difficile e complesso come quello del trapianto. Malato di cuore, ricoverato più volte per degli scompensi cardiaci, Saverio è stato seguito a lungo da medici e infermieri del reparto di Cardiologia del Mandic di Merate. Sono stati proprio loro a indicare la necessità di eseguire al più presto un trapianto di cuore, da effettuare al Niguarda di Milano.
Tre anni fa il trapianto
“Ci siamo messi in attesa, ma il cuore giusto sembrava non arrivare mai. Saverio è stato ricoverato il 12 agosto 2016: il trapianto è avvenuto l’8 novembre 2016”. Inutile dire che per lui, da quel giorno è iniziata una nuova vita. “Ma non è stato facile: ci sono state delle complicazioni che hanno prolungato il ricovero fino a gennaio 2017”. Da questo percorso decisamente in salita, Saverio e Beatrice sono usciti però più forti di prima, tanto da decidersi di sposarsi, prima in Comune il 25 marzo 2017 e poi in Chiesa il 25 settembre 2017. Invitando chiaramente anche i medici e gli infermieri del Mandic. “Mi ha perfino chiesto cosa ne pensassi del loro matrimonio”ha scherzato Maggiolini, diventato ormai uno di famiglia.
Un libro per raccontare e fare beneficenza
Come bomboniere Beatrice ha voluto regalare una copia del libro. “Scrivevo per alleggerire la tensione e per lasciare una memoria per il futuro. E ora che sono passati tre anni dal trapianto ho pensato che questo libro potesse tornare utile”. Da qui l’idea dei banchetti nella hall del Mandic che verranno allestiti anche il 19 e 20 novembre alla mattina e il 21 e 25 novembre al pomeriggio. “Vogliamo lanciare un messaggio di speranza e positività non solo alle tante persone in attesa di un trapianto, ma anche a quelle che si trovano ad affrontare una malattia e un periodo brutto”. Protetto dalla mascherina sulla bocca, Saverio ha aggiunto: “Ormai ero diventato un arredo di questo ospedale, dove ho trovato umanità, comprensione e affetto”.
Un legame speciale
Anche durante i mesi al Niguarda il filo con il Mandic non si è mai spezzato, come ricorda il dottor Maggiolini: “Beatrice veniva qui in ospedale, bussava alla mia porta e mi aggiornava su tutto. Penso che una vicenda come questa ci porti a ricordare perché abbiamo scelto di diventare medici, riscoprendo l’importanza del rapporto con le persone. Voglio dire ancora una volta grazie alle infermiere capaci di fornire una collaborazione vera nella cura del personale”. Un aspetto, quello della collaborazione, su cui Maggiolini è tornato ricordando l’ottimo lavoro svolto con gli altri ospedali: “Abbiamo fatto della buona medicina e ci siamo spinti fin dove potevamo farlo, indicando subito la strada del Niguarda per il trapianto. E’ giusto così”. Parole di elogio sono arrivate anche dal direttore generale dell’Asst Paolo Favini: “Questo è un bellissimo esempio di buona sanità. Saverio e Beatrice hanno percorso un sentiero difficile trovando al loro fianco non solo dei professionisti, ma anche delle persone che li hanno seguiti, accompagnati, curati. E’ bello quando si creano dei legami così forti tra ospedale e pazienti”.