Il Cica affronta le sfide dell’assistenza alle persone con HIV, con la partecipazione delle cooperative Filo di Arianna e L’Arcobaleno di Lecco
“La situazione delle strutture di accoglienza e cura per i malati di Aids in Lombardia sta diventando economicamente insostenibile”
MILANO – La Sala Solesin di Palazzo Lombardia, sede della Giunta regionale lombarda, ha fatto da cornice al corso di formazione nazionale organizzato dal Cica – Coordinamento italiano delle case alloggio per persone con Hiv/Aids.
Il momento formativo, intitolato “Accompagnarci nella comune follia”, ha avuto come obiettivo di approfondire, grazie al contributo di consueti e operatori dell’Area salute mentale di Caritas Ambrosiana, i problemi legati alla relazione, nelle case alloggio, con persone affette da Aids, che sempre più frequentemente presentano situazioni di sofferenza mentale.
L’incontro è stato anche l’occasione per presentare l’aggiornamento della Carta di Sasso Marconi, il documento fondativo redatto nel 1994 dalle prime case alloggio, che ne definiva natura e obiettivi.
“In trent’anni sono cambiati molti aspetti, sia nel campo clinico-sanitario che in quello sociale e culturale. In particolare, si è assistito all’evoluzione dell’infezione da HIV, che da causa di una malattia mortale è diventata una condizione cronica, con la quale è possibile convivere anche fino alla tarda età, pur affrontando sfide legate all’invecchiamento precoce, alle comorbilità e ad altri fattori clinici e psichiatrici” spiegano i coordinatori dell’incontro.
La nuova versione della Carta è consultabile al seguente indirizzo https://www.cicanazionale.it/carta-di-sasso-marconi-2024/
I membri del Coordinamento nazionale (che rappresenta 42 enti in 15 regioni d’Italia, ospitando circa 500 persone) e del Coordinamento regionale lombardo (CRCA) hanno espresso il loro ringraziamento a Regione Lombardia per l’ospitalità concessa all’iniziativa.
Tuttavia, hanno dovuto constatare l’assenza, durante i lavori, di funzionari regionali, nonostante gli inviti inviati. L’incontro avrebbe costituito un’opportunità per rilanciare un dialogo che ormai si era interrotto da un anno e per rinnovare il confronto che porterà alla revisione della convenzione tra l’ente regionale e gli organismi gestori delle case alloggio, le quali in Lombardia rappresentano oltre la metà di quelle attive a livello nazionale.
La convenzione regola il funzionamento delle strutture di assistenza e stabilisce i contributi regionali per le rette, che sono ferme ai valori fissati nel 2005, salvo una lieve e insufficiente indicizzazione concordata con Regione Lombardia nel dicembre 2022, a seguito di una manifestazione delle case alloggio sotto Palazzo Lombardia.
“La situazione delle strutture di accoglienza e cura per i malati di AIDS in Lombardia sta diventando economicamente insostenibile – afferma Giovanni Gaiera, rappresentante del CRCA – Una delle nostre case alloggio è destinata a chiudere a breve, mentre altre stanno valutando se prendere la stessa decisione”.
Questo avviene nonostante i dati recentemente pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità e rilanciati dal Ministero della Salute, che mostrano un aumento delle nuove diagnosi di HIV. Un trend che segna un’inversione rispetto al calo delle infezioni registrato nei primi vent’anni del nuovo millennio, e che, in seguito alla pandemia, sembra essersi consolidato nell’ultimo triennio.
“Le case alloggio – conclude Gaiera – chiedono a Regione Lombardia la riapertura del tavolo di confronto, fermo dall’ultima riunione del 13 dicembre 2023, nonostante i ripetuti solleciti. È urgente una ridefinizione delle rette, con aumenti che rendano economicamente e operativamente sostenibile la gestione delle attività quotidiane di accoglienza, assistenza e accompagnamento per centinaia di malati. Questo intervento è necessario e fondamentale per garantire la continuità dei servizi“.