Il rapporto” Animali in città” di Legambiente su presenza e benessere degli animali nelle nostre città
ATS Brianza (Lecco-Monza) virtuosa per censimento di gatti (uno ogni 35 abitanti). I cani nelle due province sono uno ogni 3 abitanti.
LECCO – Come vivono gli animali in città? Mentre sono sempre più coccolati e curati i pet d’appartamento, la fauna randagia e selvatica nei contesti urbani non gode di sufficienti tutele.
Il quadro che emerge dal dossier di Legambiente Animali in Città, indagine che valuta (su dati 2019, pre pandemia) le performance che Amministrazioni comunali e Aziende sanitarie dichiarano di offrire per la migliore convivenza in città con animali padronali e selvatici, mette in luce una realtà fatta di vuoti normativi e discrepanze tra i numeri ufficiali di animali registrati e le popolazioni effettive presenti nei territori.
Cani e gatti sono ancora oggi le due specie che dominano tra gli animali domestici: in Lombardia risultano registrati 1.624.735 cani, vale a dire 1 cane ogni 6,2 cittadini, mentre 188.572 sono i gatti, 1 ogni 53,4. “Ma la realtà del randagismo e delle colonie feline non controllate amplia notevolmente questi dati” spiegano dall’associazione.
“Sono poche le Amministrazioni comunali che rispondendo ai questionari di Legambiente dichiarano di monitorare le colonie feline presenti nel proprio territorio” sottolineano da Legambiente.
Tra i Comuni più “gattofili” troviamo Curno (BG) con 1 gatto ogni 5 cittadini e tra le aziende sanitarie più attente l’ATS Città Metropolitana (Milano e Lodi) con 3.684 colonie per 28.343 gatti e 3.684 gattare/i, ATS Insubria (Varese e Como) con 1 gatto ogni 5 cittadini. Anche l’area di Lecco, con ATS Brianza (Monza-Lecco), è tra quelle con più felini censiti in anagrafe, con 1 gatto ogni 35 cittadini.
Molti di più, invece, i cani censiti: ben un cane ogni tre residenti in ATS Brianza.
L’impegno economico dei comuni
La spesa per la gestione degli animali in città a livello nazionale ammonta complessivamente a 228.682.640 euro nel 2019 (con un incremento del 3,6% rispetto all’anno precedente).
La somma totale, sottolineano da Legambiente, è ingente se confrontata con altre voci di spesa del Paese, è pari a 2,7 volte la somma impegnata per tutti i 24 Parchi nazionali italiani (85.000.000,00 euro, riparto 2019) o a 62 volte quella per tutte le 27 Aree marine protette (3.708.745,90 euro, riparto anno 2019) e complessivamente spropositata rispetto alla qualità dei servizi offerti in termini di benessere animale.
“La gran parte degli attuali costi delle amministrazioni comunali destinata agli animali d’affezione è assorbita dalla gestione dei cani presso i canili sanitari – per i quali i Comuni dichiarano di spendere il 59,3% del bilancio destinato al settore (circa 93 milioni di euro stimati per il 2019) – strutture indispensabili nel modello attuale, ma purtroppo carenti rispetto ai bisogni reali dei territori” spiegano da Legambiente.
Un’affermazione che ricalca la situazione della provincia lecchese dove, dopo la chiusura del canile di Lecco, non è stata aperta una nuova struttura e i comuni sono convenzionati da allora con canili fuori provincia.