Arpa Lombardia: “Negli ultimi 30 anni mai un inverno così siccitoso e mite”
LECCO – Arrivederci Inverno, benvenuta Primavera! Da oggi, domenica 20 marzo, inizia la bella stagione. Per precisione l’equinozio di Primavera è previsto alle 16.33, quando le ore di luce saranno uguali a quelle di buio (dal latino aequus “uguale” e nox “notte”).
Con l’Equinozio di Primavera, le ore di luce inizieranno ad aumentare e così sarà fino al picco del 21 giugno (Solstizio d’Estate), dopodiché inizieranno gradatamente ad accorciarsi rispetto a quelle di buio.
Ci lasciamo alle spalle un Inverno siccitoso e dal clima mite, caratterizzato da pochissima neve e scarsità di piogge, tant’è che nel lecchese non piove da più di due mesi.
Come fa sapere Arpa Lombardia: “A sud delle Alpi la stagione invernale 2021/22 verrà ricordata soprattutto per le temperature elevate e per la scarsità di precipitazioni. Una recente analisi di MeteoSvizzera, ARPA Piemonte e ARPA Lombardia ha rilevato un’anomalia di temperatura di ben +2.1 °C rispetto alla norma 1991-2020, mentre per le precipitazioni si registra un deficit medio del 65%”.
Negli ultimi 30 anni mai così mite e secco
Da 30 anni a questa parte non si era registrato un inverno così mite e secco come quello appena concluso.
“Ponendo sullo stesso grafico le anomalie rispetto alla norma 1991-2020 della temperatura invernale (asse verticale) e del quantitativo totale delle precipitazioni (asse orizzontale) per tutti gli inverni a partire dal 1990/91, mediate sulle 31 stazioni di rilevamento analizzate, (vedere grafico sopra) possiamo fornire una classificazione qualitativa e quantitativa delle caratteristiche di questo inverno rispetto agli ultimi anni – fa sapere Arpa Lombardia – Come si può notare, in Lombardia, in Piemonte e sulla Svizzera italiana negli ultimi trent’anni un inverno così mite e secco non si era mai verificato. Si ottengono le medesime considerazioni anche allargando l’analisi a tutto il secolo scorso, seppur considerando un numero minore di stazioni di rilevamento”.
Andando a ritroso nel tempo, Arpa Lombnardia ricorda: “Simile a questo fu l’inverno 2018/19, particolarmente mite e secco, ma con anomalie non così marcate come la stagione appena conclusa. L’inverno 2019/20 aveva fatto registrare temperature ancora più elevate, ma allora le precipitazioni furono vicine alla media stagionale. Anche l’inverno 2013/14 è stato piuttosto mite, ma le precipitazioni superarono il 250 % del quantitativo normalmente atteso. In tempi recenti inverni molto freddi furono invece il 2005/06 e il 2009/10, caratterizzati anche da precipitazioni attorno alla norma o superiori ad essa. L’inverno più freddo e secco degli ultimi 30 anni è stato invece quello del 1990/91”.
Inverno ventoso
Un inverno che è stato caratterizzato anche dal forte vento, che in più zone ha causato ingenti danni.
“L’inverno 2021/22 è stato caratterizzato anche dal numero elevato di giornate favoniche – spiegano sempre da Arpa Lombardia – Nella zona prealpina ticinese il numero di ore di favonio è stato di circa 300, valore superiore alla norma 1991-2020 di circa il 70 %. Il 7 febbraio il sud delle Alpi ha vissuto uno degli eventi di favonio più intensi degli ultimi anni, con raffiche di vento tra 60 e 90 km/h che hanno colpito buona parte della pianura. Particolarmente colpita la città di Milano, dove le raffiche hanno raggiunto i 95 km/h nell’area del Parco Lambro, un valore mai raggiunto nel capoluogo lombardo negli ultimi 10 anni”.