A Lecco la tradizionale benedizione davanti alla statua del patrono: San Nicolò
La cerimonia si è svolta nel tardo pomeriggio di oggi, alla presenta del sindaco di Lecco, dei consiglieri comunali e di numerosi fedeli
LECCO – “La statua di San Nicolò è la tradizione più antica e genuina della nostra città. Siamo venuti qui tante volte a pregare, siamo venuti qui più di un anno fa, nel momento più difficile della nostra storia recente, quando la pandemia mieteva tantissimi morti, la paura era tangibile e nemmeno uscivamo di casa. Siamo venuti qui a invocare San Nicolò affinché rinnovasse in noi la speranza. Questa sera abbiamo prospettive diverse: Gesù ci invita a veleggiare dove il lago, la vita, è più promettente, pensare in grande e tornare a vivere. I miracoli non cadono dall’alto senza l’impegno”.
Così, monsignore Davide Milani, prevosto di Lecco, nel tardo pomeriggio di oggi, domenica, a bordo di una Lucia giunta d’innanzi alla statua di San Nicolò, si è rivolto ai lecchesi che, nonostante il caldo torrido, si sono ritrovati per assistere alla tradizionale benedizione del lago. Con loro le autorità tra le quali il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, i consiglieri comunali accompagnati dal Gonfaolone della Città di Lecco.
Monsignore ha proseguito: “Da qui osservo il lago e le montagne, nell’ultima domenica di Giugno festeggiamo il lago e la montagna. Sono grato all’amministrazione comunale che ha deciso, con tutte le limitazioni, di permettere questa festa. Il lago e le montagne hanno visto la storia millenaria di questa città, hanno visto questa terra quando era disabitata e quando gli uomini hanno deciso di abitarci perché era promettente. Hanno visto quando gli uomini hanno iniziato a trafficare su queste strade, incroci per le valli e l’Europa. Combinando le risorse dell’energia e dell’acqua si è cominciato a estrarre minerali e forgiare il ferro. Lecco è diventata una delle città più importanti, poi l’industria ha lasciato posto al terziario, commercio e turismo”.
Il prevosto di Lecco ha poi posto una domanda: “Ora montagne e lago a cosa lasceranno posto? Se chiediamo alle montagne e al lago di dirci quale è il segreto del nostro territorio troveremo la risposta, dobbiamo restare fedeli alla nostra storia. Non possiamo seguire un’idea di ripartenza simile a quella degli altri, seguire proposte economiche generiche, c’è una storia della nostra terra che è unica, lo stile della nostra gente ci indica la direzione da intraprendere. Sarà ripartenza vera se ripartiremo noi, nella nostra della nostra città e delle nostre famiglie”.
Quindi, presa la reliquia del santo, monsignor Milani ha benedetto il lago, le imbarcazioni e tutti i presenti.
La benedizione, come da tradizione, è stata preceduta dalla messa, celebrata nella basilica di San Nicolò, seguita dal una processione contenuta, lungo un breve tratto del lungo lago, fino alla statua di San Nicolò.
Come lo scorso anno, anche quest’anno, causa pandemia, è stato annullato lo spettacolo dei fuochi d’artificio sul lago, con il quale solitamente si chiude la Festa del Lago e dei Monti.