Centrale del Caleotto, errore di calcolo nella relazione ambientale: “Si rifaccia l’istruttoria”

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Da sinistra: Corrado Valsecchi, Lorella Cesana e l'ing. Giacomo Mainetti

I consiglieri comunali Corrado Valsecchi e Lorella Cesana chiedono formalmente a Regione, Provincia e Comune un passo indietro sull’iter di realizzazione della centrale termica per il teleriscaldamento

L’ing. Mainetti: “L’errore principale individuato riguarda una conversione sbagliata delle unità di misura nel calcolo sulle emissioni dell’impianto”

LECCO – Un “errore tecnico rilevante nei calcoli delle emissioni” è stato rilevato nell’analisi indipendente del documento “Aria e Salute”, presentato in Conferenza dei Servizi Provinciale e in Regione Lombardia per la verifica di assoggettabilità alla V.I.A. (Valutazione di impatto ambientale) sul progetto della centrale di calore del Caleotto per il teleriscaldamento di Lecco.

Secondo la relazione redatta dall’ingegner Giacomo Mainetti, il documento presentato in Conferenza dei Servizi e in Regione Lombardia da Tecno Habitat Srl riportava una riduzione del 99,9% degli inquinanti NOx  (ossido di azoto) e CO, (monossido di carbonio) dopo l’attivazione della centrale, un dato definito “poco plausibile” ancorché “miracoloso”.

“L’errore principale individuato – ha spiegato Mainetti – riguarda una conversione sbagliata delle unità di misura: i valori di emissione nella situazione attuale sarebbero stati moltiplicati per mille a causa di un errore nel passaggio da milligrammi a chilogrammi e tonnellate. Questo ha fatto apparire la situazione attuale molto più inquinante di quanto non sia, e di conseguenza ha generato una riduzione “miracolosa” nelle stime del progetto”.

Nota 1. “All’interno di questo calcolo è stata introdotta l’unica ipotesi del redattore di questa relazione e non presente nel Documento analizzato che riguarda la temperatura di uscita dei fumi da uƟlizzare per la riparametrizzazione della portata considerata della situazione attuale”

Ricalcolando correttamente i dati, la relazione di Mainetti – che, come precisato, nell’analisi si è avvalso del contributo dell’Ingegnere Giuseppe Zollino, uno dei più grandi esperti in Italia in simulazioni energetiche e nucleare – mostra che le emissioni non si ridurrebbero quasi per nulla ma anzi, in alcuni scenari NOx e CO potrebbero aumentare (fino a +20% per i NOx e  addirittura +100% per il CO).

L’ing. Mainetti

“C’è da precisare che lo studio originale non indica le fonti dei dati utilizzati né i calcoli svolti, rendendo impossibile una verifica puntuale: nello specifico, per il calcolo svolto sarebbe utile potere avere a disposizione il dato sulle emissioni delle 5.694 caldaie cittadine – ha detto Mainetti – in conclusione voglio dire due cose: innanzitutto che l’analisi svolta non ha alcuna velleità di rappresentare uno studio alternativo al documento, per il quale servirebbero ben altri approfondimenti e disponibilità di dati; al contempo però, di fronte ai calcoli corretti, non posso dire che la grande caldaia del Caleotto finirà per inquinare di più delle normali caldaie, ma nemmeno con certezza che non inquinerà molto meno o per nulla come si legge nella relazione ambientale presentata”.

E sulla base di questa analisi si muove ora la politica: in prima fila i consiglieri comunali di opposizione Corrado Valsecchi (Appello per Lecco) e Lorella Cesana (Lecco Ideale) che più volte in sede di commissione e in Aula avevano sollevato le loro perplessità: “Il Comune di Lecco è stato chiamato ad esprimersi su una deroga urbanistica per autorizzare l’innalzamento delle due canne fumarie dell’impianto previsto al Caleotto da 20 a 25 metri, ci è stato chiesto di esprimerci su un progetto che non abbiamo mai potuto valutare e quel che è peggio nessuno ha chiesto informazioni, nemmeno dai gruppi di maggioranza paladini dell’ambiente che hanno votato a spada tratta la delibera – ha detto Cesana – io credo che questo sia molto grave, soprattutto in termini di trasparenza. Andando oltre il livello dell’ente locale, ci interroghiamo sulla catena di controllo effettuata su questa istruttoria, a partire dalla Regione che, sulla base della relazione di Tecno Habitat Srl, ha autorizzato l’iter per l’impianto senza assoggettamento alla Via, proprio per quel miracoloso -99,9% di emissioni indicato. Viene da chiedersi se la relazione sia stata effettivamente letta da qualcuno“.

“La premessa è d’obbligo – ha aggiunto Corrado Valsecchi (Appello per Lecco) – noi non siamo contro il teleriscaldamento ma ci interessa la trasparenza di chi amministra, a tutti i livelli, nei confronti dei cittadini, soprattutto quando c’è di mezzo la salute. Quando all’ordine del giorno è arrivata la delibera sulla deroga urbanistica per le due canne fumarie non ci è stata fornita alcuna documentazione, abbiamo dovuto fare ben tre accessi agli atti per recuperarla. Leggere quel numero, miglioramento del 99,9% delle emissioni, ci ha sorpresi, è come dire che da quelle canne fumarie uscirà aria pulita, miracoloso, avremmo davvero trovato la risoluzione dei problemi di inquinamento. Com’è possibile che questo dettaglio abbia colpito noi, gli ultimi della catena, e non i primi, sin da subito? A riprova che qualcosa di storto c’è è il silenzio che ha seguito il nostro annuncio: nessuno si è ancora esposto” ha detto riferendosi in primis ad Acinque, società che sta realizzando l’impianto (contattati nella giornata di ieri hanno reso noto di non voler commentare la situazione, ndr).

Dal teorico al pratico, Valsecchi e Cesana hanno presentato un ordine del giorno da inserire nel prossimo consiglio comunale, previsto il prossimo 17 novembre, con la richiesta “di annullare l’efficacia attuativa della delibera dello scorso 29 settembre relativa alla variante urbanistica per la centrale cogenerativa presso il Polo del Caleotto, in attesa di riesame tecnico e amministrativo”. Contestualmente, a Regione Lombardia è stato chiesto di revocare in autotutela il decreto di esclusione dalla VIA del maggio 2025, mentre alla Provincia di Lecco di sospendere in via cautelativa la procedura di rilascio dell’Autorizzazione Unica Ambientale per consentire la verifica della documentazione tecnica, “e/o annulli in autotutela la procedura”. “In altre parole – hanno concluso i due consiglieri – chiediamo che si faccia chiarezza e che si ammetta l’errore, rifacendo l’istruttoria“. Da quanto appreso, sembra che fino ad oggi l’unica risposta pervenuta sia quella di Villa Locatelli che, preso atto del documento inviato dai due consiglieri comunali, avrebbe chiesto a Regione chiarimenti.