Cerimonia a Lecco per ricordare la strage di Nassiriya

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Il momento commemorativo si è tenuto questa mattina, domenica, 12 novembre

Vent’anni fa l’attentato ai militari italiani in Iraq

LECCO – Questa mattina, domenica 12 novembre, in via Martiri di Nassiriya si è svolta la cerimonia in ricordo della strage avvenuta 20 anni fa, il 12 novembre 2003, nella città irachena di Nassiriya.

Per l’occasione è stata depositata una corona di fiori ed è stato dedicato un minuto di silenzio alle vittime. Presenti il Prefetto di Lecco Sergio Pomponio, autorità civiili militari, tra cui la rappresentanza dei Carabinieri in servizio e in congedo. A presenziare anche il consigliere regionale di Fratelli D’Italia, Giacomo Zamperini, che recentemente ha fatto approvare all’unanimità una mozione al Pirellone proprio dedicata al ricordo dei martiri di Nassiriya.

“Oggi ricorre il ventesimo anniversario di quel tragico evento che ha unito tutta l’Italia attorno ai nostri contingenti all’estero – ha commentato Zamperini -. Era doveroso predisporre in occasione di questo anniversario, un momento di raccoglimento al fine di onorare i Caduti militari e civili di Nassiriya, martiri che con assoluta dedizione, hanno servito la Patria sino all’estremo sacrificio, al fine di salvaguardare e mantenere la pace nel mondo. Nella seduta del Consiglio Regionale della Lombardia del 7 novembre abbiamo approvato all’unanimità una mozione che ho presentato per il “Ricordo dei Martiri di Nassiriya in occasione del ventesimo anniversario del tragico evento”.

Tale mozione servirà anche ad ottenere l’apposizione di una targa commemorativa e l’intitolazione di uno spazio all’interno di Palazzo Pirelli, in ricordo dei Martiri di Nassiriya e di tutti i Caduti militari e civili nelle missioni internazionali di pace”.

Zamperini aggiunge: “E’ forte la nostra convinzione che, ora come allora, il popolo italiano debba essere vicino ai nostri militari. Gli italiani erano a Nassiriya per portare la pace, non la guerra. Eravamo in Iraq per difendere i deboli dai soprusi della prepotenza e della violenza del terrorismo. Coloro che il 12 novembre del 2003 ci hanno colpito con la ferocia del più grande attentato terroristico ai danni dell’Esercito italiano dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, pensavano di annientarci, di impaurirci e di lasciarci inermi, a terra. Ma noi, coraggiosamente ed eroicamente, ci siamo rialzati, impugnando con fierezza il nostro tricolore. Non lo abbiamo fatto per vendetta, non per odio, ma per amore di Patria, per senso del dovere, per portare a termine il nostro impegno nel restituire la pace ad una popolazione in guerra, come ci aveva chiesto di fare l’Onu. Per questo motivo, pur comprendendo la legittima rabbia e la grande sofferenza dei parenti e dei colleghi delle vittime, questa giornata deve servire certamente a ricordare il sacrificio di chi non c’è più, ma soprattutto a veicolare un messaggio di amore, di riconoscenza e di pace. Un profondo senso di gratitudine per tutti coloro che con onore hanno servito, che servono e serviranno l’Italia, indossando una divisa nelle missioni di pace in tutto il mondo”.