Cocktail acrobatici… a Lecco è nata la nuova stella del flair

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Determinazione e sacrifici: la storia di Yara Ferraroli barman a soli 18 anni

“Ho iniziato lavando bicchieri, lì ho capito che il bancone era il mio palco”

MALGRATE – Di carattere ne ha da vendere. Sa quello che vuole ed è pronta a prenderselo. Esuberante e determinata (“mi piace essere al centro dell’attenzione”), a soli 18 anni Yara Ferraroli aspira a diventare la miglior flair bartender d’Italia.

A chi le chiede cosa vuole fare da grande risponde con sicurezza: “Nel giro di tre anni voglio conquistare il titolo mondiale di flair, poi continuerò a fare esperienza lavorando in giro per il mondo”.

Nata e cresciuta a Malgrate, con uno shaker in mano sa fare magie: quando c’è lei il bancone del bar diventa un palco dove regalare al “pubblico” il suo show. Nonostante la giovane età, Yara non si risparmia mettendo anima e corpo nel suo lavoro che ha sempre affiancato allo studio.

“Dopo quattro anni al Cfpa di Casargo, quest’anno mi sono trasferita all’Ipsar di Monza dove frequento il corso di sala bar – racconta -. A 14 anni, tramite uno stage della scuola, ho fatto la mia prima esperienza al Porticciolo 84 di Lecco. Volevo diventare maitre di sala, ma proprio quell’esperienza mi ha fatto capire che non era la strada giusta per me”.

Nel 2016, poi, a RistorExpo arriva il primo successo nella cocktail competition, poi lo stage al My Lounge di Cesana Brianza: “Lì, oltre al proprietario Luca Simonetta, ho potuto incontrare Gianluigi Bosco, un flair bartender molto conosciuto nell’ambiente”.

Accanto agli studi, Yara accumula esperienze di lavoro (arrivando anche al Griso di Malgrate dove cura la parte beverage) e frequenta il corso di sommelier di 1° livello. Nel 2018 il grande salto: Yara viene a contatto con la realtà milanese, comincia a frequentare corsi in tutta italia e conosce il mondo delle competizioni di flair bartending.

“Nel 2018, l’incontro con Mia Terri, proprietaria dell’Opera 33 (un noto locale di Milano, ndr), mi ha cambiato la vita. Ha sempre creduto in me, ha seguito il mio percorso dal principio, quando ancora non ero mai stata dietro al bancone di un bar. Molto probabilmente, se non ci fosse stata lei, sarei la persona più insicura del mondo e non avrei raggiunto i piccoli risultati che ho ottenuto”.

Il successo alla prima flair competition

Eh sì, perché Yara è pronta a spaccare il mondo. Sul braccio ha tatuato un Jigger e la frase “Questa vita pompa solo se lo vuoi” perché, dice, “nella vita bisogna essere attivi: se non fai niente non arriva niente. Ho cominciato lavando e asciugando bicchieri ma i miei occhi vedevano solo il bancone: quella doveva diventare la mia vita”.

Yara comincia ad allenarsi: “La passione è nata un po’ per caso. Per fare un lavoro come questo bisogna saper stare in mezzo alla gente e capire ogni volta chi hai di fronte – racconta -. Mi piace stare al centro della scena, sono esuberante e competitiva, ma allo stesso tempo mi concentro per dare la giusta attenzione al cliente cercando di preparare ogni volta il cocktail perfetto”.

Passione, sacrifici e tanto allenamento: “Mi esercito per almeno tre ore al giorno. Ci sono bottiglie create appositamente per allenarsi e, all’inizio, ho perfino rotto una televisione, mia mamma era disperata – racconta -. Si tratta di un vero e proprio show che richiede tecnica: ci sono diversi modi di maneggiare le bottiglie, dipende da quanto liquido c’è all’interno ma il risultato finale deve essere perfetto. E poi serve anche fantasia, quando crei un cocktail non ci sono limiti”.

I primi risultati non tardano ad arrivare: “Nel 2018, con la scuola di Casargo, ho vinto al flair bartending di Viareggio con il premio per il miglior cocktail che ho chiamato ‘L’alchimista in vacanza'”. Poco tempo dopo arriva la consacrazione a un contest nazionale di Roma organizzato dalla famosa distilleria Bols di Amsterdam: “Ho partecipato solo per fare esperienza, ero la più piccola, l’unica minorenne tra bartender dai 25 anni in su. Quando mi hanno scelto tra i tre finalisti ero incredula, non mi ero nemmeno preparata, e invece alla fine ho vinto io”.

Yara Ferraroli con Marzio Tieppo

“Ho visto subito che Yara aveva delle grandissime potenzialità – ci dice Marzio Tieppo, storico bartender lecchese -. L’ho conosciuta in occasione di RistorExpo e non l’ho più persa di vista. E’ matura e determinata: Yara ha sempre affiancato allo studio anche il lavoro per potersi pagare la partecipazione alle gare e il costo di tutte le materie prime”.

“La scorsa estate ho avuto la mia prima vera esperienza di lavoro al Grand Hotel Imperiale di Moltrasio, sul lago di Como – conclude Yara -. Dietro al bancone, davanti a clienti provenienti da tutto il mondo, c’ero io… mi sono letteralmente innamorata del mio lavoro!”

Il cocktail con cui Yara ha vinto al contest di Bols