Presidio domani sera, lunedì, in Piazza Diaz per dire no alla revisione del Codice della Strada proposto dal Ministro Salvini
“La sicurezza stradale ha un’altra direzione”
LECCO – Lecco si mobilita, insieme a tante altre città in Italia, per fermare la revisione del Codice della Strada proposta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che sarà discussa nei prossimi giorni in Parlamento e ribadire “Stop al Nuovo Codice della Strage”, mobilitazione che parte dalla piattaforma #Città30Subito a cui si uniscono numerose associazioni e attiviste/i di tutta Italia”
L’invito è a tutte e tutti di aderire partecipando alla mobilitazione a piedi per il presidio informativo in Piazza Diaz lunedì 11 marzo alle 18:30 o alle 18 con la propria bici o il proprio mezzo di micromobilità e sostenibile al parcheggio Ventina in via Cesare Beccaria 9 a Lecco.
Il 23 novembre dell’anno scorso la giunta comunale di Lecco ha approvato il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) e il Piano Urbano della Mobilità Ciclistica (BICIPLAN): “Questi sono strumenti indispensabili per affrontare il processo di transizione ecologica, reso urgente dai cambiamenti climatici in atto, disegnando una città più accessibile, sicura e piacevole – fanno sapere da Legambiente, Fiab e Ambientalmente – questi strumenti rischiano ora, a pochi mesi dalla loro approvazione, di essere immensamente depotenziati dalla riforma del Codice della Strada voluta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che sarà discussa nei prossimi giorni in Parlamento. I dati non mentono”.
Nel 2022 sono morte 3.159 persone in collisioni sulle strade: un aumento del 9% rispetto al 2021 e solo una leggera diminuzione rispetto al 2019. 223.475 sono stati i feriti. Il 73% delle collisioni avviene in ambito urbano. L’assenza di sicurezza stradale è la prima causa di morte per le e i giovani sotto i trent’anni.
“Una situazione, quella italiana, che è un’anomalia in Europa: se in Gran Bretagna i morti in strada per milione di abitanti sono 26, in Germania 34, in Spagna 36, in Italia siamo a 53 (Fonte: Commissione Europea 2022), dato in crescita rispetto all’anno precedente. Le principali cause di morte sono (secondo l’Istat) l’eccesso di velocità, la guida distratta e la mancata precedenza ai pedoni sugli attraversamenti. Queste cause non vengono prese in considerazione dalla riforma del Codice della Strada voluta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che sarà discussa nei prossimi giorni in Parlamento. La riforma viene proposta “per salvare vite in strada”, ma nella sostanza prefigura il persistere della strage”.
“Infatti, limita pesantemente l’autonomia di azione delle amministrazioni comunali, attacca e depotenzia ZTL, aree pedonali, sosta regolamentata, controlli elettronici e mobilità ciclistica. Misure che ci allontanano dagli obiettivi del Piano Sicurezza Stradale 2030. La proposta di riforma da una parte promuove “misure-vetrina”, come l’inasprimento di alcune pene, e dall’altra strizza l’occhio a chi vìola sistematicamente le regole. Vengono meno i presupposti per la tutela di chi è più vulnerabile e si indebolisce la convivenza tra i diversi utenti della città. Misure inefficaci e dannose che non migliorano le norme attuali e addirittura vanno ad aggravare la situazione, poiché non agiscono sulle cause della strage e sulla prevenzione”.
“La richiesta è una: città vivibili e strade sicure – la sicurezza stradale ha un’altra direzione. Serve un approccio scientifico e sistemico: agendo sulla moderazione della velocità, non solo attraverso i limiti, ma anche con controlli e ridisegno dello spazio pubblico. Occorre realizzare interventi normativi a favore della mobilità attiva e del potenziamento del trasporto pubblico, e agevolare percorsi verso le città 30, prendendo esempio da Bologna”.