Giorno del Ricordo, Lecco celebra le vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata

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Giornata_del_ricordo_Lecco_20240210

Sul lungolago la commemorazione organizzata da Provincia, Comune e Prefettura di Lecco

Il ricordo di Jadran Savarin: “Abbiamo avuto la fortuna di essere stati accolti da questa città”

LECCO – Sta tutto nella voce commossa e nel semplice “grazie” pronunciato da Jadran Savarin, presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, il senso della celebrazione che si è svolta stamattina 10 febbraio, in riva Martiri delle Foibe a Lecco, in occasione del Giorno del Ricordo.

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Sotto una pioggia battente si è tenuta la commemorazione istituzionale organizzata da Provincia di Lecco, Comune di Lecco e Prefettura di Lecco in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata che ha visto gli interventi del Vicepresidente della Provincia di Lecco Mattia Micheli, del Sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, del Prefetto di Lecco Sergio Pomponio e di Jadran Savarin.

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Jadran Savarin

“Io sono un profugo istriano – ha raccontato Savarin con le lacrime agli occhi -. Ci hanno accolti per tre giorni nella Risiera di San Sabba, un brutto posto, e con un carro merci ci hanno trasferito al campo profughi di Cremona dove ho trascorso 18 mesi con mio padre, mia madre e mio fratello. Abbiamo avuto la fortuna di essere stati accolti dal comune di Lecco: ci hanno dato una casa e hanno dato un lavoro a mio padre. Questo ha permesso a me e alla mia famiglia di essere veramente italiani, visto che italiani lo siamo due volte: per nascita e per il fatto che, da italiani arrivati in Italia, abbiamo dovuto attestare davanti a un funzionario pubblico la nostra italianità. Avevo preparato un lungo discorso ma alla fine ho preferito ricordare, dico soltanto grazie”.

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Mattia Micheli

“Una tragedia per troppo tempo dimenticata dalla storia e considerata, a torto, un episodio minore di una guerra che aveva visto tanti drammi – ha detto Mattia Micheli -. Vogliamo esprimere un sentimento di vicinanza e solidarietà ai famigliari delle vittime e alle popolazioni italiane costrette a scappare e ad abbandonare la loro terra affinché la loro angoscia non venga dimenticata ma resti un monito contro i regimi totalitari e le ideologie che opprimono e schiacciano le minoranze negando i diritti delle persone. Un monito, purtroppo, oggi più attuale che mai”.

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Mauro Gattinoni

“Oggi celebriamo una delle pagine della storia tra le più nascoste che sono state, per certi versi, anche escluse dall’indagine storiografica e che invece, negli ultimi decenni, hanno recuperato l’attenzione perché la verità storica è sempre viva – ha detto Mauro Gattinoni -. Lecco è stata una città accogliente che ha offerto una seconda casa e una seconda vita a chi aveva lasciato tutto altrove, questo forse testimonia che laddove i governi e le ideologie dividono, i popoli uniscono. E questo, forse, è il messaggio più bello che questa tragica storia ci consegna. Non è più tempo di polemiche o revisionismi, il nostro compito è dare giusta voce alla storia, alla sofferenza e portare avanti un messaggio di unità”.

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Sergio Pomponio

“Una pagina di grande dramma della storia del nostro Paese a cui sono legati due elementi chiave: quello del ricordo, che segna la linea di confine tra il trionfo dell’ideologia e la resistenza di una memoria che vince sempre, e quello del tentativo di rimuovere – ha detto il Prefetto Sergio Pomponio – I giuliano-dalmati rappresentano i poveri di questa storia, vittime di eventi più grandi di loro, e il non voler riconoscere la loro vicenda significa non voler riconoscere la nostra debolezza di uomini travolti dagli eventi“.

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Sempre nell’ambito delle iniziative della Giornata del Ricordo, domenica 11 febbraio, alle ore 21, nella sala don Ticozzi, è in programma l’evento “Norma Cossetto. Per ricordare le Foibe” con Valeria Battaini: lo spettacolo, per la produzione di Teatro Laboratorio e la regia di Sergio Mascherpa, ripercorre la storia di Norma Cossetto, rapita, seviziata, violentata e gettata in una foiba. Il suo assassinio brutale è un simbolo della violenza di chi, in ogni guerra, calpesta la dignità e il rispetto di qualsiasi persona. L’ingresso è libero e gratuito.