Sul lungolago inaugurata l’esposizione a cura di Carlo Borlenghi, Carlo Zuccoli e Sara Vitali
“Un progetto che, con orgoglio, vuol dar risalto a un territorio che ha moltissimo da raccontare”
LECCO – Le fantastiche silhouette delle Moto Guzzi che posano, come fossero modelle, davanti a paesaggi da favola del lago di Como e ancora foto d’epoca salvate dall’archivio dell’azienda, probabilmente oggi perduto, grazie alla lungimiranza dei fotografi Carlo Borlenghi e Carlo Zuccoli che negli Anni ’70 hanno deciso di riprodurre quel tesoro intuendone il valore.
Nel pomeriggio di ieri, giovedì, sul lungolago di Lecco, davanti alla piattaforma, è stata inaugurata la mostra “I 100 anni dell’Aquila”, un’esposizione itinerante realizzata in occasione del compleanno della storica azienda di Mandello a cui si è affiancata anche la realizzazione del libro che porta lo stesso titolo della mostra.
La mostra, visitabile 24 ore su 24, sarà a Lecco fino al prossimo 5 settembre: “Siamo orgogliosi di aver sostenuto con determinazione un progetto che ha coinvolto tutto il ramo lecchese del lago e siamo orgogliosi di aver ricevuto solo risposte positive – ha detto Sara Vitali, editore della Cinquesensi tra gli ideatori del progetto -. Cosa è stata la Moto Guzzi per questo territorio? Un motore economico. E quale è un motore economico oggi per il nostro territorio? Il turismo culturale. Il progetto ha preso le mosse da queste domande”.
E così, accanto a foto storiche si affiancano gli scatti meravigliosi dei fotografi Carlo Borlenghi di Bellano e Carlo Zuccoli di Mandello che, attraverso i modelli di Guzzi che hanno fatto la storia del motociclismo, permettono di scoprire le meraviglie del nostro territorio.
“Un progetto che ha permesso di mettere in contatto persone straordinarie a partire dai collezionisti che hanno prestato i loro gioielli per gli scatti – ha continuato Vitali -. Non è un libro storico o tecnico, ma dà risalto a un territorio che ha moltissimo da raccontare”.
Entusiasti del progetto i due fotografi. Carlo Zuccoli, fotografo industriale di Mandello, ha sempre avuto lo studio a 50 metri dalla fabbrica: “Fino agli Anni ’90 ho lavorato tanto per la Moto Guzzi, ricordo che spingevamo le moto a mano dalla fabbrica alla mia sala posa, ne ho fotografate un sacco. E poi, negli Anni ’70, io e Carlo (Borlenghi, ndr) eravamo ancora ragazzi, abbiamo avuto accesso all’archivio fotografico dell’azienda, che credo oggi sia andato perduto. Ne abbiamo capito l’importanza, non sapevamo cosa farne di quegli scatti, ma abbiamo rifotografato tutto salvando di fatto tutto quel patrimonio che oggi, a distanza di 50 anni, trova spazio nel libro e nella mostra”.
“Noi abbiamo dato il nostro piccolo contributo fotografico, facendo semplicemente ciò che sappiamo fare – ha aggiunto Carlo Borlenghi -. Il grosso contributo in tutto questo sorprendente progetto è stata l’unione che ne è scaturita: burocrazia, istituzioni, enti… tutti hanno fatto il loro piccolo pezzetto per realizzare qualcosa di bello”.
La mostra, che sarà a Lecco fino al 5 settembre, è stata accolta con entusiasmo dal sindaco Mauro Gattinoni: “Vengo da una famiglia di Guzzisti, ricordo quando mio padre, di notte, sistemava il suo Airone 250, poi lo accendeva al minimo e stava lì a sentire il motore cantare – ha detto il sindaco -. La Guzzi ha dato una spinta di innovazione e tecnologia a tutto il territorio, ha fatto crescere tantissimi piccole e grandi aziende, c’è tanta Lecco attorto a quelle moto e questa è una combinazione unica a livello mondiale”.
“Io, invece, sono moglie di un Guzzista e conosco bene la passione che gira attorno a queste moto e apprezzo tutta la storia che portano con sè – ha detto il vicesindaco Simona Piazza -. La mostra e il libro, percorrendo un viaggio sulle sponde del nostro lago, raccontano l’economia, la storia, le tradizioni e il ruolo che la Guzzi ha avuto nella quotidianità”.