La denuncia del comitato che da tempo si batte per valorizzare il quartiere
“I nostri sforzi sono grandi ma le istituzioni non si impegnano altrettanto”
LECCO – Chiamarla periferia è sminuente: Chiuso non è solo uno dei rioni più lontani dal centro, è una comunità viva, non un ‘dormitorio’, è abitata da famiglie che hanno una storia radicata nel quartiere, è un piccolo paese con le proprie necessità.
Bisogni spesso inascoltati a cui si aggiungono disagi per scelte politiche subite dal rione, come il quartiere della Lecco-Bergamo e la galleria ancora da realizzare, o la chiusura del passaggio a livello che nel 2010 ha diviso in due il quartiere. Scelte a cui si sta mettendo riparo con risposte poco convincenti.
Emblematico il caso dei lavori per il tunnel che sulla carta sarebbe dovuto essere pronto entro il 2014 e invece quel cantiere per troppi anni ha creato problemi agli abitanti di Chiuso, mentre il sottopasso ferroviario avrebbe già subito uno stop ancor prima di avviare l’intervento.
Chissà cosa sarebbe stato senza l’esistenza di un comitato a sollecitare gli enti preposti sulle questioni che attanagliano il rione. Se lo chiedono gli stessi cittadini ‘volontari’ che hanno deciso di scendere in campo per difendere il proprio quartiere e che avrebbero sperato in una risposta diversa dalle istituzioni che governano il territorio.
Davide contro Golia
“Quello che abbiamo voluto far capire in questi anni – raccontano – è che Chiuso non è terra di nessuno, ci sono cittadini che vivono delle difficoltà dovute a scelte prese altrove. Spesso però, ci troviamo a sbattere contro muri di gomma, siamo Davide contro Golia”.
Una battaglia iniziata contro la ‘riforma’ Rizzolino che prevedeva la chiusura della scuola rionale, ancora aperta grazie alle richieste del comitato, e proseguita dopo l’avvio del cantiere della Lecco-Bergamo, poi per il sottopasso ferroviario che finalmente si farà grazie all’accordo tra Comune e RFI.
Forse proprio grazie all’insistenza del comitato si è deciso di riqualificare l’area attorno al cantiere della galleria, un intervento che si sarebbe dovuto effettuare solo alla conclusione dell’opera.
“Però, è stato fatto il minimo sindacale – fanno sapere – dei 680 mila euro che la Provincia aveva annunciato di voler stanziare ne sono stati spesi solo 286 mila. Il parchetto per lo sgambamento dei cani, ricavato sullo spartitraffico, resta senza una regolamentazione, solo di recente sono stati installati dei cestini ma l’arredo è ancora insufficiente. L’attraversamento è al buio e pericoloso, avevamo chiesto di poter installare una casetta dell’acqua nella piazzetta sopra la chiesa, è stata scelta un’altra collocazione ma, evidenziando altre problematiche, non è stata ancora posizionata”.
Ci sono grandi problemi da risolvere, lo è senz’altro la questione della Lecco-Bergamo, ma anche “cose normali”. “Il primo giorno di lezioni – spiegano dal comitato – mamme e bambini camminavano tra l’erba alta per raggiungere la scuola”.
C’è anche la viabilità e la questione dei parcheggi, ancora più fondamentale per la presenza della moschea che il venerdì richiama numerosi fedeli, costretti ad affollare con le auto le strade del quartiere.
Promesse da mantenere
Il comitato lamenta la mancanza di referenti nella politica locale, “tutti i partiti sono venuti qui quando protestavamo per il cantiere, pochi quelli che si sono dati da fare veramente, quelli che hanno avuto la voglia di ascoltare o banalmente di rispondere al telefono”.
A Chiuso c’è un comitato di cittadini a fare da viva voce alle esigenze della propria comunità, in altri quartieri non è così. All’orizzonte ci sono le elezioni amministrative a Lecco, in calendario nel 2020, e i rioni “saranno una priorità” così come messo ogni volta nero su bianco nei programmi elettorali. “Abbiamo bisogno – concludono – che non siano solo promesse”