Presentato all’ospedale Manzoni di Lecco il nuovo Robot Da Vinci
Dalla ginecologia alla Chirurgia generale, sempre più interventi
LECCO – Una piccola anteprima era stata data in occasione della visita del governatore Attilio Fontana, che venerdì si era recato all’ospedale di Lecco per incontrare dirigenti e personale, e oggi il nuovo Robot Da Vinci “Xi” in dotazione al Manzoni è stato ufficialmente presentato alla stampa.
Si tratta di un macchinario all’avanguardia, l’ultimo della sua serie, con una tecnologia ulteriormente migliorata nel software e nella sua meccanica, con braccia ancor più sottili per interventi sempre più precisi e meno invasivi. Andrà a rinnovare, con un salto di qualità in avanti, l’attività di robotica che a Lecco può già vantare una storia di dieci anni.
“Un’innovazione top della sua gamma che non cade nel deserto – ha sottolineato il direttore generale dell’azienda ospedaliera Paolo Favini – l’ospedale di Lecco utilizza la robotica da un decennio con ottimi risultati. Ora i macchinari fruiti finora vengono sostituiti dall’ultimo nato con prestazioni ancor più interessanti che possiamo offrire alla cittadinanza e ai professionisti”.
“La robotica – ha aggiunto Favini – ha permesso a Lecco di essere al fianco dei più importanti centri ospedalieri italiani che la utilizzano, come il Policlinico Gemelli di Roma e l’ospedale di Pisa”.
Un impiego multi-disciplinare
Il robot può contare un ampio utilizzo per diverse branche della medicina, a partire dalla ginecologia per poi estendersi all’urologia e alla chirurgia generale, in particolare in campo oncologico.
La ginecologia al Manzoni ha visto aumentare in modo esponenziale gli interventi eseguiti con la robotica: dai 21 casi trattati nel 2010 ai 156 casi in un anno nel 2019. “Ho avuto la possibilità in questi anni di assistere all’evoluzione della chirurgia robotica e al cambiamento anche culturale verso una chirurgia sempre più mini-invasiva – ha sottolineato il primario di ginecologia, il dott. Antonio Pellegrino – questa tecnologia ha consentito di ridurre gli interventi a ‘cielo aperto’ portando inevitabili vantaggi in termini di cura del paziente”
Lecco riferimento per il territorio
Una tecnologia “democratica – ha sottolineato il dott. Salvatore Scuzzarella primario di Urologia – perché consente di operare più persone e con la stessa precisione” rispetto alla chirurgia tradizionale dove a fare la differenza era la bravura e l’esperienza del chirurgo.
“Per questo è una tecnica ‘contagiosa’, che si sta diffondendo e che tutti vorrebbero fare – ha aggiunto il primario – noi a Lecco abbiamo la fortuna di averla e siamo riferimento anche per altri territori come la Valtellina, la Brianza e il comasco”.
Ampio l’uso del Robot Da Vinci in Urologia (137 casi curati nel 2019) coprendo quasi tutte le patologie oncologiche: “I vantaggi riguardano la precisione dell’intervento e il minor impatto sul paziente in termini di ospedalizzazione ed effetti collaterali – aggiunge il dott. Scuzzarella- Per esempio nel tumore della prostata, il paziente post intervento può tornare alla sua vita come lo era prima di operarsi”.
Lo stesso per il tumore al colon retto “il robot consente di preservare la funzione degli sfinteri, nel caso di tumori molto bassi – sottolinea il dott. Mario Zago, primario della Chirurgia Generale – Il macchinario è utilizzato in tutti i cinque giorni settimanali disponibili per gli interventi. “Un uso intensivo e con applicazioni sempre più varie e complesse” ha aggiunto il dott. Zago
Sono 65 gli interventi di chirurgia generale effettuati con robot lo scorso anno, posizionando il presidio di Lecco come secondo per volumi in chirurgia generale robotica in Lombardia.