Risultati migliori nel lecchese rispetto al passato, il monitoraggio della Goletta dei Laghi di Legambiente
Permane il forte inquinamento del Caldone a Lecco, inquinato anche il torrente Oro a Bellano
LECCO – Risultati incoraggianti ma qualche criticità permane: è il report della Goletta dei Laghi di Legambiente che ha fatto tappa anche nel 2021 sul Lago di Como, per monitorare lo stato di salute delle acque, controllando le foci dei principali torrenti che sfociano nel Lario.
Sono stati dieci i punti monitorati quest’anno dalla Goletta nelle acque del Lario e sottoposti ad analisi microbiologiche, quattro sulla sponda comasca e sei su quella lecchese, dove risultano 2 punti fuori dai limiti di legge: “fortemente inquinato” il campione prelevato a Lecco, presso la foce del torrente Caldone, “inquinato” quello di Bellano, presso la foce del torrente Valle dei Mulini (Oro), punto che risulta balneabile dal Portale delle Acque del Ministero della Salute.
Entro i limiti risultano i prelievi a lago, presso la foce del torrente Inganna (a Colico) e presso la foce del torrente Esino (a Perledo), il prelievo effettuato presso la foce del torrente Meria, a Mandello del Lario, e quello presso la foce del torrente Gallavesa, a Vercurago, che rappresentano un miglioramento rispetto alle edizioni precedenti. Nel mirino ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva nei laghi.
I risultati sono stati presentati in conferenza stampa presso la sala Consiliare del Comune di Lecco, che ha visto la partecipazione di Elisa Scocchera, Portavoce Goletta dei Laghi, Renata Zuffi, Assessore all’ambiente Comune di Lecco, Stefano Simonetti, consigliere provinciale con delega all’Ambiente, Laura Todde, Presidente circolo Lecco, Costanza Panella Presidente Legambiente Lario Orientale.
“Sulla sponda orientale del Lario passano l’esame la foce del torrente Inganna a Colico, dell’Esino a Perledo e del Meria a Mandello del Lario, come non era avvenuto la maggior parte dagli anni precedenti – dichiarano Costanza Panella, Presidente del circolo Lario orientale e Laura Todde, Presidente del circolo di Lecco. – La condizione favorevole del lago, più alto dopo le piogge, non è stata sufficiente per promuovere la foce del torrente sulla spiaggia di Oro, ancora una volta inquinata e sulla quale erano stati sospesi i prelievi dopo che nel 2017 era risultata entro i limiti. Ci auguriamo che i controlli e gli investimenti da parte dell’Ufficio d’Ambito e del gestore si estendano presto alle aree periferiche, e soprattutto che ci sia una svolta significativa sul fiume Caldone che attraversa Lecco e che, per l’ottava volta è risultato fortemente inquinato”.
“È bene ricordare – hanno aggiunto- che il monitoraggio di Legambiente non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri laghi, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al maggior rischio presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo lungo le sponde dei nostri laghi, rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano nei bacini lacustri”.
Il monitoraggio delle acque nel Lario è stato eseguito tra il 28 e il 29 giugno. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.
L’assessore: “Caldone sotto osservazione”
Presente alla conferenza, è intervenuta l’assessore comunale all’Ambiente, Renata Zuffi: “Sul Caldone è stata effettuata la rilevazione delle acque meteorologiche ora procederemo con la verifica dei collettori, con un lavoro di mappatura, per controllare se ci sono situazioni fuori norma, interloquendo con i privati che dovranno porvi rimedio”.
“Ma non avrebbe senso chiedere uno sforzo ai cittadini se non vi fosse, e c’è, un interesse importante del comune sui fiumi della nostra città – ha aggiunto l’assessore – pianificheremo una riqualificazione complessiva che passa dallo studio dell’attuale situazione la realizzazione di un masterplan e da lì la progettazione di interventi come la realizzazione di percorsi pedonali di accesso all’acqua”.
Stefano Simonetti, consigliere provinciale delegato all’Ambiente, ha sottolineato l’importanza “del lavoro svolto da Legambiente. C’è tanto da fare. Da parte nostra – ha spiegato Simonetti – abbiamo chiesto all’ATO una maggiore attenzione ai ripristini post lavori. Crediamo poi serva una soluzione definitiva per un depuratore provinciale, che non sia risolutivo solo per il capoluogo ma per un’ampia fetta di territorio. Chiediamo pii ai cittadini di fare tutti la propria parte, molto fanno le azioni della quotidianità”.