Importante traguardo per l’ente che dalla sua nascita ha sostenuto oltre 3 mila progetti in tutta la Provincia
Il 13 settembre Officina Badoni aprirà i battenti. La presidente Nasazzi: “Un luogo da vivere, non da riempire”
LECCO – Venticinque anni di vita, venticinque anni di presenza viva sul territorio lecchese (e non solo). Il 18 febbraio 2024 la Fondazione Comunitaria del Lecchese taglia il traguardo del quarto di secolo. L’atto di nascita dell’ente è infatti datato 18 febbraio 1999. Tra le due date, una straordinaria quantità di idee, di progetti, di bandi e volontari, ma anche un mutamento lento e continuo della società e delle persone. Ne deriva un passaggio temporale forte e significativo, che ha il senso di un cammino vivo e consente di prendersi il tempo per un bilancio di quanto realizzato finora, e di quanto ancora sia possibile compiere ed ispirare.
Anzitutto, i numeri. In questi 25 anni, Fondazione comunitaria ha erogato risorse pari a 62.676.688 euro, sostenendo 3.056 progetti e raccogliendo 44.718.340 euro di donazioni, di cui 6.081.440 a patrimonio. Le risorse sono state raccolte grazia a 24.397 singole donazioni provenienti dal territorio lecchese. “La cifra finale però, quella che dà il senso dell’opera compiuta dalla Fondazione – sono le parole della presidente Maria Grazia Nasazzi – è racchiusa nel numero di Comuni oggetto di erogazioni e progettualità durante gli ultimi cinque lustri. Tutti, nessuno escluso”.
Non solo. La storia di questi 25 anni è stata soprattutto una storia di metodi trasparenti e strumenti di sempre maggior coinvolgimento. La data del 1999 racconta della costituzione dei primi organi sociali, con i criteri della competenza e della rappresentatività dei circondari lecchesi. Lungo il percorso, il ruolo di intermediario filantropico della Fondazione ha saputo declinarsi attraverso il sostegno a progetti degli enti non profit del territorio, grazie ai bandi e a una chiamata alla corresponsabilità dei beneficiari (la nota copertura del 50% del costo del progetto).
Tre ambiti ben precisi hanno diretto gli interventi della Fondazione: sociale, tutela dell’ambiente e tutela del patrimonio storico-artistico. Con il tempo, tuttavia, nuove sfide si sono affacciate all’orizzonte del territorio lecchese e del Paese. “Le crisi economiche e la pandemia – prosegue la presidente Nasazzi – hanno imposto una rinnovata attenzione a nuove forme di fragilità sociale, guidando la Fondazione stessa a un ruolo fondamentale di aggregatore di soggetti”.
Ne sono un esempio, negli ultimi anni, le varie declinazioni del Fondo Aiutiamoci, le partnership territoriali e i nuovi Fondi da esse generati, la prospettiva coraggiosa di uscire dal territorio, anche con progetti formativi condivisi in Sud Italia con le reti associative locali. L’ultimo progetto, almeno in ordine di tempo, che va concretizzandosi è tuttavia quello che riguarda Officina Badoni. Ecco allora che l’appuntamento del venticinquesimo anno di vita è anche e soprattutto un rilancio di temi, la possibilità di invitare l’intera città a un ulteriore appuntamento dopo l’estate. Il 13 settembre, è l’annuncio ufficiale, aprirà i battenti la nuova Officina Badoni, nel cuore di Lecco. “La scelta di acquistare l’immobile risale al 2018, la ristrutturazione e il cantiere sono storia odierna – è la conclusione della presidente Nasazzi – Tutto il resto è puro e semplice futuro, un luogo non da riempire, ma da vivere. Dentro il nuovo edificio, ormai esauriti il concorso di idee e le fasi di coprogettazione, troveranno posto spazi permanenti di incontro e collaborazione tra enti e con i giovani. Venticinque anni di vita, insomma. Venticinque anni al servizio della comunità lecchese”.
Lo storico edificio di Corso Matteotti ospiterà al piano terra una caffetteria che sarà gestita dall’Enaip e dalla Cooperativa Il Grigio di Calolziocorte: “Sarà un luogo aperto a tutta la città, pensiamo in particolare agli studenti, che potranno anche frequentare il locale senza consumare – spiega Paolo Dell’Oro di Fondazione Comunitaria del Lecchese – in totale sono una decina le associazioni che gestiranno tutto lo stabile. Al primo piano ci saranno gli uffici della Fondazione mentre l’ultimo sarà disponibile per eventi, corsi, mostre, workshop, laboratori e molto altro”.
“Il progetto di una Fondazione comunitaria a Lecco è nato dall’ispirazione di Fondazione Cariplo agli albori della presidenza Guzzetti – sono le parole di Mario Romano Negri, che ha ricoperto la carica di presidente dal 1999 al 2020 – Di fatto, era l’idea di un’ulteriore gemmazione della lunga storia della Cassa di Risparmio lombarda. Nel 1999, mi sono offerto volontario per avviare a Lecco una sperimentazione in merito, trovando fin da subito l’attenzione delle istituzioni locali e l’opera straordinaria di tanti volontari che, nello spirito del famoso passo evangelico, hanno creduto nel progetto senza ancora poterlo vedere. Dentro il Consiglio di amministrazione hanno trovato posto fin da allora persone estranee a schieramenti politici, scelte per probità e capacità professionali. Un bilancio di questi anni? Credo sia sufficiente guardare i numeri di donazioni e progetti per capire a fondo come questa esperienza lecchese sia stata e continui ad essere benchmark per le altre fondazioni comunitarie”.
I 25 anni della Fondazione comunitaria del Lecchese sono ricordati anche da Giovanni Azzone, Presidente di Fondazione Cariplo: “La Fondazione comunitaria di Lecco ha fatto da apripista a tutte quelle nate in Italia. Chi va avanti per primo, lo sanno bene i lecchesi che vanno in montagna e aprono nuove vie, trova ostacoli, insidie. Superate queste, gli altri trovano un sentiero battuto. È il grande merito della Fondazione di Lecco. Il progetto delle sedici Fondazioni di comunità, a cui Cariplo ha destinato oltre mezzo miliardo di euro di contributi, è il più grande e strategicamente importante tra quelli avviati dalla nostra fondazione. È l’esempio perfetto di quello che intendo quando parlo di “creare le condizioni abilitanti e gli ecosistemi locali”. Per avviare le Fondazioni di comunità, Cariplo ha studiato il modello americano, lo ha adattato, gli ha dato un’identità propria: gli ecosistemi a cui hanno dato la vita le fondazioni locali sono sempre più ampi e robusti. Oggi le Fondazioni di comunità, di cui Lecco è stata pioniera, rappresentano un punto di riferimento di cui le nostre comunità non possono fare a meno”.
Alla conferenza di questa mattina, venerdì, erano presenti anche i membri del comitato di nomina: il Prefetto, Sergio Pomponio, il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, la presidente della Provincia di Lecco Alessandra Hofmann e il vicario episcopale Mons. Gianni Cesena.
“Mi piace pensare alla Fondazione Comunitaria del Lecchese come a una persona – ha detto la presidente Hofmann – nata e cresciuta: da bambino entusiasta è divenuto giovane consapevole, contenitore non solo di contributi ma veicolo di azioni positive. Grazie per il vostro supporto costante e auguri”.
“Ricordo ancora la conferenza stampa in Prefettura in cui si costituiva la Fondazione, allora lavoravo al Giornale di Lecco e tornando in redazione mi chiedevo come riassumere tutte le cose dette per farle capire ai lecchesi – ha aggiunto il sindaco Mauro Gattinoni – all’epoca eravamo pionieri, oggi la nostra relazione è cambiata, quel modello è cambiato: la Fondazione è contenitore quotidiano di diversi bisogni. Ripenso a quando ho chiamato Maria Grazia per parlare del polo vaccinale, se avesse detto no invece che sì, quando dovevamo vaccinare 300 mila persone e il nostro ospedale scoppiava. Come sempre Lecco e i lecchesi gettano il cuore oltre l’ostacolo e questo è un capitale importante per il nostro territorio. Vi ringrazio”.
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