260 km e 15.000 metri di dislivello intorno al Lago di Como
“Un cammino ricco di fascino e storia dalle fortissime potenzialità turistiche”
LECCO – I tratti del dipinto c’erano già tutti, alcuni più netti, altri sbiaditi dal tempo e altri ancora quasi cancellati. Con la pazienza di un maestro del restauro, il lecchese Giacomo Giak Cominotti, ex campione di arrampicata sportiva passato all’ultra trail, ha rimesso insieme tutti i pezzi per consegnare un cammino dalle fortissime potenzialità turistiche che coinvolge tutto il Lago di Como.
Larioaround: 260 km, 15.000 metri di dislivello positivo che l’atleta lecchese ha percorso tra il 6 e il 9 maggio (un viaggio lungo 74 ore di cui 54 di cammino effettivo) dimostrando che il tracciato è lì, bello e pronto, aspetta solamente di essere valorizzato e lanciato. Alla vigilia dell’inaugurazione dell’ultimo tratto del Sentiero del Viandante tra Lecco e Abbadia, Giak guarda ancora più avanti consegnando un cammino suggestivo e affascinante…
“Tutto è cominciato a fine agosto 2015 dopo aver percorso il Giro Montano del Lario (nato dall’idea dei Falchi di Lecco) in solitaria e in autonomia, quindi ho deciso di ripartire cercando di rivisitarlo sotto una luce diversa – racconta -. Con Larioaround ho ripulito e riattualizzato il Giro Montano del Lario perché in questi anni alcuni tratti del sentiero sono cambiati, a partire dal nuovo tratto del Sentiero del Viandante tra Abbadia e Lecco che non costringe più a salire ai Resinelli per scendere sul lago ad Abbadia”.
Il 6 maggio, quindi, hai programmato la partenza…
“In realtà non c’è stato proprio nulla di programmato. Intendiamoci, il tracciato lo conoscevo benissimo perché in questi anni l’ho studiato e percorso pezzetto per pezzetto (tra l’altro in alcuni tratti la segnaletica andrebbe sistemata), ma non c’era assolutamente l’intenzione di partire per realizzare questo obiettivo – racconta -. Larioaround è venuto fuori all’ultimo minuto: 36 ore prima ho visto che il meteo era favorevole, ho capito che era un’occasione che non potevo perdere ed è scattato quel brivido che mi ha spinto a partire”.
L’allenamento c’era e poi?
“Servono passione, voglia e motivazione. A me piace stare in mezzo alla natura, mi alleno e corro con amici, ma non nascondo che mi piace molto stare anche da solo, è una situazione che mi affascina e godere ancora di quei particolari momenti di silenzio è un gran privilegio. Consapevole che per me potesse essere l’ultima occasione (è sempre difficile ritagliarsi del tempo per questi progetti) ho capito che i tempi per Larioaround erano maturi così sono partito”.
Cosa resta di questa bellissima esperienza?
“Larioaround non si chiama ‘cammino’ ma di fatto lo è. Credo sia un giro che si può percorrere dal punto di vista escursionistico a qualsiasi livello, con tempistiche e modalità che ognuno può cucirsi addosso in base alle proprie esigenze. Esattamente come un trekking si può percorrere in gruppi e si può affrontare in diverse tappe magari spalmate su più week-end, diciamo che i modi per fruirne è molto flessibile. Di sicuro c’è ricettività (si mangia bene, si dorme bene) e non mancano i mezzi di trasporto: da una parte la ferrovia, dall’altra i bus, con battelli o traghetti per collegare le diverse sponde”.
Larioaround è l’unione di quattro diversi sentieri.
“Il Sentiero del Viandante (Lecco-Piantedo), la Via dei Monti Lariani (tra l’alto Lario e Como), la Strada Regia (tra Como e Bellagio) e il Sentiero del Tivano (Bellagio, Civenna, Ghisallo, Valbrona, Corni di Canzo e Valmadrera). Spesso ci muoviamo tra due estremi: o siamo troppo campanilisti o snobbiamo il nostro territorio, ma serve un senso di appartenenza che porti a collegare la sponda lecchese del lago con la Valtellina e con la sponda comasca per consegnare un cammino ricco di fascino e storia che, inquadrato in un modello turistico attuale e appetibile, può sicuramente dire la sua per diventare uno dei punti di forza a livello regionale e per tutto il Nord Italia. Larioaround è un viaggio nel tempo pazzesco, ci sono luoghi ancora integri, così come erano più di cent’anni fa a questi si aggiungono natura, cultura, paesaggi mozzafiato…”.
Riattualizzare e rilanciare…
“E’ esattamente quello che ho fatto. Non mi sono inventato nulla, ha solo dato una linea logica a un giro che già c’era. A tal proposito vorrei rivolgere un ringraziamento a Giuliano Maresi: se oggi abbiamo il tratto del Sentiero del Viandante tra Lecco e Abbadia è prima di tutto grazie a lui. Credo che il lavoro di una persona che testimonia il suo amore per l’ambiente in questo modo meriti almeno un ringraziamento… Per quando mi riguarda, invece, dopo 6 anni mi sono messo di nuovo alla prova, la mia testa è ancora disposta a trovare motivazioni nelle difficoltà e ciò mi ha permesso di vivere un’esperienza unica”.
Giak Cominotti, però, ha già in testa una nuova impresa, ancora più dura… Ora è prematuro rivelare i particolari (sarà un progetto a quote più alte e a più ampio raggio), ma se tutto filerà liscio ad agosto ne sapremo di più…