Le acque del Lario non godono di ottima salute. I dati di Legambiente

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Legambiente Goletta dei Laghi

Una sintesi nel giorno dei risultati nazionali di Goletta Verde e Goletta dei Laghi di Legambiente

Sulla sponda lecchese del Lario cinque punti fortemente inquinati: “Non è tutta colpa delle precipitazioni”

LECCO – I laghi lombardi non godono di ottima salute: questo il bilancio di sintesi di Legambiente con Goletta dei Laghi 2024, la grande campagna annuale che controlla la contaminazione microbiologica delle acque lacustri. A minacciare la salute delle acque (lacustri e marine) concorrono maladepurazione, scarichi abusivi, inquinamento, ma anche l’accelerazione della crisi climatica che, in particolare con gli eventi meteorologici estremi, mette sotto pressione i sistemi di depurazione.

In Lombardia, Goletta dei Laghi ha come sempre una delle sue tappe più ricche di contenuti e di notizie. Il motivo sta nella particolare vastità dei corpi idrici di questa regione, che sviluppano ecosistemi, economia, energia e narrazioni senza soluzione di continuità, in tutte le stagioni. Oltre ai dati sulla contaminazione microbiologica delle acque, i cinque laghi lombardi oggetto dei campionamenti (Verbano, Ceresio, Lario, Sebino e Benaco) hanno infatti generato diversi spunti di riflessione, condivisi con i cittadini durante tutte le conferenze stampa dai Circoli coinvolti, al punto da giustificare un dossier come quello che Legambiente Lombardia presenta ormai tradizionalmente nel giorno della sintesi nazionale dei dati di Goletta Verde e Goletta dei Laghi.

Si è riflettuto, in particolare, su molti dei temi paralleli alla qualità delle acque: gli scarichi abusivi, la perdita di biodiversità, il sovraffollamento turistico, la fragilità di coste e falesie, le speculazioni edilizie, la raccolta dei rifiuti. Sono state evidenziate anche le migliori pratiche di gestione presenti nei territori per la tutela e la salvaguardia dell’ecosistema lacuale.

L’edizione 2024 è stata caratterizzata da un peggioramento generale dei risultati dei campionamenti, per i quali hanno sicuramente influito le massicce precipitazioni.

Per quanto riguarda il Lario, sulla sponda lecchese, cinque i punti “fortemente Inquinati” e due “entro i limiti” di legge. Tra i punti fortemente inquinati, la foce del torrente Caldone che attraversa la città di Lecco e che negli ultimi due anni entra rientrato nei limiti di legge, la foce del torrente Inganna a Colico, la foce del torrente Esino a Perledo, la foce del Meria a Mandello del Lario, la foce del torrente Gallavesa a Vercurago. Tra i punti non inquinati, il torrente che attraversa la Valle dei Mulini a Bellano e la foce del Rio Varrone a Dervio.

A Como, inquinata la foce del Cosia, ai Giardini a Lago, che si rivela purtroppo una costante dovuta a scarichi che il torrente intercetta nel tragitto verso il lago e alla disastrosa situazione della città di Como che deve adeguare la propria rete fognaria. Si ritorna a trovare inquinata la foce del torrente Albano a Dongo, una costante degli ultimi tre anni. Mentre la foce del Telo ad Argegno e del Breggia a Cernobbio, sono al disotto dei limiti di legge.

“La qualità delle acque deve essere guardata da più punti di vista per introdurre politiche realmente efficaci – spiega Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. Goletta dei Laghi è un momento di riflessione collettiva che, oltre i dati microbiologici, deve farci agire contro criticità solo apparentemente scollegate tra loro, come la contaminazione da microplastiche, il sovraffollamento turistico e la differenziazione dei rifiuti. Le amministrazioni devono imparare ad agire su più fronti contemporaneamente, servono più sinergie”.