La richiesta è che il professore di Airuno possa tornare il più presto possibile a casa sua
“Speriamo che questo nostro presidio sia sufficientemente forte: Gilardi deve uscire, è già passato troppo tempo”
LECCO – La voce dei cittadini che chiedono la libertà per Carlo Gilardi si fa sempre più pressante, soprattutto dopo l’intervento del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Il caso dell’anziano professore di Airuno era stato sollevato nei mesi scorsi dalla trasmissione televisiva Le Iene che ha scosso l’opinione pubblica.
Diversi i presidi e le manifestazioni organizzate da amici, conoscenti, concittadini o semplici sostenitori della causa del professore di Airuno. La mobilitazione per l’anziano non si arresta, anzi, prosegue più forte di prima. Dopo le manifestazioni dei giorni scorsi, questa mattina alcune persone sono tornate di nuovo a incatenarsi simbolicamente davanti agli Istituti Airoldi e Muzzi.
“Già lo scorso dicembre il presidente dell’istituto Canali aveva dichiarato che aveva chiesto al sindaco di Airuno, all’Amministratore di Sostegno e al Giudice di pianificare il prima possibile un rientro a casa del signor Gilardi – ha detto il concittadino Guido Colombo presente al presidio -. Ormai sono passati 5 mesi e anche il Garante l’ha definita ‘una vicenda dai risvolti segreganti’: noi siamo qui per non far spegnere i riflettori su questa situazione e perché bisogna fare giustizia”.
Il presidio, oltre a chiedere giustizia per Carlo Gilardi, chiede anche risposte: “Nelle lettere portate alla luce dalla trasmissione Le Iene, Gilardi dice di aver fatto una denuncia contro l’amministratore di sostegno. Anche i parenti, a dicembre, attraverso l’avvocato Alfano hanno fatto una denuncia contro chi doveva tutelare il signor Gilardi: chiediamo che queste denunce abbiano un seguito. Senza contare le troppe difficoltà che ancora ci sono per vedere e parlare con il signor Gilardi. Speriamo che questo nostro presidio sia sufficientemente forte: Gilardi deve uscire, è già passato troppo tempo”.
Il gruppo è nato spontaneamente ed è cresciuto attraverso il web e oggi trova sostegno da tutta Italia: “Io sono un concittadino e posso dire che nella mia vita non ho mai conosciuto una persona come Carlo Gilardi, sicuramente non si merita tutto questo. Se Gilardi non tornerà a casa, noi saremo qui anche domenica, dalle ore 13.30, noi non ci stancheremo mai di chiedere la libertà per Carlo Gilardi”.