Le critiche dell’associazione per i nuovi abbattimenti annunciati dal Comune
Due lettere dal WWF al Comune: “Si sceglie sempre la strada più facile e le piantumazioni non bastano”
LECCO – “Lecco non è una città per gli alberi (e neppure per i fiori)” inizia così il messaggio inviato alla stampa dal WWF di Lecco all’indrtagomani dell’annuncio del Comune di Lecco dell’abbattimento di 28 alberi giudicati in cattive condizioni (qui l’articolo).
Al loro posto, ha già fatto sapere l’amministrazione comunale, verranno piantati 60 nuovi alberelli ma questo non è bastato ad evitare le critiche degli ambientalisti che hanno fatto pervenire due lettere, una del presidente Lello Bonelli e una seconda dell’agronomo lecchese Giorgio Buizza:
“Ancora una volta l’Amministrazione Comunale di Lecco sceglie la soluzione più facile, immediata, irreversibile sentenziando il taglio di altre 30 piante in città.
Con l’ordinanza n° 1 del 24 febbraio scorso, il Sindaco ha deciso le sorti di una popolazione di alberi disseminati in ogni quartiere cittadino: da Pescarenico in Piazza Era al centrale viale Dante, dal rione di Germanedo a Rivabella, da Rancio al Lungolago, da Laorca alle Caviate. Buona parte dei tagli sono già stati eseguiti, gli altri seguiranno nei prossimi giorni. C’è la magnolia morente, il platano semisecco, il tiglio con il tronco cavo, alcune piante morte (nulla da ridire), ma anche il platano che per sua naturale crescita ha incluso nelle sue radici il cordolo della strada, l’albero sinuoso con qualche piccolo difetto, il platano cresciuto all’ombra di altri platani più vigorosi, insomma tutta roba di cui sbarazzarsi senza troppo indugiare, perché, come sempre, si usa come alibi prima di tutto la sicurezza del pedone, del cittadino, dell’auto posteggiata o del manufatto, anche laddove queste problematiche non sono presenti. Ma non sarebbe stato il caso di valutare quali sono i benefici che queste piante, seppur brutte o indebolite, ci stanno regalando? L’universo degli esseri viventi, sia che appartengano al regno animale o a quello vegetale, è fatto di diversità, variabilità, giovinezza e senescenza e tutto contribuisce a creare la rete di interdipendenza che sostiene il nostro ecosistema, anche quello urbano.
Credevamo che il capillare lavoro di censimento delle piante della nostra città servisse ad avviare un nuovo approccio alla gestione del verde, fatto di cura e di attenzione, conservazione e valorizzazione, rispetto e potenziamento ma, alla luce delle ultime scelte prese dall’Amministrazione Comunale, sta prevalendo in modo drammatico una mentalità di vecchio stampo incardinata sul concetto di “verde pulito”, ovvero “facciamo pulizia di tutto il verde che non ci piace”.
Così ciò che è sotto gli occhi di tutti i cittadini lecchesi e di chi frequenta il nostro capoluogo è il costante ed inesorabile impoverimento del verde pubblico, al punto che un bilancio tra abbattimenti e nuove piantagioni mostra inesorabilmente e pesantemente il prevalere massiccio dei primi a sfavore delle seconde.
E non basta come compensazione la ripiantumazione di giovani alberelli: non basta qualche decina di pianticelle di due anni a ripagare il valore di alberature storiche!
È vero, oggi paghiamo il prezzo della scarsa attenzione dedicata alla cura del verde nel passato amministrativo, più o meno recente, della città, con sconsiderate scelte di sradicare dal paesaggio del nostro capoluogo elementi arborei che un tempo identificavano viali o vie, luoghi di ritrovo, vicoli, piazze dei rioni, per lasciare posto a posteggi, nuove edificazioni, strade e rotonde.
Ma è il tempo oggi di dover chiedere al nostro Sindaco quanto dovremo aspettare ancora per vedere con i nostri occhi alberi, accolti e accuditi, che crescono assieme alla città, nuovi parchi pubblici, tutori che sostengano i tronchi malandati o i rami troppo grandi, piante le cui radici siano difese con tenacia dalle auto invadenti che calpestano le aiuole, dai cordoli e dagli asfalti. Non ci basta più sognare questa nuova città, la vogliamo e la pretendiamo da chi ha promesso un nuovo progetto di sviluppo urbano.
Ma non sono solo gli alberi nel mirino dell’Amministrazione! Lo scorso settembre, nell’ambito dell’iniziativa nazionale WWF “Urban Nature”, WWF Lecco comunicava al Comune la piantumazione di “un vasto assortimento di bulbi e tuberi da fiore nell’aiuola di piazza Manzoni, dove la sezione lecchese del WWF, a inizio anni ‘90, mise a dimora alcuni carpini, in collaborazione con l’allora Amministrazione Comunale… La finalità è quella di abbellire il verde pubblico attraverso una variopinta fioritura primaverile di piante spontanee perenni, utili anche a fornire nutrimento alle numerose specie di insetti impollinatori che vivono in città”.
A tutti gli effetti un esempio di cittadinanza attiva che, oltre all’impegno del WWF lecchese, aveva coinvolto anche famiglie, bambini… tutti a mettere a dimora i bulbi in un bel pomeriggio di settembre, in attesa di una primavera di colori e di speranza.
A inizio di questa settimana anche la fioritura di bulbi in piazza Manzoni è stata rasa al suolo da un imprevedibile taglio di erba, inutile e prematuro nelle tempistiche, nonostante ci fossero tutti i narcisi, i crocus e i muscari in fiore… ci sono passati sopra con il tagliaerba.
Senza parole!”
Lello Bonelli – Presidente WWF Lecco
“Questa stagione è forse in anticipo con le temperature, ma è in forte ritardo con la pioggia.
I prati non sono ancora cresciuti, sostanzialmente per mancanza d’acqua. Le bulbose primaverili (narcisi, crochi) che erano in attesa da mesi di spuntare hanno fatto la loro parte e hanno vivacizzato i prati di fiori gentili e colorati.
Ma il calendario, il programma, il capitolato, impongono (in questo caso, altre volte no) che si faccia il primo taglio nel mese di marzo. A prescindere.
A prescindere dal fatto che l’erba non è ancora cresciuta; a prescindere che se c’è in corso una fioritura si attende qualche giorno o qualche settimana prima di azzerare tutto; a prescindere che la manutenzione dei tappeti erbosi, anche quelli ruspanti, non è affidata solo ai tagli, ma anche alla concimazione, all’arieggiatura, all’integrazione delle specie (trasemine), operazioni mai viste sul territorio comunale.
Diverso è il caso di un tappeto erboso da campo da golf, curato, irrigato e senza erbe che disturbino il gioco, la cui conservazione è legata alla frequenza e tempestività degli sfalci. Ma a Lecco aiuole con i tappeti erbosi da golf non se ne sono mai visti.
Fare un taglio dell’erba all’inizio di marzo senza erba, fa risparmiare sui tempi di lavorazione e porta fieno in cascina. Questa è la ragion d’essere dell’impresa. I bulbi del WWF non sono perciò meritevoli di attenzione. La responsabilità non è di chi manovra il rasaerba, ma di chi decide che è questo il momento di tagliare il prato inesistente.
A volte viene da pensare che anche il taglio degli alberi, non quelli morti, ma quelli vivi e sani, serva a portare il fieno in cascina. (ma questo è solo un brutto pensiero notturno di un ubriaco)”.
Giorgio Buizza – Dottore Agronomo