Durante il 2020 sono calati gli accessi del 25% su scala nazionale
“Questo numero potrebbe indicare il livello medio di bassa appropriatezza nell’uso del sistema emergenza-urgenza”
LECCO – “We are always there for you” è lo slogan di quest’anno per l’Emergency Medicine Day che ha celebrato giovedì 27 maggio la ricorrenza della nascita della Medicina di Emergenza e Urgenza in Europa.
La giornata ha avuto l’obiettivo di supportare e ringraziare tutti gli operatori sanitari che ogni giorno lavorano in Pronto Soccorso, sempre aperto per tutti i cittadini, e promuovere conoscenza rispetto all’importanza di avere servizi di Emergenza e Urgenza competenti e ben organizzati, del loro utilizzo consapevole e del grande valore che essi hanno in sé in termini di riduzione della morbilità e mortalità in situazioni sanitarie di emergenza.
Soprattutto in questo ultimo anno, con l’emergenza Covid19, è risultato chiaro quanto l’attività di prima linea, rispetto gli ospedali, operata in tutti i Pronto Soccorso d’Italia, abbia fatto da argine a un fiume in piena.
Dati Pronto Soccorso dell’Asst di Lecco
Ospedale Manzoni di Lecco (confronto tra anno 2020 e 2019)
- Prestazioni erogate da PS su richiesta dei reparti
1.747 nel 2020
1.272 nel 2019 - Bianco – Non critico
2.389 nel 2020
3.279 nel 2019 - Verde – Poco critico
30.268 nel 2020
47.267 nel 2019 - Giallo – Mediamente critico
8.913 nel 2020
13.007 nel 2019 - Rosso – Molto critico
1.478 nel 2020
1.715 nel 2019 - Totale
44.795 nel 2020
66.540 nel 2019
Ospedale Mandic di Merate
- Prestazioni erogate da PS su richiesta dei reparti
409 nel 2020
798 nel 2019 - Bianco – Non critico
592 nel 2020
942 nel 2019 - Verde – Poco critico
14.793 nel 2020
22.886 nel 2019 - Giallo – Mediamente critico
5.154 nel 2020
7.524 nel 2019 - Rosso – Molto critico
676 nel 2020
1.237 nel 2019 - Totale
21.624 nel 2020
33.387 nel 2019
Paolo Favini, Direttore Generale dell’Asst di Lecco
“Gli operatori sanitari dei Pronto Soccorso dell’Azienda da me diretta da sempre, ed in particolare durante la durissima prova dell’emergenza Covid-19, svolgono con passione e dedizione un lavoro impegnativo e difficile che hanno scelto con convinzione e determinazione. La pandemia ha sottoposto tutti loro a livelli di stress psicofisico davvero ineguagliabile nella storia della medicina moderna. Per questo un grazie di cuore da parte mia e della Direzione Strategica”.
Luciano D’Angelo, Direttore del Pronto Soccorso di Lecco e Presidente di SIMEU (Società Italiana della Medicina di Emergenza-Urgenza) Lombardia
“Durante il convegno sull’Emergency Medicine Day si è discusso dei valori che accomunano chi sceglie di lavorare nell’emergenza-urgenza (inteso come ogni figura professionale): spirito di servizio, rispetto dell’uomo e del suo dolore, una certa dose di follia di fondo coniugata con una resistenza da fondista e la fantasia dell’improvvisatore. Questo ha permesso al sistema di assorbire la forza dell’urto creato dalla pandemia, permette al sistema di resistere alle richieste dei cittadini che trovano la porta “sempre” aperta. Sono 300/1000 abitanti in Italia coloro che si rivolgono ai Pronto Soccorso (in Europa mediamente sono 80-90/1000 abitanti), ogni 90 secondi vi è una richiesta di soccorso, 20.000.000 sono le persone che ogni anno transitano in un Pronto Soccorso; durante il 2020 sono calati gli accessi del 25% su scala nazionale e, probabilmente, questo numero potrebbe indicare il livello medio di bassa appropriatezza nell’uso del sistema emergenza-urgenza. Quali sono i temi che sfidano il prossimo futuro? L’attenzione al patrimonio professionale umano, la stretta collaborazione con i Cittadini, le scelte operate dai decisori pubblici.”
Giovanni Buonocore, Direttore del Pronto Soccorso di Merate
“Essere operatore di Pronto Soccorso oggi significa imparare a gestire le molteplici esigenze della nostra popolazione e non solo di ordine puramente sanitario, ma cercando di dare una risposta ai bisogni di accoglienza anche per problematiche che l’organizzazione sanitaria generale a volte fatica a soddisfare. La pandemia ha richiesto di concentrare improvvisamente queste capacità e risorse e ha obbligato tutto il personale sanitario ad uno sforzo mai così intenso e prolungato, nella direzione comune di cura dalla nostra gente e dei nostri cari. Concordo con Luciano D’Angelo riguardo i temi e le sfide. La valorizzazione di competenze così particolari sarà il tema predominante nel prossimo futuro, se vogliamo poter rispondere adeguatamente a bisogni così complessi della popolazione”.