Lecco ricorda gli scioperi del 1944: “Il coraggio delle persone semplici contro l’arroganza del potere”

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La cerimonia in memoria degli operai lecchesi arrestati e deportati nel corso delle agitazioni del 7 marzo 1944

Il presidente dell’Anpi Lecco Avagnina: “Furono le azioni dei lavoratori a chiarire la scelta antifascista del popolo italiano”

LECCO – 7 marzo 1944: sono trascorsi 81 anni da quel tragico giorno in cui 26 operai lecchesi furono arrestati e poi deportati nei campi di concentramento, con la sola colpa di aver chiesto condizioni di vita migliori e la fine dell’occupazione nazifascista. Come ogni anno, l’Anpi, i sindacati, il Comune, la Prefettura e la Provincia di Lecco hanno commemorato gli scioperi del 1944 e gli operai che vennero deportati.

La cerimonia è iniziata alle 8.30 con la Santa Messa presso la Chiesa di Castello, quindi il corteo ha raggiunto il Parco 7 Marzo, in corso Matteotti, per un momento di raccoglimento e la ricostruzione storica dei fatti del ’44 da parte dell’Anpi.

Enrico Avagnina

“Dall’inizio del 1943 e fino all’aprile del 1945 l’iniziativa dei lavoratori segnò momenti decisivi della lotta di Liberazione, furono gli scioperi del 43 e del marzo 1944 a chiarire la scelta antifascista del popolo italiano” ha ricordato il presidente dell’Anpi di Lecco Enrico Avagnina. Il 7 marzo è la data stabilita per l’inizio delle agitazioni, contro la guerra e per il pane: “Alla Badoni, alla Bonaiti, alla File, all’Acciaieria del Caleotto, all’Arlenico, gli operai entrano ma attuano lo sciopero bianco – ha proseguito il presidente dell’Anpi, ricordando quella tragica giornata – le reazioni non si fanno attendere, ma non sono i tedeschi ad intervenire, bensì i repubblichini. Guidati dal capo dei fascisti di Como entrano nelle fabbriche e arrestano oltre 30 operai e li portano legati alla stazione ferroviaria. Silvio Puccio nel suo libro ricostruisce quei tragici frangenti: “Gli operai – scrive – camminano legati e guardati a vista dai militari armati. Don Ticozzi incontra la colonna quasi all’altezza della sua scuola, il Liceo Classico. Un operaio lo riconosce e ha il tempo di salutarlo con un’espressione carica di amarezza: ‘el ved, don Gioan, come sem consciàa’ (lo vede, Don Giovanni, come siamo conciati). Degli arrestati ne vennero deportati 26, di cui 22 dalla sola Bonaiti”.

Dalla storia al presente, con l’impegno a costruire una politica di pace e disarmo. “Come Anpi – ha concluso Avagnina – anche forti di quelle parole delle operaie e degli operai di Lecco, ‘siamo stufi’, ci impegniamo nella costruzione di un’alleanza trasversale pacifista, per rilanciare un’altra idea dell’Unione Europea. Grazie a questi nostri caduti, noi oggi siamo quelli dell’Italia che ripudia la guerra e vogliamo diventare quelli dell’Europa che ripudia la guerra”.

Dopo ‘intervento il corteo si è spostato in via Castagnera, dove è stato deposto un omaggio floreale alla lapide dei caduti e si è svolto un momento di raccoglimento. Erano presenti il sindaco Mauro Gattinoni, il consigliere provinciale Antonio Pasquini, il Prefetto Sergio Pomponio, il Questore Stefania Marrazzo. Tra il pubblico, in prima fila, anche Luigi Galbani, fratello del compianto Pino Galbani, partigiano, testimone delle deportazioni del 7 marzo 1944, sopravvissuto ai campi di concentramento, scomparso nel 2016.

“L’insegnamento che quella tragica giornata ci consegna da oltre 80 anni è duplice – ha detto il sindaco Gattinoni – il valore del coraggio delle persone semplici, operai che chiedevano un salario giusto e che cessasse la guerra e che hanno continuato a chiederlo a costo della loro vita. E il valore della memoria, che ci invita a combattere, sempre attraverso il coraggio delle persone semplici, l’arroganza del potere che ancora oggi, purtroppo, si manifesta”.

A destra Luigi Galbani

La cerimonia si è quindi trasferita in Sala Ticozzi dove sono intervenute le autorità cittadine, i rappresentanti dei sindacati e gli studenti dell’Istituto Bertacchi che hanno partecipato al Viaggio della Memoria lo scorso anno. A chiudere la mattinata l’esibizione del Coro Giovani Cantori di Lecco.

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