Lecco ricorda il 78° anniversario degli scioperi del 7 marzo 1944

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Furono 22 gli operai lecchesi arrestati e poi deportati nei campi di concentramento

“Gli scioperi del ‘44 devono essere un riferimento anche nel mondo del lavoro di oggi”

LECCO – Cgil, Cisl e Uil, con Anpi, Comune e Provincia di Lecco, il prossimo lunedì ricorderanno il 78° anniversario degli scioperi del 7 marzo 1944. In quell’occasione furono 22 gli operai lecchesi arrestati e poi deportati nei campi di concentramento, con la sola colpa di aver chiesto condizioni di vita migliori e la fine dell’occupazione nazifascista.

Dopo un periodo in cui la pandemia ha imposto celebrazioni alternative, quest’anno finalmente si tornerà al tradizionale corteo che dalla chiesa di Castello percorrerà corso Matteotti per proseguire in via Castagnera, dove verrà deposto un omaggio floreale alla lapide dei caduti. Nel tragitto ci sarà spazio per un momento di raccoglimento al Parco 7 Marzo, durante il quale l’Anpi Lecco terrà una ricostruzione storica dei fatti del ‘44.

La cerimonia terminerà in Sala Don Ticozzi alla presenza degli studenti degli istituti lecchesi che in primavera partiranno per il “Viaggio per la Memoria 2022”, con destinazione la Risiera di San Sabba di Trieste. Angelo De Battista del gruppo scuola Anpi racconterà loro dell’archivio digitale tedesco, liberamente consultabile, in cui sono contenuti milioni di documenti relativi a uomini e donne transitati dai lager, nei quali si trovano notizie anche di alcuni degli scioperanti lecchesi. Una fonte storica di grande importanza per il percorso scolastico degli studenti, che in questi scritti potranno trovare informazioni non solo sull’identità dei deportati, ma anche sulla vita nei campi dal punto di vista degli aguzzini nazisti.

“Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare all’evento per ricordare insieme un episodio fondante dell’identità antifascista e democratica della città di Lecco, medaglia d’argento al valore militare. Gli scioperi del ‘44 devono essere un riferimento anche nel mondo del lavoro di oggi, perché hanno dimostrato che quando le lavoratrici e i lavoratori si uniscono possono fare la Storia”.