Malavedo. Nell’officina di Waka nasce una Moto Guzzi dedicata alla Ballabio-Resinelli

Tempo di lettura: 3 minuti
Marco Scaccabarozzi davanti alla suo officina con la sua ultima creazione
Marco Scaccabarozzi davanti alla sua officina con la sua ultima creazione

Grazie alle mani di Marco Scaccabarozzi una vecchia V50 torna a rivivere in versione Cafè Racer

Progetto concluso alla vigilia dei festeggiamenti per il centenario della casa dell’Aquila: “E’ stata una bella coincidenza”

LECCO – Se ne è stata per una ventina d’anni ferma in un sottoscala, dimenticata a prendere polvere e adesso, fortunatamente, è pronta per ritornare in strada e farsi ammirare da tutti gli appassionati. Marco Scaccabarozzi, conosciuto da tutti come Waka, ha pensato e realizzato il progetto che ha ridato nuova vita a una Moto Guzzi V50 del 1982.

Moto_Guzzi_V50_progetto_speciale_waka_lecco_07092022

 

Un progetto soft, così l’ha definito lo stesso Scaccabarozzi che ormai da 32 anni (di cui 27 nell’officina Waka’s Bikes di corso Monte San Gabriele a Malavedo) mette le mani principalmente sulle Harley Davidson: lui non è un semplice meccanico, ma progetta e realizza parti speciali oltre a costruire moto da zero.

Moto_Guzzi_V50_progetto_speciale_waka_lecco_07092022

“La mia passione sono le Harley ma un progetto non ha marca, come è successo in questo caso – racconta -. Il cliente, grande appassionato di Moto Guzzi, voleva una cafè racer (motocicletta caratterizzate da una serie di modifiche estetiche che ne valorizzano l’idea di velocità, ndr). Visto che ne è uscito un modello sportivo e il cliente, di Ballabio, è anche un estimatore della mitica cronoscalata Ballabio – Piani Resinelli (tanto da partecipare anche a un paio di rievocazioni) abbiamo deciso di dedicare la moto alla mitica corsa in salita disputata dal 1961 al 1987 e oggi purtroppo un po’ dimenticata”.

Moto Guzzi V50 La Ballabio Resinelli, è questo il nome del progetto che ha richiesto circa cinque mesi di lavoro: “Il progetto è frutto di una ricostruzione meccanica di tutte le parti perché la moto, dopo essere stata ferma per tanti anni, era messa piuttosto male – ha spiegato -. L’ho smantellata tutta, ho modificato molte parti e ne ho ricostruite altre originali come freni e cardano. E poi c’è stato il lavoro di elaborazione: il parafango anteriore, la mascherina, il faro, il serbatoio, i semi-manubri della Tommaselli, il comando gas rapido Tommaselli, le pedane arretrate, la verniciatura… Oltre a tutto questo, ovviamente, il progetto ha richiesto una manutenzione al motore, modifiche ai carburatori, ai filtri dell’aria, collettori, possiamo dire interventi di ordinaria amministrazione per questo genere di progetti”.

La moto è originale, le modifiche sono principalmente estetiche pensate e realizzate dall’inizio alla fine nell’officina di Malavedo: “Non disegno nulla, realizzo direttamente quello che ho in testa. Tutte le parti in alluminio sono fatte a mano qui in officina e, ovviamente, questo richiede un po’ di tempo. Per il 99,9% del mio tempo mi dedico alle Harley Davidson, ma quando mi propongono un progetto che mi piace allora non c’è marca che tenga, vince sempre la passione. E poi, in questo caso, parliamo pur sempre di Moto Guzzi e quindi di storia della motocicletta e del nostro territorio”.

 

A proposito di Moto Guzzi siamo alla vigilia dei festeggiamenti a Mandello dei 100 anni della Casa dell’Aquila: “Casualmente ho terminato questo progetto proprio alla vigilia delle Giornate Mondiali Guzzi e del Motoraduno del Centenario, è stata una bella coincidenza – ha concluso Scaccabarozzi -. E’ probabile che il mio cliente si godrà per la prima volta la nuova moto proprio sabato e domenica a Mandello in occasione della grande festa Moto Guzzi”.

Prima e dopo: sopra la Moto Guzzi V50 originale, sotto dopo l'intervento di Waka
Prima e dopo: sopra la Moto Guzzi V50 originale, sotto dopo l’intervento di Waka