Matteo Garrone e il suo film ‘Io Capitano’ emozionano Lecco

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matteo garrone

Tutto esaurito al Cinema Nuovo Aquilone per le due proiezioni del film candidato al Premio Oscar 2024

In sala anche tanti ragazzi migranti: “Auguro a tutti di emozionarvi nel vivere questo viaggio insieme ai suoi protagonisti”

LECCO – Il regista Matteo Garrone a Lecco lunedì sera per presentare al pubblico ‘Io Capitano’, il suo ultimo film vincitore del Leone d’argento per la regia alla Mostra del cinema di Venezia e del premio del pubblico per il miglior film europeo al festival di San Sebastian. Tutto esaurito al Cinema Nuovo Aquilone per accogliere il regista romano, autore, tra gli altri, di Gomorra (2008), Dogman (2018) e Pinocchio (2019). Per l’occasione infatti sono state organizzate due proiezioni alle 17 e alle 21 alla presenza di Garrone che ha dialogato con il pubblico. In sala per la proiezione serale erano presenti anche il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, il prevosto Mons. Davide Milani, il vicario episcopale Mons. Gianni Cesena, diverse realtà e associazioni impegnate nell’accoglienza e alcuni migranti residenti in città.

“Io Capitano” è fra i dodici film in lizza per rappresentare l’Italia agli Oscar 2024. In un’odissea contemporanea, Seydou (Premio Marcello Mastroianni come miglior attore emergente) e Moussa lasciano Dakar per raggiungere l’Europa, attraverso le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e i pericoli del mare.

Un film “che ci interroga su un tema sempre attuale, raccontato dalla prospettiva di chi migra” ha detto Mons. Milani presentando il regista insieme al critico cinematografico Gianluca Pisacane. Il prevosto ha quindi ricordato la storia del giovane Aboubacar Darboe, migrante  giunto a Lecco dopo un lungo viaggio dal Gambia e annegato nel lago, a pochi metri da riva, a luglio: “Una vicenda che ha toccato nel profondo la nostra comunità, Aboubacar aveva dei sogni e delle speranze che si sono infrante per una tragica fatalità, proprio pochi giorni dopo aver concluso questa odissea, quando la sua nuova vita avrebbe dovuto cominciare. Vorrei che guardando il film stasera tutti lo ricordassimo” ha detto Mons. Milani.

Garrone ha condiviso con il pubblico il percorso che ha portato alla realizzazione del film, iniziato diversi anni fa: “Vi ringrazio per questa bellissima accoglienza – ha detto, rivolgendosi alla platea – sono molto emozionato perché è una proiezione particolare, in sala ci sono molti ragazzi che hanno vissuto questo viaggio, sarà interessante vedere come vivranno il film. Ho cercato di raccontare le storie facendo da tramite, dando voce a chi non l’ha mai. Siamo abituati a vedere le immagini dalla nostra parte, quella dell’Occidente, è molto facile finire per ridurre tutta la questione solo a numeri. Invece, dietro a queste storie c’è una verità molto semplice: persone, desideri, famiglie, e il racconto di un viaggio epico attraverso l’Africa. Ma quello di Seydou e Moussa è anche un viaggio di formazione. Vi auguro di poter vivere questa esperienza in soggettiva ed emozionarvi”.

I protagonisti del film non sono attori professionisti, come spiegato dal regista: “Ho incontrato entrambi in Senegal, Moussa aveva studiato recitazione mentre Seydou è cresciuto in una famiglia di attori, entrambi avevano questa vocazione e il sogno di arrivare in Europa. Hanno vissuto tutto il percorso dei personaggi che hanno interpretato senza sapere come sarebbe andata a finire la loro storia – ha aggiunto – non ho mai dato loro l’intera sceneggiatura ma di giorno in giorno giravamo le scene: credo che la vera forza del film sia proprio la purezza e l’umanità che hanno avuto gli attori nell’interpretarlo”.

Il regista ha condiviso anche i timori che lo hanno accompagnato nella realizzazione del film: “La cosa che più mi preoccupava era di addentrarmi in una cultura così diversa dalla mia e di non riuscire a trasmetterne la vitalità o peggio, di cadere negli stereotipi come spesso accade a registri stranieri che girano film in Italia. Mi sono aggrappato ai protagonisti, per questo dico che è stato un film corale, durante le riprese c’erano sempre persone accanto a me. Una sera, ricordo, eravamo nel deserto e stavo parlando con Martin (un personaggio del film) di questi miei timori, gli ho detto che avevo paura di essere un intruso, e lui mi ha detto una cosa molto bella, che mi ha dato grande motivazione: ‘Non sei un intruso ma un messaggero’. Questo era il mio intento”.

Il successo di ‘Io Capitano’ è stato in parte inaspettato, ha confessato Garrone: “Diciamo che ci speravo ma non pensavo sarebbe stato un film accessibile ad un pubblico così ampio, la risposta credo che stia nella straordinaria interpretazione di Seydou che riesce ad arrivare dritto al cuore del pubblico” ha concluso.

Il film di Matteo Garrone sarà proiettato al Cinema Nuovo Aquilone in due date, il 5 e l’8 ottobre, alle ore 21 (qui info e biglietti).

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