Nuova legge per la montagna: Lecco diventa un comune montano

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La riclassificazione incide direttamente sull’accesso a fondi dedicati, agevolazioni fiscali e deroghe normative

Zamperini: “Vantaggi concreti alla città capoluogo, assieme a tutto il nostro territorio”

LECCO – Con l’entrata in vigore della Legge n. 131/2025, che introduce nuove misure per lo sviluppo e la valorizzazione delle aree montane, prende forma anche la nuova riclassificazione dei Comuni montani, in Lombardia come nel resto d’Italia. Una revisione attesa e significativa, che ridefinisce criteri, diritti e opportunità, con l’obiettivo di concentrare risorse e strumenti sui territori realmente montani e strutturalmente svantaggiati.

La nuova classificazione dà piena attuazione all’articolo 44 della Costituzione, che prevede interventi specifici a favore delle zone montane, evitando che risorse fondamentali vengano disperse su territori che non presentano reali caratteristiche di montanità.

I criteri adottati sono chiari e oggettivi:

  • un Comune è considerato montano se almeno il 25% della superficie è sopra i 600 metri e il 30% presenta una pendenza superiore al 20%;
  • in alternativa, è sufficiente un’altimetria media superiore ai 500 metri;
  • un terzo criterio consente il riconoscimento anche ai Comuni con altimetria inferiore, purché interamente circondati da territori montani secondo i primi due parametri.

Lecco finalmente Comune montano

Tra le novità più rilevanti per il territorio lecchese, il Comune di Lecco viene ufficialmente riconosciuto come Comune montano: un passaggio storico, atteso e doveroso.

“Lecco entra finalmente nell’elenco dei comuni montani, com’è giusto che sia. Un riconoscimento della peculiarità unica della nostra città avvolta da lago e monti. Ciò porterà vantaggi concreti alla città capoluogo, assieme a tutto il nostro territorio. Ora spetta a Regione Lombardia definire le modalità per prendere atto della nuova normativa nazionale, aggiornando le leggi regionali e le strategie di governance. Lecco potrà essere inserita in una Comunità Montana esistente, penso ovviamente a quella del Lario Orientale e Valle San Martino, alla quale già oggi il Comune si appoggia per servizi essenziali come l’Antincendio Boschivo, oppure potranno essere fatti altri ragionamenti”, dichiara Giacomo Zamperini, Consigliere regionale di Fratelli d’Italia e Presidente della Commissione Montagna di Regione Lombardia.

Le criticità aperte e il tema delle Comunità Montane

Parallelamente, la nuova riclassificazione comporta la perdita dello status di Comune Montano a qualche amministrazione dalla Comunità Montana Lario Orientale e Valle San Martino, con effetti rilevanti sull’assetto territoriale.

“Ci troviamo di fronte a delle Comunità Montane che si dovranno rimodellare sulla base di scelte prese assieme, senza che nessun territorio resti solo e nessuno progetto avviato resti incompiuto”, sottolinea Zamperini.

È quindi legittimo porsi una domanda politica e amministrativa: ha ancora senso mantenere due Comunità Montane nel Lecchese o non sarebbe più razionale ed efficace avviare una riflessione seria su una possibile unificazione?

La nuova mappa dei Comuni montani lecchesi

Comunità Montana Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera: Barzio, Bellano, Casargo, Cassina Valsassina, Colico, Cortenova, Crandola Valsassina, Cremeno, Dervio, Esino Lario, Introbio, Margno, Moggio, Morterone, Pagnona, Parlasco, Pasturo, Perledo, Premana, Primaluna, Sueglio, Taceno, Varenna, Valvarrone.

Comunità Montana Lario Orientale e Valle San Martino: Abbadia Lariana, Ballabio, Carenno, Cesana Brianza, Civate, Colle Brianza, Erve, Galbiate, Lierna, Mandello del Lario, Oliveto Lario, Valmadrera.

I Comuni che non saranno più classificati come montani: Vercurago, Valgreghentino, Suello, Pescate, Calolziocorte, Ello, Garlate, Malgrate, Monte Marenzo, Olginate.

“Mi sono attivato immediatamente per chiedere la convocazione a stretto giro di un incontro presso l’UTR di Lecco, insieme ai miei colleghi Mauro Piazza e Gianmario Fragomeli, all’Assessore regionale alla Montagna Massimo Sertori, coinvolgendo tutti i sindaci dei Comuni montani – sia quelli riconosciuti sia quelli che fino ad oggi ne facevano parte – ed i due Presidenti delle Comunità Montane lecchesi. Serve fare chiarezza subito su cosa accadrà dopo questo decreto, perché le questioni aperte sono molte e delicate. L’importante è decidere assieme coinvolgendo tutti”.

La riclassificazione incide direttamente sull’accesso a fondi dedicati, agevolazioni fiscali e deroghe normative, spesso decisive per garantire servizi essenziali e contrastare lo spopolamento.

Attraverso la Legge 131/2025 e il FOSMIT – Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane, vengono messi a disposizione 200 milioni di euro per sanità e istruzione; mantenimento dei presìdi scolastici; servizi per l’infanzia; sostegno alla natalità nei Comuni sotto i 5.000 abitanti; imprenditoria giovanile e smart working; rafforzamento finanziario degli enti locali.