Origini e futuro di Lecco nella Vigna del prevosto, nel nuovo Oratorio di San Nicolò

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Vigna del prevosto nuovo Oratorio San Nicolò Lecco

Piantumate le prime tre barbatelle dagli alunni della Scuola dell’Infanzia Papa Giovanni XXIII

Simbolo religioso, di unità e culturale, l’antico vitigno di verdese è stato riqualificato grazie al Consorzio IGT Terre Lariane

LECCO – Tre barbatelle nella terra fuori dal nuovo Oratorio di San Nicolò a Lecco, che pian piano inizia a prendere forma. Tre barbatelle appena piantate che, una volta germogliate, daranno vita alla Vigna del prevosto. Un vitigno che occuperà circa 100 metri quadri dei 2700 destinati alle aree verdi esterne alla rinnovata struttura, all’ombra del campanile della Basilica di San Nicolò. Un progetto che andrà a tutti gli effetti a comporre l’arredo dell’oratorio pensato dall’Architetto e Direttore dei lavori Giorgio Melesi, ma che avrà anche una valenza simbolica importante, sotto più punti di vista, come Mons. Davide Milani, prevosto di Lecco, ci ha tenuto a spiegare durante il momento di piantumazione avvenuto questo pomeriggio, per mano dei piccoli alunni della Scuola dell’Infanzia Papa Giovanni XXIII.

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Mons. Davide Milani

“Prima di tutto è un rimando all’Eucarestia: il vino è portato sull’altare per diventare sangue di Cristo. Nel Vangelo, inoltre, l’immagine dell’uva si utilizza molto spesso: il tralcio non può essere staccato dalla vite, pertanto quest’ultima diventa un segno di unità tra l’uomo e Gesù e, nel nostro caso, anche tra tutte le opere che qui si realizzeranno e tra loro troveranno armonia: oratorio, scuola dell’infanzia, Casa della Carità, Basilica di San Nicolò, Nuovo Aquilone Cinema Teatro. La vigna sarà anche un importante strumento didattico, soprattutto per la scuola parrocchiale Giovanni XIII oggi presente, per conoscere il ciclo della vite. Per Lecco questo vitigno sarà anche un ritorno alle origini: prima che arrivasse l’industria, circa cento anni fa, la zona dell’oratorio era tutta campagna. Con la Vigna del prevosto sarà preso un pezzo di città e restituito al Creato, e bisognerà prendersene cura. Infine, l’uva che da qui ricaveremo sarà alla base della nuova fase del progetto ‘Vino del prevosto’ per sostenere la raccolta fondi in favore dei lavori del nuovo oratorio”, così Don Milani.

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Il luogo dove sorgerà la Vigna del prevosto, fuori dal nuovo Oratorio di San Nicolò

Vino come strumento di unità, di comunicazione, capace di veicolare un messaggio forte che guarda al futuro della città di Lecco portando a una cultura della progettualità, a un saper fare legato alla terra che guiderà i giovani al rispetto verso la natura e l’ambiente. In tre gruppetti, ciascuno con un capogruppo designato per piantare la barbatella, gli alunni della vicina scuola dell’infanzia hanno provveduto a dare inizio a questo domani.

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In totale saranno 40 barbatelle a comporre la Vigna del prevosto, da cui si ricaverà una produzione di circa 50 bottiglie di ‘Vino del prevosto’, venduto come detto pocanzi a scopo benefico per sostenere la costruzione del nuovo oratorio e le attività della Parrocchia, anche se ci vorranno almeno tre o quattro anni per ottenere il primo prodotto dai tre filari mantenuti e coltivati sotto l’attenta supervisione del Consorzio IGT Terre Lariane, dai ragazzi che vivono l’oratorio, dai volontari della Parrocchia e dai bambini della Scuola dell’Infanzia Papa Giovanni XXIII.

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Le barbatelle nelle mani di Mario Ghezzi
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Le barbatelle

Proprio grazie alla collaborazione del Consorzio la Vigna del prevosto potrà vedere la luce, iniziativa inserita all’interno di “Generazioni in piazza”, progetto promosso dalla Parrocchia di San Nicolò di Lecco e finanziato da Fondazione Cariplo con “Una piazza di comunità per saldare culture, esperienze, pratiche e generazioni”. Alla prima piantumazione presenti tre esponenti del Consorzio: il presidente Marco Casati, il vicepresidente Mario Ghezzi e Claudia Crippa, imprenditrice enologica.

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Da sinistra Mario Ghezzi e Marco Casati, vicepresidente e presidente del Consorzio IGT Terre Lariane

E’ stato il Consorzio a studiare la riqualificazione dell’antico vitigno di verdese, vino a bacca bianca e unica varietà autoctona delle terre lariane, le cui prime tracce risalgono al 1600. “Nostro obiettivo è tenere in vita le varietà antiche, tutelare la biodiversità e il patrimonio storico – spiega Casati – il vino è un prodotto agricolo, ma anche culturale. Ci fa piacere che le nuove generazioni lavoreranno alla vigna, imparando a rispettare i tempi della natura”. A intervenire anche il vicepresidente del Consorzio IGT Terre Lariane: “Oltre a produrre vino, bevanda da sempre associata alla convivialità, con la Vigna del prevosto si manterranno il territorio e il paesaggio agrario. E’ bello portare anche qui un po’ di bellezza, che resterà per sempre”. E poi Crippa: “Con il verdese si ottiene un vino bianco corposo e unico. E’ un vitigno che può essere coltivato solo nelle terre lariane. Dopo essere sparito dalle coltivazioni è stato riammesso nell’elenco delle varietà autorizzate dal nostro disciplinare dal 2009 e oggi è un vino estremamente apprezzato. Poterlo coltivare all’interno della città di Lecco ha un valore simbolico altissimo”.

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Oltre alla Vigna del prevosto, negli spazi esterni del nuovo Oratorio di San Nicolò ci saranno 130 nuovi alberi ad alto fusto, alcuni sempreverdi altri a foglia caduca, accanto a siepi, cespugli e piante aromatiche. Dalla menta al cipresso, dal rosmarino al pioppo, passando per faggi, lecci, ginepri e alloro, l’area promette di rappresentare una grandissima varietà di specie arboree che daranno vita a un parco verde e profumato che ambisce a diventare un luogo di pace capace di accogliere l’intera città.

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In questo contesto, accanto al verde, l‘acqua sarà un grande protagonista del luogo come precisa Giorgio Melesi, architetto e direttore lavori del nuovo Oratorio di San Nicolò: “L’intera area sarà solcata dallo scorrere dell’acqua nello scendere graduale verso valle, dove prima di riversarsi nel bacino, alimenta cascate e fontane”.

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Claudia Crippa, imprenditrice enologica

Alla fine della piantumazione il brindisi, in attesa di potersi ritrovare tra qualche anno a gustare insieme il Vino del prevosto.