Il punto della direzione ospedaliera sulla situazione nei reparti riguardo alla pandemia
I pazienti con complicanze dovute al Covid sono una decina. “Omicron si scontra con i vaccini ma è la variante più contagiosa”
LECCO – Da quando il Covid ha fatto irruzione nella nostra quotidianità, statistiche e dati sono stati da subito un metro di misurazione dell’emergenza sanitaria. Gli stessi numeri tornano a dirci, ormai da settimane, che il numero di contagi è in aumento tra la popolazione, sulla spinta della nuova variante Omicron.
Lo stesso vale per le persone ricoverate in ospedale a Lecco e positive al Covid: dai 17 pazienti del 24 giugno si è passati ai 43 del 1 luglio ed ora si contano 53 ricoverati positivi al Covid di cui uno in terapia intensiva.
“Stiamo parlando di pazienti che hanno avuto tampone positivo al loro ingresso in ospedale, la gran parte di loro è ricoverata per altre patologie e non per polmoniti da Covid” precisa però il direttore generale dell’ASST di Lecco, Paolo Favini.
Sono una decina i pazienti con gravi sintomi da Covid ricoverati nel reparto di malattie infettive, fa sapere il direttore sanitario Vittorio Corrao, i restanti pazienti positivi, ma senza problematiche riconducibili al virus, sono stati alloggiati nel reparto Covid 1 e nell’area filtro. “Proprio oggi stiamo convertendo nove posti letto da destinare ai pazienti con positività” aggiunge Corrao.
Il dato dei ricoveri non deve allarmare anche se, dal punto di vista organizzativo, la positività al virus “comporta un aggravio di assistenza – rimarca il direttore generale Favini – in particolare per quanto riguarda i posti letto”.
La risalita dei casi sta dunque creando delle complicazioni in corsia, ma non per quanto riguarda la gravità dei casi da curare: “Omicron 5 si scontra con i vaccini e perde in gran parte la sua forza ma ha diffusione nettamente superiore alle altre varianti – sottolinea il dg – fa pochi danni importanti perché le vaccinazioni danno loro risultati”.
Quarta dose? “Siamo pronti”
Con l’incremento dei contagi si torna a parlare della necessità di un rinforzo dal punto di vista immunitario, non solo per i più anziani: “Gli esperti ci dicono che la soglia d’età in cui la vaccinazione con quarta dose è consigliata dovrebbe scendere dagli 80 ai 60 anni perché soprattutto nei soggetti fragili l’infezione può dare difficoltà”.
L’azienda ospedaliera è preparata ad una nuova eventuale campagna di vaccinazioni: “Siamo pronti ad ogni scenario la Regione ci chieda – spiega il direttore sociosanitario Enrico Frisone – le raccomandazioni ormai hanno raggiunto tutti, in un momento in cui c’è voglia di socializzare e vivere l’estate tranquillamente. I nostri centri sono attivi per chi voglia vaccinarsi, oltre l’accesso diretto è possibile prenotare direttamente sul sito”.