In mattinata il confronto in Prefettura tra direzione ospedaliera e sindacati
Apprezzata l’attenzione del prefetto ma lo scontro con l’ASST non si placa
LECCO – Ennesima fumata nera nell’ultimo confronto tra i sindacati e la direzione dell’azienda ospedaliera di Lecco: resta incrinato il rapporto tra i vertici dell’ospedale e i rappresentanti dei lavoratori, una frattura aperta ancor prima dell’emergenza Covid e che si è allargata durante i mesi della pandemia per le difficoltà vissute dal personale sanitario.
Organici da rafforzare, dimissioni tra gli operatori, ferie arretrate da smaltire e personale al collasso, sono le denunce dei sindacati che avevano chiesto urgentemente questo tavolo istituzionale in Prefettura.
Un incontro che si è svolto in un clima “franco e cordiale” spiegano dall’azienda ospedaliera, ringraziando il Prefetto per la disponibilità e sottolineando che “i momenti di confronto con le parti sindacali proseguiranno nelle prossime riunioni, per affrontare nel merito le specifiche richieste”.
“L’ASST continua a ribadire una narrativa che è opposta a quella dei referenti dei lavoratori – sottolinea Catello Tramparulo della FP Cgil – basterebbe ammettere che alcune difficoltà ci sono e che potrebbero essere in parte superate anche grazie all’interlocuzione con il sindacato. Per noi il problema principale resta la sicurezza del personale, ancora oggi in sufficiente. Loro dicono di rispettare lo standard della Regione ma questo personale oggi non si riposa, non va in ferie, non recupera le ore straordinarie e si ammala. Ne va dei lavoratori ma anche del servizio alla cittadinanza”.
“I problemi sono gli stessi che continuiamo a sottolineare da tempo e identiche sono anche le risposte che ci vengono date – spiega Ercole Castelnovo della RSU – Quello che vorremmo far capire è che la situazione non riguarda solo il personale ospedaliero ma il cittadino e la sanità locale. Da tempo chiediamo anche un maggiore decentramento sul territorio dei servizi. Lo stesso ospedale di Lecco, se non sapremo mantenere qui gli operatori, rischia di diventare meno attrattivo e di trasformarsi da eccellenza ad un ospedale di passaggio”.
Anche i sindacati hanno rivolto un ringraziamento al prefetto Castrese de Rosa per la sua mediazione con l’azienda ospedaliera. Al tavolo erano inoltre presenti anche i sindaci di Lecco, Merate e Bellano, comuni dove hanno sede i tre ospedali dellASST.
“L’ASST rappresenta l’azienda più importante del territorio per numero di lavoratori e perché è preposta alla tutela di un bene fondamentale, quello della salute – ha sottolineato il prefetto – Specie in una fase, quale quella emergenziale che ci attanaglia da ormai un anno, è dovere di tutti ricercare e raggiungere, se non soluzioni unanimi, quantomeno la massima condivisione possibile. Riconvocherò le parti a stretto giro per individuare soluzioni condivise che consentano di scongiurare azioni di sciopero”.
Il prefetto convocherà un nuovo tavolo istituzionale tra una decina di giorni. Se non sarà trovata un’intesa, i sindacati potrebbero ricorrere nuovamente allo sciopero.
“Troppe ferie non fruite, straordinario fuori controllo e numero insufficiente dei lavoratori, fanno esplodere la rabbia – ribadisce Massimo Coppia della UIL FP – Il personale è scontento e stressato, per questo lascia la Asst di lecco per altre aziende. Sono troppe le dimissioni volontarie o le mobilità in altre sedi. I numeri del fabbisogno del personale li abbiamo dati nei tavoli tecnici e non sono quelli che dice la direzione generale”.
“Faccio un appello al sindaco – aggiunge Coppia – Lecco rischia di divenire una città dormitorio. Se i lavoratori della Asst di lecco non vengono valorizzati, e sono aggravati da una organizzazione deficitaria, non si crea fidelizzazione e ne pagherà tutta l’economia cittadina. Chi lavora bene ed è contento di vivere a lecco e fa famiglia, ovvero compera casa, fa figli, investe, insomma arricchisce la città. Diversamente ci sarà solo il fuggi fuggi”.