Ospedali. Merate sarà al 68% Covid, a Lecco container per i tamponi

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L'Ospedale Mandic di Merate

Al Mandic si ampliano i posti per pazienti Covid. Circa duecento i pazienti negli ospedali di Lecco e Merate

Ospedale Manzoni Hub per le urgenze. Il dg: “Attività ambulatoriale garantita in entrambe le strutture”

 

LECCO / MERATE – Da ‘Covid free’ a ospedale Covid per tre quarti dei posti complessivi: la rapida evoluzione dei contagi ha costretto ad una altrettanto repentina inversione di marcia sul destino immediato dell’ospedale Mandic di Merate.

In pochi giorni, il presidio ospedaliero della Brianza lecchese è passato dal non avere casi ospitati a riconvertire i suoi reparti per l’assistenza ai malati di Coronavirus.

“Attualmente – ha spiegato Paolo Favini, direttore generale dell’Asst di Lecco – sono 36 i posti per pazienti Covid attivati al Mandic, sei in rianimazione di cui quattro già occupati da malati Covid e uno non Covid in isolamento. Questa sera già predisporremo ulteriori 8 posti letto in pneumologia e gradatamente, in base alle esigenze, potremo salire fino a 129 posti letto per pazienti Covid, corrispondenti a circa il 68% dei posti disponibili nella struttura di Merate”.

Al centro Paolo Favini, direttore dell’ASST di Lecco

A Lecco invece, dove si contano oggi 160 posti letto, la percentuale sarà più bassa: tra il 43 e il 45%. “Questo – ha sottolineato Favini – perché al Manzoni resteranno attive due linee per le emergenze (una invece a Merate) che necessitano di posti letto, sale operatorie e personale dedicato”.

L’ospedale di Lecco è infatti uno dei 18 presidi Hub definiti da Regione Lombardia per le urgenze  dove i pazienti saranno trasferiti in base alle specializzazioni richieste. L’ospedale di Lecco è centro di riferimento per urgenze neurologiche-Stroke e urgenze cardiologiche interventistiche.

Il direttore generale ha assicurato che sia al Madic che al Manzoni l’attività ambulatoriale sarà comunque garantita con tutte le misure precauzionali dovute alla pandemia.

Salgono i ricoverati. Cinque i decessi registrati

“Stiamo crescendo nei numeri dei ricoveri in maniera controllata – ha spiegato il direttore generale – adeguandoci alle necessità non solo del nostro territorio ma, in una logica di collaborazione generale, accogliendo anche pazienti delle altre ASST in difficoltà”.

Non solo quindi malati residenti in provincia di Lecco, ma anche pazienti che giungono da altre province per un totale di 155 pazienti ricoverati (su 160 posti disponibili) all’ospedale di Lecco con la terapia intensiva e sub intensiva di nuovo sature.   

Sono 34 invece (su 36 posti disponibili) i ricoverati a Merate dove è allestita anche un’area filtro con 16 posti tutti occupati da casi ‘sospetti’ di Covid.

Sono cinque in tutto le persone decedute all’ospedale Manzoni in questa seconda fase di pandemia.

La situazione odierna all’ospedale di Lecco e di Merate (clicca per ingrandire):

Arrivano i container

Una novità è l’arrivo nei prossimi giorni di moduli prefabbricati che saranno installati all’esterno dell’ospedale Manzoni dove saranno eseguiti i tamponi alle persone già risultate positive e sottoposte a quarantena. “In questo modo – ha spiegato il dg Favini – così come fatto già per gli studenti delle scuole che hanno un proprio spazio, andremo a differenziare ulteriormente le linee destinate ai tamponi, dividendo questi pazienti da gli altri ed evitando che entrino in ospedale”

Riguardo ai tamponi, l’Asst è in attesa dell’arrivo di una dotazione di test rapidi ‘antigenici’ e di un nuovo macchinario che dovrebbe aumentare la capacità di elaborazione dei tamponi, una parte dei quali oggi viene inviata all’ospedale Niguarda di Milano per essere lavorati.

Gli studenti in attesa di fare il tampone fuori dall’ospedale di Lecco. La foto di qualche giorno fa, ora è stata allestita una tenda dagli Alpini per offrire riparo alle persone che attendono.

Il personale

L’azienda ospedaliera ha reso noto che al momento sono 40 gli operatori sanitari risultati positivi al virus, su un totale di 770 tamponi effettuati a 417 lavoratori.

“La metà dei positivi è emersa a seguito di contatti esterni all’ospedale, con familiari o conoscenti che hanno contratto la malattia. I lavoratori hanno quindi effettuato il test risultando positivi – ha spiegato Favini – sono tutti asintomatici. Per gli altri non possiamo dire, in quanto non dimostrabile, che abbiano contratto il virus in ospedale oppure fuori dalla struttura”.

Riguardo alle nuove assunzioni, il direttore reso noto di aver avviato le procedure per la nomina di circa 125 nuovi ingressi in azienda, “soprattutto medici e infermieri – ha spiegato – stiamo cercando di recuperare più personale possibile”.