Titolari di protezione in uscita dal Cas di Cremeno, non sono ancora stati collocati in seconda accoglienza
La Prefettura di Lecco ha fatto chiarezza sulla situazione
LECCO – Nei giorni scorsi dodici uomini del Burkina Faso e del Mali ospiti dei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) del territorio hanno denunciato la loro situazione di difficoltà poiché, pur essendo titolari della protezione sussidiaria, si sono visti revocare l’accoglienza rischiando di rimanere senza un posto dove stare.
La Prefettura di Lecco ha precisato che, a partire dal mese di settembre dell’anno in corso, “sono stati registrati numerosi provvedimenti di protezione internazionale adottati dalla competente Commissione Territoriale, in favore di cittadini provenienti dal Mali e dal Burkina Faso, a causa del perdurare delle situazioni di instabilità che interessano tali Paesi. In conformità alle direttive del Ministero dell’Interno, diramate dal Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, questa Prefettura ha provveduto a trasmettere tempestivamente le richieste di inserimento nel Sistema Accoglienza e Integrazione (SAI) nazionale dei titolari di protezione, disponendo la cessazione delle misure di accoglienza all’atto della notifica del decreto di accoglimento da parte della Commissione territoriale.
Sono state conseguentemente avviate interlocuzioni con gli Enti competenti alla prosecuzione dell’accoglienza, con particolare riferimento ai referenti locali e nazionali del SAI, ottenendo l’autorizzazione all’inserimento per complessivi 13 cittadini stranieri.
Successivamente, questa Prefettura ha nuovamente richiesto l’inserimento nel sistema SAI dei cittadini stranieri tuttora presenti – con misure di accoglienza cessate – presso il CAS provinciale di Cremeno, senza tuttavia ottenere ulteriori collocazioni, in ragione dell’attuale saturazione dei posti disponibili.
Allo stato attuale risultano otto titolari di protezione in uscita dal citato CAS e non ancora collocati in seconda accoglienza, nonostante le interlocuzioni di rete attivate da questo Ufficio – estese al Terzo settore e, in particolare, alla Caritas Ambrosiana – per favorire un possibile inserimento, nonché l’avvio e la gestione del Tavolo per le vulnerabilità, che ha coinvolto anche la rete sanitaria, come previsto dalle direttive ministeriali.
Gli Enti locali e i responsabili del SAI, sia a livello nazionale che a livello territoriale, sono stati più volte sensibilizzati in merito all’elevato numero di riconoscimenti di protezione riguardanti i cittadini provenienti dal Mali, Paese interessato da conflitti armati che comportano, nella maggior parte dei casi, un elevato tasso di accoglimento della domanda di protezione e rendono necessario un adeguato coordinamento programmatorio per la gestione delle uscite dai Centri di accoglienza straordinaria.
Ad oggi non sono pervenute soluzioni alloggiative idonee per i rifugiati o titolari di protezione sussidiaria. Tale situazione, sommata alla ridotta disponibilità di posti in prima accoglienza rende non più procrastinabile l’esecuzione dei provvedimenti di cessata accoglienza con liberazione dei posti, al fine di garantire l’accoglienza dei cittadini stranieri giunti via mare, che intendono richiedere la protezione internazionale”.

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