Human Performance Lab è il nuovo progetto per profilare giovani sportivi ma non solo
Performance, prevenzione degli infortuni e riabilitazione, sport e disabilità: questi alcuni degli obiettivi dello studio
LECCO – Human Performance Laboratory (HPL) nasce a Lecco nel maggio 2022 nell’ambito delle attività di E4SPORT, laboratorio interdipartimentale che racchiude competenze in grado di lavorare in maniera sinergica su quattro temi specifici: atleta, attrezzatura, ambiente, società sportive.
Quello tra ricerca scientifica e sport è un binomio sempre più forte al Politecnico di Milano – Polo di Lecco dove, grazie a un finanziamento da mezzo milione di euro di Regione Lombardia, è nato l’innovativo laboratorio HPL che si occupa della valutazione funzionale e della performance dell’atleta, di biomeccanica e prevenzione infortuni, di sport e disabilità.
Nel giro di pochi mesi dall’apertura sono state attivate collaborazioni con diverse realtà del territorio: Sci Club Lecco, As Padernese (pattinaggio a rotelle), Canottieri Lecco e Ragni di Lecco. Tra gli atleti coinvolti, circa una quarantina, c’è anche Beatrice Colli, giovane campionessa mondiale Junior di arrampicata sportiva nella specialità Speed.
Il professor Marco Tarabini è responsabile scientifico del laboratorio: “Sotto il cappello di E4SPORT (laboratorio interdipartimentale coordinato dal professor Francesco Braghin) Human Performance Laboratory è nato all’inizio dell’estate 2022 con l’istallazione dei primi strumenti. Il laboratorio, che si occupa esclusivamente della persona, è nato su iniziativa del Polo Territoriale di Lecco che, guardando anche alle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026, ha deciso di co-investire e mettere a frutto l’importante finanziamento di mezzo milione di euro di Regione Lombardia”.
Sono stati quindi acquistati strumenti di eccellenza: telecamere per analizzare e computerizzare il movimento dell’atleta; piattaforme di forza; ergometri per portare al massimo sforzo gli atleti e analizzare, ad esempio, il lattato o il consumo metabolico; sistemi per misurare le forze; strumenti di allenamento cognitivo per valutare tempi di reazione.
“Mediante l’apposizione di fotocellule e sensori indossabili è possibile tracciare il movimento dell’atleta e raccogliere dati utili a ricostruire il gesto atletico e a studiare soluzioni per migliorarne le prestazioni (nel video qui sotto un esempio, ndr). Quello che è il gesto per noi diventa un numero e un grafico – spiega il professor Tarabini -. Sono prove che solitamente vengono svolte solo su atleti professionisti di altissimo livello; mentre noi, in questa fase, grazie alla collaborazione con le associazioni del territorio, le facciamo sui giovani atleti nell’ottica di tracciare tutta una serie di parametri che vengono poi monitorati durante lo sviluppo in diversi periodi di allenamento. Una ricerca che potrebbe fornire un metodo per identificare in maniera scientifica il potenziale futuro campione: quello che oggi è la sensazione e l’intuizione dell’allenatore, in futuro potrebbe concretizzarsi in una serie di numeri”.
In questa fase di start-up lo Human Performance Laboratory è al servizio del territorio in un’ottica di investimento reciproco: “Le società investono il tempo di atleti e allenatori e noi mettiamo il tempo di lavoro dei nostri ricercatori per cercare di tracciare una strada che possa caratterizzare la prestazione; attraverso questa ricerca cerchiamo di misurare ‘la stoffa del campione’. Stiamo investendo tanto, ma abbiamo sempre bisogno del sostegno di tutti per portare avanti progetti innovativi e finanziare il lavoro dei nostri bravissimi ricercatori, perciò ringraziamo le aziende che già credono in noi attraverso sponsorizzazioni e quante vorranno sostenerci anche attraverso collaborazioni concrete utili sia a noi che alle aziende stesse”.
Lo studio ha anche altre implicazioni: c’è una parte della ricerca che riguarda la disabilità e una parte che riguarda infortuni e riabilitazione: “Ad esempio i sistemi per valutare i tempi di reazione lì stiamo utilizzando con ragazzini con disabilità cognitive o motorie per vedere, per esempio, come reagiscono a stimoli di allenamento. Questo nell’ambito di una piccola collaborazione del laboratorio con il progetto emblematico di Fondazione Cariplo ActivE3 (Everyone, Everywhere, Everyday), finanziato da Fondazione Cariplo e Regione e coordinato da UniverLecco, che mira a utilizzare lo sport come elemento riabilitativo col coinvolgimento completo di bambini con disabilità motoria o cognitiva”.
Un laboratorio dalle grandissime potenzialità che coinvolge due docenti, Marco Tarabini ed Emanuela Galli, oltre al supervisore professor Francesco Braghin: “Il lavoro sul campo è svolto dai ricercatori Filippo Bertozzi, Dino Tederini, Greta Simoni, Federica Camuncoli e Flavia Marrone impegnati full time in laboratorio per tracciare i parametri di una quarantina di atleti che vengono testati periodicamente. E proprio nel percorso di sviluppo del laboratorio, nel campus, è stata inaugurata nei mesi scorsi una parete di arrampicata realizzata grazie al contribuito di tre sponsor: Camp Spa, Decathlon Italia Srl, MAS Consulting Srl“.
Il professor Tarabini, in conclusione, anticipa una importante novità: “Per rendere il Polo di Lecco sempre più attrattivo, a settembre verrà attivato un nuovo orientamento del corso di laurea magistrale in Mechanical Engineering, denominato Sports Engineering, primo caso in Italia. L’idea è quella di proporre agli studenti una didattica nuova fatta di esperienze di laboratorio ed esami che saranno svolti attraverso lavori di progetto anche con il coinvolgimento delle aziende del territorio, ad esempio attraverso lo studio della prestazione di un atleta o lo studio dell’ottimizzazione di un attrezzo”.
Il Politecnico di Milano – Polo di Lecco si conferma ancora una volta all’avanguardia e, anche grazie alla collaborazione con realtà come il Consiglio Nazionale delle Ricerche – sede di Lecco (CNR) o UniverLecco del presidente Vico Valassi (“sempre foriero di idee e stimoli nuovi”), vuole consolidare il suo rapporto con un territorio dalla forte vocazione sportiva che deve tracciare la strada per il suo sviluppo futuro.