Teledialisi, da Valmadrera il primo italiano a sperimentare l’innovativo servizio

Tempo di lettura: 4 minuti

Presentato all’ospedale di Lecco il servizio di teledialisi

Infermieri e medici “a casa” del signor Emilio grazie alla tecnologia

LECCO – Quello che fino a qualche anno fa sembrava fantascienza oggi è possibile. Fare la dialisi a casa propria seguiti passo passo dalle infermiere sedute dietro a uno schermo all’ospedale. Emilio Perego è un 80enne di Valmadrera affetto da insufficienza renale che da febbraio, grazie al progetto “Non lasciamoli soli”, ha potuto sperimentare, primo in Italia, la teledialisi.

Il signor Emilio Perego in collegamento con l’infermiera prima di effettuare la dialisi

“Inizialmente rifiutava il trattamento a causa della pesantezza – ha raccontato Vincenzo La Milia, direttore della Nefrologia e Dialisi dell’Asst di Lecco -. A casa, con una moglie malata e un figlio impegnato al lavoro, aveva difficoltà ad essere assistito perciò abbiamo pensato di fornirgli gli strumenti per la teledialisi, un’apparecchiatura che gli permette di restare a casa ma essere seguito da vicino dalle infermiere dell’ospedale”.

La centrale di controllo all’ospedale Manzoni

Si tratta di un totem per la dialisi dotato di una telecamera che può essere mossa dalle infermiere e connesso con tecnologia 4G. Al momento del trattamento le infermiere “entrano in casa” del signor Emilio attraverso la telecamera da un’apposita sala dell’ospedale seguendo e interagendo con lui durante tutta la procedura. L’inquadratura è talmente puntuale che consente ai medici di effettuare diagnosi precise.

“Il moderno servizio di teledialisi – continua La Milia – rappresenta un vero beneficio per tutti i pazienti e per i loro familiari che, grazie a questa evoluta tecnologia, si sentiranno maggiormente presi in cura, così come suggeriscono tutte le linee guida e le normative sui pazienti con patologie croniche”.

Da sinistra il primario Vincenzo La Milia, il direttore generale Paolo Favini, il presidente del Rotary Paolo Vanini e la referente di Aned Antonia Sala

Una nuova frontiera che consente di rendere più agevole e facile la comunicazione tra i pazienti dializzati, presi in carico dai Centri di Assistenza Limitata (CAL) di Bellano, Merate e Oggiono o dal domicilio del paziente, con i nefrologi aziendali. Il progetto ha previsto l’installazione di una centrale di controllo presso la Dialisi di Lecco e la presenza di tre postazioni periferiche (totem) presso i tre CAL del territorio che permettono a tutti i pazienti in trattamento dialitico di interfacciarsi direttamente con i nefrologi dell’ospedale Manzoni. Un sistema flessibile che prevede, quando necessario, il facile trasferimento delle postazioni periferiche presso le abitazioni dei pazienti che iniziano, in autogestione al domicilio, il trattamento dialitico peritoneale.

“Il contatto con i clinici ospedalieri attraverso questo nuovo sistema di telemedicina li aiuterà a superare le inevitabili incertezze e ansie che scaturiscono dalla gestione del trattamento in autonomia” ha concluso il dottor La Milia.

“Siamo orgogliosi di poter affermare che la nostra Nefrologia e Dialisi è l’unica struttura in tutta Italia a garantire questo servizio d’avanguardia ai pazienti presi in carico presso i CAL territoriali con estensione del servizio a casa dei pazienti – ha detto il direttore generale Paolo Favini -. Un’iniziativa resa possibile grazie ai generosi contributi del Rotary Club Lecco (promotore del progetto), della Fondazione Comunitaria del Lecchese, della Fondazione Fratelli Frassoni e dell’Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto (Aned)”.

“Abbiamo pensato di contribuire a un progetto che potesse migliorare la qualità della vita delle persone del territorio – ha detto il presidente del Rotary Club Lecco Paolo Vanini -. Il progetto ‘Non lasciamoli soli’, iniziato sotto la guida del dottor Paolo Tricomi, è ora portato a compimento grazie al supporto dei tanti enti che ci hanno creduto e hanno aderito. Le attrezzature donate avvicineranno ulteriormente i pazienti al medico, aiutandoli ad affrontare più serenamente le cure”.

“Il tema del lavoro svolto da Aned  è la centralità del malato – ha detto la referente Antonia Sala -. La nostra associazione si impegna perché il malato diventi protagonista della propria malattia. Siamo lieti di aver potuto dare il nostro contributo a questo importante progetto”.